Franca Oberti: Sussurri e rivelazioni
FaraEditore 2017
recensione di Vincenzo D'Alessio
Nella collana “Narrabilando” della Casa Editrice Fara è stata pubblicata a novembre 2017 l’insieme di racconti che reca il titolo: Sussurri e rivelazioni, come sottotitolo: Paure, intuizioni e presunzioni della nostra epoca, della scrittrice Franca Oberti.
Questo lavoro è stato scelto dalla Giuria del Concorso Nazionale Faraexcelsior 2017 edito annualmente dalla stessa Casa Editrice di Rimini.
Tutta l’opera ruota intorno ai dubbi che l’Umanità affronta da molti millenni: il perché della morte come fine dell’esistenza; l’immortalità dell’anima; l’esistenza di una realtà parallela dove l’Io in forma metafisica rivive la propria identità; la sofferenza terrena inevitabile nel fine vita e gli eventi inspiegabili che avvengono intorno a ciascuno di noi.
L’autrice ha esemplificato nel sottotitolo, al lettore, la strada de seguire per condividere le esperienze che riporta in questo insieme di racconti.
Nell’introduzione al testo l’autrice afferma: “Sono sicura che ci sia sempre un Angelo vicino a noi” (pag. 13).
Partendo da questa verità rivelata, sulla copertina viene riportata proprio l’immagine dell’Arcangelo Gabriele in un affresco del XIII secolo (l’Angelo Bianco) custodito in una chiesa della Serbia, i volumi scritti sugli Arcangeli, Angeli, Cherubini e Serafini sono molteplici, a iniziare dalla Bibbia.
La custodia di ogni essere umano a un Angelo è nata ancor prima della visione cristiana occidentale. Dapprima essa era intesa come difesa dagli stessi Angeli infernali. Poi divenuta protettrice nel viaggio, lungo o breve, di ogni esistenza terrena.
Oberti, in verità, con questa dichiarazione iniziale indica esattamente qual è la meta che intende raggiungere: “(…) Quella notte ebbi la conferma che i nostri cari non ci lasciano mai, che ci stanno vicini nei momenti difficili della vita, con discrezione e in silenzio” (pag. 68).
L’insieme degli episodi ha come protagonista quasi sempre la figura paterna.
L’invito che l’autrice rivolge a chi legge è che il Male vive nel mondo, in mezzo a noi, e dobbiamo difenderci affidandoci all’Angelo custode e all’affetto dei nostri cari defunti.
L’episodio che maggiormente suscita il nostro interesse è riportato a pag. 37 con il titolo: “Infiniti ritorni”: qui la ricerca dell’origine della vita, la consapevolezza che questa ricerca non finisce con la morte, prendono corpo in modo sorprendente nel conflitto scienza/fede, dove un professore universitario vede la propria moglie, Amalia, regredire giorno dopo giorno fino a divenire una neonata.
L’epilogo viene riportato sulle pagine di un quotidiano del 27 maggio 1998: “Trovata bimba nata da poche ore in un cassonetto della spazzatura. Alle soglie del 2000 queste barbarie degne del medioevo, sono ancora pratica comune del nostro mondo civile.”
Lo scienziato, non potendo fermare il decremento fisico della propria moglie, ridotta a una neonata, aveva abbandonato il corpicino dentro un cassonetto dei rifiuti.
L’autrice difende la vita dal suo concepimento. Ribadisce la visione cristiana che ogni vita è emanazione diretta del Creatore e non va abbandonata.
Le scelte che le donne affrontano non sono mai semplici e la prevenzione, difficile in un mondo votato a una sessualità precoce e sfrenata, è una delle strade maestre.
Le paure, le intuizioni dell’autrice sono attuali, come il fine vita e il cammino dell’anima dopo la morte, ma non sempre sono prese in seria considerazione poiché le malattie incurabili, le guerre, la Fame nel mondo, hanno cancellato il ruolo dell’Angelo custode dei secoli passati.
L’invito è a leggere attentamente questo testo seguendo le indicazioni che il componente della Giuria del concorso, Claudio Fraticelli, ha scritto nella nota critica: “Nella Premessa lo scritto propone un percorso ai confini della realtà; la lettura restituisce con efficace pregnanza, i più grandi interrogativi che la modernità ha procurato alla esistenza degli uomini. Uno straordinario spunto di riflessione.”
Questo lavoro è stato scelto dalla Giuria del Concorso Nazionale Faraexcelsior 2017 edito annualmente dalla stessa Casa Editrice di Rimini.
Tutta l’opera ruota intorno ai dubbi che l’Umanità affronta da molti millenni: il perché della morte come fine dell’esistenza; l’immortalità dell’anima; l’esistenza di una realtà parallela dove l’Io in forma metafisica rivive la propria identità; la sofferenza terrena inevitabile nel fine vita e gli eventi inspiegabili che avvengono intorno a ciascuno di noi.
L’autrice ha esemplificato nel sottotitolo, al lettore, la strada de seguire per condividere le esperienze che riporta in questo insieme di racconti.
Nell’introduzione al testo l’autrice afferma: “Sono sicura che ci sia sempre un Angelo vicino a noi” (pag. 13).
Partendo da questa verità rivelata, sulla copertina viene riportata proprio l’immagine dell’Arcangelo Gabriele in un affresco del XIII secolo (l’Angelo Bianco) custodito in una chiesa della Serbia, i volumi scritti sugli Arcangeli, Angeli, Cherubini e Serafini sono molteplici, a iniziare dalla Bibbia.
La custodia di ogni essere umano a un Angelo è nata ancor prima della visione cristiana occidentale. Dapprima essa era intesa come difesa dagli stessi Angeli infernali. Poi divenuta protettrice nel viaggio, lungo o breve, di ogni esistenza terrena.
Oberti, in verità, con questa dichiarazione iniziale indica esattamente qual è la meta che intende raggiungere: “(…) Quella notte ebbi la conferma che i nostri cari non ci lasciano mai, che ci stanno vicini nei momenti difficili della vita, con discrezione e in silenzio” (pag. 68).
L’insieme degli episodi ha come protagonista quasi sempre la figura paterna.
L’invito che l’autrice rivolge a chi legge è che il Male vive nel mondo, in mezzo a noi, e dobbiamo difenderci affidandoci all’Angelo custode e all’affetto dei nostri cari defunti.
L’episodio che maggiormente suscita il nostro interesse è riportato a pag. 37 con il titolo: “Infiniti ritorni”: qui la ricerca dell’origine della vita, la consapevolezza che questa ricerca non finisce con la morte, prendono corpo in modo sorprendente nel conflitto scienza/fede, dove un professore universitario vede la propria moglie, Amalia, regredire giorno dopo giorno fino a divenire una neonata.
L’epilogo viene riportato sulle pagine di un quotidiano del 27 maggio 1998: “Trovata bimba nata da poche ore in un cassonetto della spazzatura. Alle soglie del 2000 queste barbarie degne del medioevo, sono ancora pratica comune del nostro mondo civile.”
Lo scienziato, non potendo fermare il decremento fisico della propria moglie, ridotta a una neonata, aveva abbandonato il corpicino dentro un cassonetto dei rifiuti.
L’autrice difende la vita dal suo concepimento. Ribadisce la visione cristiana che ogni vita è emanazione diretta del Creatore e non va abbandonata.
Le scelte che le donne affrontano non sono mai semplici e la prevenzione, difficile in un mondo votato a una sessualità precoce e sfrenata, è una delle strade maestre.
Le paure, le intuizioni dell’autrice sono attuali, come il fine vita e il cammino dell’anima dopo la morte, ma non sempre sono prese in seria considerazione poiché le malattie incurabili, le guerre, la Fame nel mondo, hanno cancellato il ruolo dell’Angelo custode dei secoli passati.
L’invito è a leggere attentamente questo testo seguendo le indicazioni che il componente della Giuria del concorso, Claudio Fraticelli, ha scritto nella nota critica: “Nella Premessa lo scritto propone un percorso ai confini della realtà; la lettura restituisce con efficace pregnanza, i più grandi interrogativi che la modernità ha procurato alla esistenza degli uomini. Uno straordinario spunto di riflessione.”
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