lunedì 23 maggio 2011

Il tempo nella scrittura a Fonte Avellana


articolo di Germana Duca Ruggeri, pubblicato su il nuovo amico
FonteAvellana. Questo è il secondo anno che la Comunità monastica camaldolese di Fonte Avellana, grazie al Priore Alessandro Barban, ospita – 13/15 maggio 2011 – un nutrito gruppo di poeti e scrittori, amici di Alessandro Ramberti, autore in proprio e responsabile col fratello Francesco della casa editrice Fara, di Rimini. Il dialogo, iniziato la scorsa primavera con Poesia e salvezza, ora ha provato ad abbracciare Il valore del tempo nella scrittura. Chi scrive può scalfire Il tempo? Il tempo, che rende possibile la scrittura, ne è avvalorato? A entrambe le domande sono state offerte risposte affermative, distinguendo il tempo esterno (chronos) e il tempo interiore (kairós) dal tempo nascosto (eonico) che attiene all’eternità, ovvero alla Realtà ricapitolata nella Scrittura, in Cristo. “La vita eterna – ha affermato Alessandro Barban – non è un bene che ci apparterrà solo dopo la morte, ma ha già nel presente il suo inizio.»
AntonioSpadaro, parlando degli Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola come manuale di scrittura creativa in quattro tempi, ha osservato che basta poco, anche una parola sola, ad aprire la mente, a guidarla ad accogliere la Grazia, che poi è affidamento all’Altro, qui e ora, nel tempo. “Chi, esercitando il libero arbitrio, nega questo collegamento si preclude l’attraversamento di una soglia. Chi non lo nega a priori ma neanche vi si affida, resta sulla soglia. Chi la varca, apparentemente sembra aver rinunciato alla sua libertà; e invece la rende illimitata» ha sottolineato Ramberti, coordinatore del dibattito. Caterina Camporesi, muovendo da Bachelard, ha proposto la bella immagine del tempo come pagina dove l’istante incrocia l’eterno. Un concetto ripreso anche da Eros Olivotto, Germana Duca, Salvatore Ritrovato, Giovanni Borriero, Elvis Spadoni, Andrea Garbin, Dante Zamperini, Guido Passini, trentenne che combatte, anche scrivendo, contro la fibrosi cistica. Pure efficace l’apporto di altri giovani autori, come Annalisa Teodorani, col dialetto santarcangiolese, GiuseppeCarracchia con Il verbo infinito, Alex Celli, Simone Zanin, SebastianoArdenò, Massimo Sannelli. Egli, al termine della prima serata, ha ricapitolato magistralmente le diverse accezioni di tempo e scrittura sostando sulla Comedìa, in particolare sui canti IV e V dell’Inferno, letti con voce duttile, appassionata. Gli interventi più esaustivi rispetto alla complessità del tema, elaborati da Rosa Elisa Giangoia e Luca Artioli, insieme a quelli di OttavioRossani e Claudio Fraticelli, rivolti ad aspetti più specifici, si sono alternati a reading di rara intensità: Alessandro Rivali, con La caduta di Bisanzio, poema sul collasso delle civiltà, Antonella Catini Lucente fra citazioni bibliche e il Faust di Pessoa, Alessandro Ramberti col suo poema sulla Resurrezione di Cristo, Roberto Cogo, tra tempi e luoghi d’Europa; Marco Bottoni sulle ore di preghiera, Mariangela De Togni, con versi di lieve trascendenza, accompagnata dal flauto di Claudio Trambaioli, le cui note hanno accompagnato anche altre performances e aperto le sequenze dei lavori. Non sono mancati i momenti di dibattito, di incontro delle voci, in un clima di autentica prossimità e, a tempo debito, di convivialità. Nel rispetto, verrebbe da dire, delle regole eremitiche di Fonte Avellana. Dove solitudine, spirito di comunione, ospitalità sono ancora i tre tempi di una storia iniziata nel 1012, quasi mille anni fa.   

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