sabato 30 novembre 2013

Su Il principe bambino di Emilia Dente Santangelo

Youcanprint, Tricase (LE), 2013 

recensione di Vincenzo D'Alessio & G.C.F.Guarini


La realizzazione di questo libro è durata molti anni di lavoro e ricerca. Lo possiamo affermare con certezza perché abbiamo seguito il piano del lavoro, la sua stesura e finalmente la pubblicazione quest’anno. La prima parola che ha dato inizio a questo libro che reca il titolo: Il principe bambino è stata un nome proprio, Ennio: il primo nato dal matrimonio dell’autrice, il suo principe bambino, che ha offerto alla mamma i suoi occhi grandi e chiari per permetterle di realizzare il viaggio nel regno meraviglioso dell’infanzia, “sui sentieri delle fate”.

Il lavoro suddiviso in vari capitoli analizza il lungo percorso che ha visto la nascita della favola all’interno delle comunità antiche ad iniziare dalla teoria di W. Propp che analizzò le favole della Russia attribuendo l’origine “al rito dell’iniziazione” dei giovani nelle società primordiali; si continua con le gesta del principe Gilgamesh e dell’amico Enkidu; per giungere cronologicamente all’Età Classica di Omero, Aristofane con la commedia Le vespe, Esopo, Fedro e Apuleio che per primo adottò la formula: “C’erano in una città un re e una regina…”.

L’autrice delinea pagina dopo pagina tutto le schema che regge la favola e la fiaba differenziandole nei tratti: “entrambe sono narrazioni per gli ascoltatori, piccoli o adulti, la favola è una storia fantastica breve, a volte in versi, che spesso ha come protagonisti degli animali e che è nata con lo scopo di impartire un preciso insegnamento morale. La fiaba è invece una narrazione fantastica più lunga, in prosa, in cui sono presenti elementi magici” (pag. 24)

L’agile testo raccoglie le testimonianze di vari personaggi reali che hanno sostenuto l’autrice nel corso della ricerca: la professoressa Lucia Stanziale (mamma scolastica dei figli dell’autrice); il dottore Carmine De Blasio (compagno d’avventura sin dall’infanzia); il cavaliere Vincenzo (che passeggia insieme raccontando). L’intento di questo lavoro è quello di coronare la lunga ricerca sul mondo fantastico delle fiabe rendendolo visibile agli occhi dei bambini e degli adulti. Per questi ultimi i riferimenti bibliografici e del Web permetteranno di valutare la qualità scientifico pedagogica della ricerca.

La parte che a noi piace di più e che avvicina il lavoro della Nostra a quel bellissimo racconto che sa di poesia di A. de Saint-Exupéry: Il piccolo principe è identificata, nel testo che stiamo analizzando, come: “Le paolette” (racconti fiabeschi). Sono i racconti che Emilia Dente ha scritto e raccontato ai suoi figli nel corso degli anni e che hanno scandito il tempo della famiglia: cuore pulsante di ogni realtà sociale che scopre nella continuità dei propri figli il rinnovamento personale e della comunità di appartenenza. A noi è piaciuta tanto quella di Lizzi ranocchietta che richiama il senso armonico del mondo ordinato della Natura rispetto al disordine causato dal genere umano. In questo racconto, come negli altri che seguono, ricorre la presenza del tarassaco: pianta cara all’autrice perché solare e radicata fermamente nella continuità della specie( si veda la raccolta di poesie Tarassaco e viole Fara Editore 2009), oltre all’avvicinamento all’antropomorfismo degli animali che fa tornare alla mente i Paralipomeni della Batracomiomachia scritti dal grande poeta Giacomo Leopardi.

Un ottimo lavoro di ricerca, cesellato dalla grande passione per l’infanzia che si esprimeva già negli anni Novanta del secolo scorso quando l’autrice si laureava con una tesi sul tema: L’educazione alla fiducia (Università degli Studi di Salerno), e la fortuna di vivere in una cittadina fantastica, Montefusco tra la provincia di Avellino e Benevento, rimasta il borgo medievale dove i sogni s’involano dai comignoli degli antichi focolari divenendo “parole dal fuoco” che scaldano il cuore dei bambini e degli adulti.

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