sabato 26 novembre 2011

Davide Argnani sull'arte povera di Germano Sartelli



FAENZA: UNA IMPORTANTE INSTALLAZIONE DELL’ARTISTA 
GERMANO SARTELLI
DA SABATO 19 NOVEMBRE IN PERMANENZA 
AL CENTRO DELLA ROTONDA “1° MAGGIO”

di Davide Argnani

A Faenza sabato 19 novembre è stata inaugurata una Installazione dell’artista imolese Germano Sartelli al centro della rotonda “1° Maggio” in via Oberdan. Dopo la presentazione dell’opera da parte delle  autorità cittadine presso la Sala Conferenze della Confartigianato di Faenza, con la partecipazione del Sindaco Giovanni Malpezzi, dell’Assessore alla Cultura Massimo Isola, degli Assessori Claudia Zivieri (Lavori pubblici), Matteo Mammini (Politiche Territoriali), Claudia Casali Direttrice del MIC e Tiziano  Samorè Segretario Confartigianato il gruppo, insieme a un folto pubblico e all’artista, si è diretto proprio nei labirinti dell’Installazione al centro della rotonda con grande curiosità dell’intenso traffico, tanto che diversi automobilisti hanno parcheggiato e sono corsi a godersi lo spettacolo. E non poteva essere diversamente trattandosi della più grande opera d’arte realizzata da Sartelli nella sua prolifica attività artistica. È una spirale di 40 metri per un’altezza di 4 metri avvolta da una rete metallica sulla quale fluttuano come uccelli volanti centinaia di ceramiche non smaltate di varie dimensioni. Saranno poi i passaggi e le intemperie delle stagioni a modificare colori e riflessi come madre natura comanda e l’opera assumerà continue modifiche estetiche proprio come un corpo umano. Ad ogni mutazione sarà come ammirare un’opera nuova. È un evento importante che va ad arricchire la cultura dell’arte e della ceramica della città più famosa al mondo e che oltre a sottolinearne ulteriormente l’identità per la sua storia e i suoi artisti, va ad integrare maggiormente il nascente museo all’aperto che da tempo la città di Faenza sta realizzando. L’arrivo di Germano Sartelli concorre a valorizzare ancora di più il patrimonio di questa città dopo le installazioni delle opere di Domenico Rambelli, Angelo Biancini, Lucio Fontana, Carlo Zauli, Franz Stäbler, Giuseppe Spagnuolo, Hidettoshi Nagasawa, Giosetta Fioroni. Germano Sartelli è nato nel 1925 e vive sulle colline imolesi. È uno dei pilastri dell’arte italiana del ‘900 riconosciuto dai più importanti critici italiani (Calvesi, Emiliani, Spadoni, Vescovo, Cerritelli e altri). Con Lucio Fontana e Alberto Burri, a metà degli anni sessanta del secolo scorso, Sartelli diede vita a quella speciale  corrente artistica chiamata poi ’Arte Povera’, donandogli stima e gran successo in Italia e all’estero. Nel 1964 è invitato alla Biennale di Venezia e numerose sono le mostre in Italia e all’estero. La sua arte dimostra una profonda volontà indistruttibile e poetica di riappropriarsi dei valori primari come il senso della terra, della natura, dell’energia pura della vita e della storia dell’uomo. Che siano sculture, grafica o pittura, la sua variegata capacità espressiva ricorre all’uso dello scarto materico come legni, cicche di sigarette, foglie e altri pigmenti della realtà quotidiana trasformandoli in oggetti forme e paesaggi naturali dell’anima azzerando il passato per rinnovare il presente purificato di nuove sintesi creative. Proprio come in queste sue nuove ceramiche volanti lungo i corridoi di un infinito labirinto che ricorda il mito dell’antica Grecia di Arianna e Teseo o, più modernamente, un Laborintus metaforico di ispirazione sanguinettiana.    


Germano Sartelli alla inaugurazione





Installazione - particolare






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