Il valore dello scarto, Fara 2016
a cura di Carla De Angelis e
Stefano Martello
recensione di Narda Fattori
Il titolo di questo corposo e
sfaccettato saggio rimanda al rifiuto; una società multiforme, multietnica,
merceologica come questa in cui viviamo, quello che è rifiuto per molti è
risorsa e sopravvivenza per altri. Ma i plurimi interventi che danno corpo al
libro non si limitano al semplice sociologismo, essi, ciascuno nel suo campo di
competenza affronta la tematica con profondità, motivazione, supporto teorico.
Esaminare con attenzione il
saggio richiede molto tempo, probabilmente sarebbe necessario ripercorrere
il sentiero compiuto dagli autori.
Credo sia il caso di
soffermarsi su una parola che veicola molti significati: prossimità.
Essere prossimi significa essere
vicini o comunque a una distanza che permette di difendersi e di soccorrere se
necessario, non farsi inglobare e contemporaneamente non chiamarsi fuori, uno
dei tanti modi per finire scarti.
Non è un collocarsi sulla
difensiva ma una presa d’atto del tipo di società globalizzante e pseudo
individualista nella quale siamo immersi il cui rifiuto ci spingerebbe ai
margini; la più efficace maniera per salvaguardarsi è collocarsi alla giusta
distanza.
Mi viene in mente il racconto
aforistico di Schopenhauer: è inverno, fa freddo e i ricci di tengono stretti
per non disperdere il calore; l’estrema vicinanza però li costringe a
trafiggersi tra loro; anche loro debbono trovare la giusta prossimità.
Ma questo vale anche nel
lavoro, nelle relazioni amicali, nei rapporti sentimentali.
Gli specialisti che hanno
costruito il saggio hanno conservato e osservato la giusta distanza: S.
Martello introduce motivando la scelta compiuta; Carla De Angelis titola il
suo intervento “Vita in comune, scarto e
poesia” riferendo le sue riflessioni alla quotidianità; “All’affannosa
ricerca di un giusto spazio di prossimità”: A. Ciampalini riflette sul
mondo della scuola e sulle relazioni che si intrecciano nel saggio “Lo scarto educativo nel lavoro d’insegnante
e formatore”, perché anche la scuola deve operare degli scarti,
l’onniscienza non è più praticabile. Segue un approfondito sguardo di S.
Martello sulla vita sociale con “La
nostra partecipazione pubblica di parte, adolescente e un po’ sbruffona”.
Già questi titoli-argomento
ci orientano nella lettura del saggio, che è profondo per contenuto e
riferimenti, oltre che per la tematica, ma gli aspetti polisemici della prossimità
coinvolgono anche la teologia (“Per
aspera ad astra” di A. Celli). L’autore ci presenta un ampio excursus di
come il Caos si sia mutato in Cosmo attraverso i mitici
dei ed eroi greci e di altre
culture per giungere al perfetto ordine che ci chiede il Cristo e di cui si fa
precursore e intercessore. Gli eroi dei fumetti di carta non sono che rivisitazioni
degli antichi, mitici semidei.
Il libro presenta ancora
interventi sul diritto (di C. Fraticelli,
“La tecnica tra valore e scarto“)
e si conclude con brevi riflessioni di A. Ramberti che trova nel famoso motto di Michelangelo su come faccia a
produrre i suoi capolavori marmorei: la statua è quanto resta dopo aver
scartato il marmo in eccesso.
Dunque andiamo incontro ad
uno scarto valoriale, qui come nella linguistica.
Chi ha voglia di spendere
qualche ora fuori dal consueto e a contatto con pensieri alt ma non
inaccessibili, deve leggere questo libro che veramente spalanca molte finestre
e si apre a non consueti punti di vista.
RispondiEliminaRingrazio Narda Fattori per la lettura attenta e consapevole che le sue riflessioni avrebbero indotto altre riflessioni.
Carla De Angelis