lunedì 2 giugno 2014

Giambattista Bergamaschi

DA UN ARTICOLETTO DU TEMPS JADIS...

Tempo fa, pubblicai un brevissimo saggio dal titolo "Il bello dei translator".
Tra le stupende liriche che vi introdussi, dandole in pasto ad un vorace e rozzo Leviatano (tale era il “traduttore automatico” che avevo appena acquistato), ne spiccava una tratta da “Broken barricades” (1971), delizioso long playing dei Procol Harum, tappeto volante di chissà quanti tra i più magici miei sogni adolescenziali: “Luskus Delph” (www.youtube.com/watch?v=srxaVAJ-jTk&feature=kp).
Ora che li rileggo tradotti dagli occhi ciechi del mio “translator”, quei versi mi appaiono a dir poco sibillini, verosimilmente hard-core, anzi spudoratamente sado-maso:

Help me find the widow’s crack
Make me stick like ceiling wax
Almond eyed my turkish pearl
Burn me up sweet oyster girl
Shove me in your steaming vat
Make me split like chicken fat.

[TRANSLATOR:
Mi aiuti a trovare la fessura della vedova
Faccia che io mi conficchi come cera di soffitto
Mandorla guardò la mia perla di turkish
Mi scotti su dolce ragazza ostrica
Mi spinga nel suo tino che vaporizza
Faccia che io divida come grasso di pollo]

... concluderei con “FRANCESCA”, una vibrante lirica di Ezra Pound (da “Personae”, 1920), sommo poeta che avrei preferito tener fuori dal gioco...
Prima, in inglese.
Poi come la violentò il mio estroso “traduttore” d'allora (per ovvie ragioni, non ne cito la marca).
Dulcis in fundo, in una sensibile - finalmente corretta - traduzione dall’originale: anche per ricomporre un attimino la bocca e il viso - fino alla più compunta e solenne commozione - da quel genere di spregevole deformità, dovuta ad eccessivo riso, che tanto avrebbe indignato il vecchio Jorge ne IL NOME DELLA ROSA.

You came in out of the night
and there were flowers in your hands,
now you will come out of a confusion of people,
out of a turmoil of speech about you.

I who have seen you amid the primal things
was angry when they spoke your name
in ordinary places.

I would that the cool waves might flow over my mind,
and that the world should dry as a dead leaf,
or as a dandelion seed-pod and be swept away.

So that I might find you again,
alone.

[TRANSLATOR:
Lei uscì in del night
and c’erano fiori nel suo hands,
now che lei uscirà di una confusione di people,
out di un tumulto di discorso circa lei.

Io chi l’hanno visto tra il things primitivo,
was adirato quando loro parlarono il suo name
in luoghi all’ordine del giorno.

Io posso che è probabile che le onde fresche fluiscano sul mio mind,
and che il mondo dovrebbe asciugare come un leaf,
or morto come un seme-bacello di dente di leone e dovrebbe scopare away.

So che è probabile che io la trovi again,
alone]

Quasi un pascoliano sperimentalismo linguistico alla ITALY, se non fosse, visto che Pascoli è Pascoli e non si tocca, tanto affine al più folcloristico stile conversazionale di un temibile boss di Cosa Nostra miracolosamente giunto all’età della pensione (“WAS adirato, quando loro parlarono il suo NAME, AND che il mondo dovrebbe asciugare come un LEAF! Or morto, dovrebbe scopare AWAY!”).

Venivi innanzi uscendo dalla notte,
recavi fiori in mano.
Ora uscirai fuori da una folla confusa,
da un tumulto di parole intorno a te.

Io che ti avevo veduta tra le cose prime,
mi adirai quando sentii il tuo nome
in luoghi volgari.

Avrei voluto che le onde fredde sulla mia mente fluttuassero
e che il mondo inaridisse come una foglia morta,
o vuota bacca di dente di leone, e fosse spazzato via,

per poterti ritrovare,
sola.

“Adesso sì che raGGGGioniamo!” avrebbe gongolato l’“intraducibile” Totò, come davanti a un bel piattone di spaghetti…

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