Lo Scaffale Letterario di Antonietta Gnerre
Gennaro Matino nell’ultimo libro – La culla vuota Lettera a Gesù, Edizioni San Paolo 2010 – tratteggia con una penna raffinata il vuoto di questo tempo. Un libro che va letto attentamente nella sua integralità dall’inizio, perché i capitoli si richiamano a vicenda con una voce inconfondibile, luminosa, calda, meditata, fasciante e familiare. La narrazione si fa testimonianza di una prospettiva ampia, che può avvenire solo sganciandosi dal trionfo apparente delle cose. Un vero regalo in questo periodo di festività, da tenere tra le mani per comprendere con meraviglia e speranza il dono della culla.
Per abbracciare appieno il percorso della narrazione partiamo dall’incipit : “Il presepe era pronto. Ne faccio sempre uno nel mio studio, le statuine di terracotta mi fanno compagnia mentre lavoro e rendono più viva l’attesa della santa notte. Solo dinanzi al computer mi accingevo a scrivere i soliti auguri. Il suono, ormai raro, delle zampogne mi riportò al Natale di quando ero bambino, alla nostalgia della tenerezza di un tempo, quando, con mano incerta, scrivevo la solita letterina, semplice come l’infanzia, a Gesù bambino.”
Da questo libro arriva una lezione di vita straordinaria che scava, con forza, le nostre speranze. Le parole dello scrittore mettono in cantiere i veri doni che ognuno di noi dovrebbe ricevere. Infatti, durante questo tempo ci affrettiamo a comprare cose talvolta senza amore, talvolta con la mente occupata da tante distrazioni. L'autore ci regala il dono più grande che un uomo possa ricevere, l’amore di Gesù : “Mettevo la mia vita su carta rigata inciampando in sfuggenti brillantini colorati. Poche parole compiute, compimento di tante non dette. La mia letterina era sempre azzurro cielo: un blu notte con le stelline di polverina dorata sfondava il foglio. Al centro, tra Maria e Giuseppe, la culla con il Bambino lasciava intravedere le sagome del bue e dell’asinello. Soggetto classico, diverso da quello che rimanda ad anglosassoni costumi: un rosso Babbo Natale, una renna cornuta, un abete con le palline colorate, soggetti per altri Paesi, comunque affascinanti. Oggi, in tempi di globalizzazione, le immagini sono divenute uguali, hanno attraversato oceani e continenti, ognuno ha offerto agli altri le proprie tradizioni, il suo Natale e spesso, subendo il fascino di altri, nello scambio ha perso il suo passato. A me piace ricordare quello mio, ne sono fermamente geloso e vorrei poter condividere con altri la stessa passione, la stessa emozione. Quel pomeriggio, cercando le parole nuove e sempre uguali per augurare buon Natale, mi accorsi come in tempo di crisi anche le parole siano stordite da ciò che manca e quando si sia persa la consapevolezza della grandiosità dell’ Evento. E fissando la culla vuota mi ritrovai a pregare con la voce dell’anima.”
Come può un adulto di oggi scrivere una lettera di Natale a Gesù Bambino e restare aderente alla realtà? Gennaro Matino ci prova e – quel che più conta – ci riesce, ricordando a tutti noi cos'è veramente il Natale: “Osservavo il presepe, la culla vuota mi provocava: sentivo che era possibile afferrare con un dito la verità che ti sta dinanzi e farla diventare motore della vita. Sì, sentivo che potevo rinascere di nuovo, ritornare bambino, con la potenza delle parole semplici, squarci di senso in tempo di non senso. Forse fu la nostalgia, il suono delle zampogne, forse il desiderio di aprire come un bambino i sentieri dell’anima e ritrovare nuovi orizzonti, forse per gioco, iniziai a scrivere. Come Nicodemo nella notte dei suoi ragionamenti intrapresi il mio percorso: Caro Gesù. Al termine di questo libro il lettore raggiunge la coscienza di essere davvero parte, pur vivendo un’esistenza fatta di routine, di quel mistero che tutto circonda. È una scrittura grandissima, quella che si respira in queste pagine, perché va al cuore, all’anima, là dove la vita e la speranza si fissano negli occhi e si capiscono.
Gennaro Matino è nato a Napoli nel ’56. Vicario Episcopale nella sua città, è docente di Teologia pastorale e insegna Storia del cristianesimo presso l’Università Suor Orsola Benicasa. Editorialista de “Il Mattino”, collabora con il quotidiano “Avvenire” e sul settimanale “Famiglia Cristiana” cura i commenti ai Vangeli domenicali. Da sempre impegnato nella ricerca del dialogo con l'Altro, inteso come differenza, sostiene un rinnovamento ecclesiale che passi attraverso linguaggi religiosi nuovi, comprensibili all’uomo di oggi. Tra le sue pubblicazioni recenti ricordiamo: Aspettando Natale (20042); con Erri de Luca, Mestieri all’aria aperta (2004); Per San Paolo ha pubblicato: Un padre scandalosamente nostro (2005); Raccontami di lui (2007), Il pastore della meraviglia (2007), L’ultimo dei magi (2008) e Buon Natale gentilezza (2009).
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