recensione di Antonio Spagnuolo
Adele Desideri, La figlia della memoria, Moretti&Vitali, 2016, pagg. 168, € 15,00
“Disponendo lungo la memoria le pagine di un racconto che accenna a una saga familiare, la scrittrice, che sa ben dosare i salti e i ritorni – scrive Davide Rondoni nella prefazione – ci conduce in una galleria di personaggi che incidono nella luce del suo destino la propria presenza.”
È una scrittura piana, amalgamata, leggibile, simpaticamente interrotta da frasi in dialetto toscano, che per lo più fanno sorridere, da accettare e riconoscere nello stretto rigore del fraseggio, che riporta con colori le memorie di alcune figure, ma soprattutto crea nell’immaginazione del lettore una sospensione senza definizioni. La storia è intrigante, dalle mosse incerte e titubanti della bambina, alle attenzioni della prima gioventù, dalle meraviglie dei primi anni alle illusioni dell'età scolare. Il lavorio instancabile della parola passa attraverso una costante ricerca della musicalità, quasi poetica, in una misura raffinata nel gioco delle spezzature. Un fiume che si dipana tra interni ed esterni, tra intimo e familiare, tra compromessi e ripensamenti. Il vortice sessuale e sensuale che si affaccia, prepotente e disperato insieme, si stempera nelle angosce che una diciottenne può e deve superare, mentre la psiche si arrovella negli sfaldamenti delle circonvoluzioni cerebrali. Poi le mosse intrecciano desideri che rimbalzano tra la libido inaspettata, e novella in una realtà pensata e accarezzata nell’illusorietà che avvilisce e sgomenta. Confini che accerchiano, esperienze non desiderate, vertigini non richieste, angosce che investono il preconscio, vicende amorose dai sospetti virulenti, sino alla pulsione purificatrice. Lo stile è singolarmente rappresentativo per un fervore sostenuto, che gioca quasi come teatro onirico nella scia di riferimenti culturali modernamente concepiti. E la conclusione è forse una sorpresa. Una sorpresa che non riveliamo per lasciare al lettore un personale impatto caloroso e morbido.
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