mercoledì 4 aprile 2012

La scomparsa del letterato Carmine MANZI


di Vincenzo D'Alessio & G.C.F.Guarini

Ieri, 3 aprile 2012, è scomparso dalla scena terrena il letterato Carmine MANZI, nato a Mercato San Severino nel 1919, fondatore della Rivista “Fiorisce un cenacolo” e dell’Accademia di Paestum. La camera ardente è stata allestita nel Palazzo Municipale della città natale; lascia la moglie, due figlie e un figlio. La salma sarà tumulata nel cimitero cittadino.

Le iniziative che il Nostro ha saputo realizzare durante la sua esistenza sono così tante che è impossibile tesserne la rete. Così dicasi delle pubblicazioni e degli interventi letterari: dalla critica alla saggistica, dalla Storia alle monografie su artisti del Novecento e di questo inizio secolo. Come suo amico di famiglia va ricordato il poeta e musicista E.A. Mario, a sua volta autore di grandissimo talento.

Scompare dalla vita terrena un costruttore infaticabile di Artisti: ha sostenuto ed aiutato, come padre spirituale, tantissimi giovani che si affacciavano sulla scena letteraria italiana e straniera. Personalmente l’ho incontrato per la prima volta come presidente della giuria del Premio di Poesia “Carmine Troisi” svoltosi il 27 gennaio 1973 in Solofra. Poi nell’aprile 1975 in occasione dell’XI Convegno Romano dell’Accademia di Paestum, dal quale scaturì l’antologia “Fiori d’aprile”, curata dal Nostro e dalla quale traggo oggi, dalla prefazione, questa Sua nota: “Sotto questo aspetto, la raccolta che qui presentiamo assume il valore di una testimonianza perché sta a significare nel suo insieme che quando esiste identità di propositi, almeno per quanto riguarda i moventi essenziali, non può essere che comune anche il fine da realizzare, promuovendo dal piano artistico a quello sociale, al di là delle idee, per la realizzazione di una entità assoluta ed universale” (pag. 4).

Da quel momento la collaborazione tra il Nostro e il Gruppo Culturale “Francesco Guarini” è continuata sulla scia delle iniziative che a mano a mano si andavano formando sul territorio. In questo modo il Nostro è stato presidente della Giuria del Premio Nazionale Biennale di Poesia “Città di Solofra”, proprio nella X edizione, in occasione delle celebrazioni del Primo Centenario di “Solofra Città”, nel giugno 1994, nella prolusione alla cerimonia di Premiazione così sintetizzò la vita del Poeta, che era anche la Sua vita:

“Quello del poeta è un mandato da assolvere, un mandato che non scade mai; una missione da compiere, che si prolunga all’infinito; una presenza assidua, costante, contro il disordine e contro l’aggressione e la lotta che Nicola Abbagnano riconosce come fattori esistenziali del mondo vivente e aggiunge, da maestro quale egli è dell’esistenzialismo italiano, che “se la vita, nonostante questo, non si è spenta, ciò vuol dire che lo stesso male ha una funzione nel preservarla” (pag. 7, Antologia del Premio Nazionale Biennale di Poesia “Città di Solofra”, Edizioni G.C.F. Guarini, 1994)

Il Nostro è ancora stato ancora con noi, Gruppo Culturale “F. Guarini”, in qualità di presidente della Giuria del Premio Nazionale Biennale di Poesia “Cluvium” alla sua prima edizione nell’ottobre 1996, e anche in questa occasione, nella prolusione alla cerimonia di premiazione ribadì i principi che animavano il Suo infaticabile lavoro di letterato: “Se un messaggio parte oggi da Calvanico è questo: e lo sottoscrivono, siatene certi, anche gli Uomini illusti della vostra Terra, quelli che abbiamo ricordato, perché non possiamo dimenticare il passato se vogliamo costruire un migliore domani, ma non possiamo costruire il domani senza appoggiarlo sulla forza granitica ed insostituibile dell’Amore” (pag. 6, Antologia del Premio “Cluvium”, Delta 3 Edizioni, 1997).

Noi sappiamo per certo che sopra ogni cosa la Speranza lega un uomo alla sua vita e nella continuità di vita c’è il suo tesoro. Questo ultimo messaggio, quasi un testamento di profonda Speranza cristiana, si coglie nella raccolta poetica del Nostro, dal titolo 24 dicembre 2002… Canti di speranza e d’amore (Tipografia DPNET, Salerno, 2009) dedicata al nipotino Carmine, tesa a trasmettere il filo rosso della Poesia nelle piccole mani della generazione del XXI secolo. Il lascito poetico è vasto, se non addirittura immenso, per delle mani così piccole, ma nel cuore del maturo letterato si fa strada la gioia del percorso, la luce che riesce a rischiarare il buio di quell’angusto passaggio della scomparsa terrena. Ascoltiamo la sua poesia, che rimane nel Tempo della Letteratura Italiana, anche quando la sua voce umana è scomparsa:

“Ma oggi ha reso marzo d’azzurro il cielo / fugando le ultime nubi che son rimaste / di questo inverno che ancora non passa; / ed è tornato il sole a farti festa: / sei tu la prima rondine che torna / ad annunziare la nuova Primavera.”

Noi lo ricordiamo con sincero affetto.

Montoro, 4 aprile 2012

Nessun commento: