Cara Cinzia Demi,
mi è giunto il tuo nuovo piccolo e ben prezioso librino, all’insegna del mare,
anzi, come suona il titolo, Nel nome del
mare, appena uscito per “Carteggi letterari” di Messina. Non saprei dire
perché, leggendolo, ne ho ricavato una vaga e non meglio precisata sensazione di
autentica commozione. Forse mi ha commosso il mare, che non conserva niente di
noi e della nostra storia, eppure sempre al mare torniamo come a un approdo
dove scrutare la linea dell’infinito. Forse mi ha commosso il pellegrinaggio
che è la nostra vita o quel sentire la profondità del mare e il suo proprio movimento
iterativo, quello del tornare e di nuovo tornare, come tornano su se stessi i versi
di una poesia, con la stessa tenacia e resistenza. E poi davvero un muovere con
te verso quel tempo lontano dell’infanzia, che è il tempo della madre e, per te
più di altri, del mare. Mare e madre, uniti dalla stessa radice, dallo stesso
sprofondare nell’acqua profonda e immensa, impossibile da recintare e che
aumenta la sete. Sete di andare, di conoscere, sperimentare per poi tornare; “quel
cadere nel fondo” proprio di un sasso devi averlo sperimentato, ma sei poi tornata.
Tornare come si torna dopo un viaggio: diversi da prima. Con tutto l’amaro e
tutto l’amore che il mare comprende nella sua assonanza non solo fonica, ma
nella capacità di abbracciare un corpo. Lì, nel mare, sai nuotare e
abbandonarti, ma non ti lasci andare come Ofelia, provi sempre ad andare oltre,
come una Maddalena di piazza in piazza.
Mai come nel tuo
caso il tempo trascorso si è fatto spazio e luogo. Lo ritrovi intatto com’era
nella memoria, nella città dove sei nata e dove ancora cammini e che si chiama
Piombino, con la vista che si apre sulle isole toscane (e quella parte
distaccata che è Populonia, dove il mare entra nei campi e dove c’è una “sabbia
ferrosa e dorata / profumata di tamerici e gigli di mare”, e da cui si sale
verso la rocca). Non è una solida pianura perché capita anche di salire o
scendere nella fatica mai orizzontale del vivere, stando sulla terraferma colma
di rumori e odori del mare, di chiese e torri di antica costruzione, di echi e
di versi di poeti che hanno respirato l’aria del mare tirrenico. Si sentono
quei versi trascolorare tra le tue rigorose, agili e fiere strofette, tra i
versi che scavallano l’endecasillabo o lo restringono, e il loro respiro si fa
sentire e ancora sentire. Onda su onda, risacca su risacca, esperienza su
esperienza, onda che si frange e svanisce, tenace e stoica e poi ritorna di
nuovo. Nel mare non c’è storia né reliquie, c’è solo una fissità imperturbabile
che è quella superstite della poesia, che ci rimane tra le mani come i
sassolini della spiaggia o le parole che sole possono fissare quello che è
fluttuante. Auguri e auguri per la tua poesia!
Una pellegrina di
nascita, che ama come te camminare.
Gabriella Sica
Cinzia
Demi è nata a Piombino (LI), lavora e vive a Bologna, dove ha conseguito la
Laurea Magistrale in Italianistica.
E’
operatrice culturale, poeta, scrittrice e saggista.
Dirige
le Collane di Poesia Sibilla per la
Casa Editrice Pendragon (Bologna), Collana
di Poesia Contemporanea per Il Foglio (Piombino), e insieme a Giancarlo
Pontiggia l’appena nata Collana di poesia under 40 Kleide per la Minerva (Bologna). Cura per il sito culturale
francese Altritaliani la rubrica “Missione poesia”. Per l’Università di Bologna
collabora con il Centro di Poesia Contemporanea, la Festa della Storia.
È
inserita nell’Atlante della poesia contemporanea online “Ossigeno nascente”
curata dall’Alma Mater Studiorum, Università di Bologna e da Giancarlo
Pontiggia, Alberto Bertoni, Marco Marangoni e Gian Mario Anselmi.
Ha
pubblicato: “Incontriamoci all’Inferno” Parodia di fatti e personaggi della
Divina Commedia di Dante Alighieri (Pendragon, 2007); “Il tratto che ci unisce”
(Prova d’Autore, 2009); “Al di là dello specchio fatato. Fiabe in poesia”
(Albatros, 2010); “Caterina Sforza. Una forza della natura fra mito e poesia”
(FARAEditore, 2010); “Incontri e Incantamenti (Raffaelli, 2012); “Ersilia
Bronzini Majno. Immaginario biografico di un’italiana tra ruolo pubblico e
privato” (Pendragon, 2013); “Ero Maddalena” (Puntoacapo, 2013); l’antologia da
lei curata insieme a Patrizia Garofalo “Tra Livorno e Genova: il poeta delle
due città” . Omaggio a Giorgio Caproni (Il Foglio, 2013); l’antologia di racconti
da lei curata “Amori dAmare”
(Minerva, 2014); “Maria e Gabriele. L’accoglienza delle madri” (Puntoacapo
2015). Suoi testi di poesia, narrativa e saggistica sono presenti in diverse
antologie nazionali, di cui l’ultima è “Una luce sorveglia l’infinito (tutto è
misericordia)” nella quale è presente con un testo articolato in tre canti dal
titolo “Ipazia” (La vita felice, 2016). Parte di una sua silloge “Nel nome del
mare” è uscita nel 2015 sulla rivista Italian Poetry Review (S.E.F.). Nel 2017
la raccolta completa dall’omonimo titolo è stata pubblicata per i tipi di
Carteggi Letterari.
Realizza
con i suoi lavori eventi di drammaturgia con letture interpretative, musica e
arti varie.
E’
organizzatrice e curatrice di diversi eventi culturali. Tra i più recenti: “Un
thè con la poesia”, ciclo di incontri tematici con autori di poesia
contemporanea, presso il Cafè Marinetti dell’Hotel Majestic “già Baglioni” di
Bologna, “La cultura partenopea degli anni Duemila. Poesia e musica profeti e
testimoni del nostro tempo”, lo spettacolo “Maria e Gabriele” recital
dall’omonimo libro con interventi musicali, “Poesia e Musica della Prima Guerra
Mondiale” rivolto ai ragazzi delle scuole medie superiori del bacino bolognese,
(tutti realizzati presso il Circolo Ufficiali di Bologna), “Il femminile
sommerso. Archetipi del riconoscimento”, ciclo di incontri culturali sulle
tessitrici d’amore tradito, progetto promosso dal Comune di Bologna, Quartiere
S. Stefano. Ha progettato il festival “Populonia in Arte”, tra poesia, teatro,
musica, pittura, ala sua prima edizione dal 27 al 29 luglio 2017, presso il
Borgo Medievale di Populonia (Piombino, LI)
E’
presidente dell’Associazione Culturale “Estroversi”.
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