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€ 20,00 pp. 302 (Nefesh 6)
ISBN 978 97441 36 6
Questo volume raccoglie opere di narrativa e poesia selezionate dai giurati del concorso Faraexcelsior 2013. Nella frizzante e stimolante postfazione, Stefano Martello
si interroga sul suo ruolo di giurato e scrittore: “… se hai ben chiaro
non tanto dove vuoi arrivare quanto come ci vuoi arrivare, il dubbio si
trasforma in uno stimolo potente, capace di trasformare le tue vittorie
in vere e proprie entrate ad Alessandria e le tue sconfi tte in episodi
da affrontare con la coscienza pulita. Di più, da cui imparare“.
Riportiamo di seguito alcuni brevissimi passi delle motivazioni dei
giurati (le trovate complete nella Presentazione): ci offrono preziose
chiavi di lettura per “assaporare“ autori che è un vero piacere
pubblicare:
999 parole di Alessandro Chiarini: “Poesie di intensa ispirazione religiosa” (Rosa Elisa Giangoia)
Se sei nato Caos non puoi diventare Armonia di Elena Varriale: “un messaggio di speranza per tutte le donne vittime di violenza e soprusi” (Silvia Sanchini)
Il sogno breve di Gabriella Bianchi: “Squarci lirici con echi classici” (Luca Ariano); “Il sogno è per l’orfano il rifugio, la protezione, il distacco provvisorio dal risveglio” (Vincenzo D’Alessio)
Io Achille di Ivan Norberto Braidot:
“Prendere sul serio il mito e giocarci (parlando tra le righe –
presuppongo – di un presente personale e sociale) non è cosa da poco” (Giuseppe Carracchia)
Diario 2.3 di Manlio Ranieri: “Adoro i diari, ne adoro il coraggio, la sfrontatezza, l’ingenuità, l’assolutismo” (Stefano Martello); “Coerente nello stile, offre un quadro godibile della vita e delle emozioni di una generazione” (Lorenzo Gobbi).
Lassurdo di Massimiliano Barattucci: “Dissacrante, a tratti disturbante, sempre politicamente scorretto” (Stefano Martello);
“Premio questo racconto per l’originalità della scrittura, l’ironia, la
scelta di raccontare situazioni solo all’apparenza surreali” (Silvia Sanchini).
I miei versi come un cane in chiesa di Simona Cerri Spinelli: “Visionari alla Rimbaud, compassionevoli alla De André e duri alla Bukowski sono i versi di questa raccolta” (Valerio Grutt).
La memoria del dolore di Viviana De Cecco: “Ben strutturato, coinvolgente, appassionante, scava bene nell’intimo” (Lorenzo Gobbi). |
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