Crescenzo Fabrizio, giornalista pubblicista, è nato in Irpinia nel 1968: di formazione cattolica, ha collaborato con diverse testate giornalistiche locali e ha curato la riscrittura di un testo teatrale sulla Passione e morte di Cristo. È stato lungamente impegnato in ambito politico e sociale. Con la Book Sprint Edizioni ha pubblicato il suo primo romanzo Ombre, penombre, e luci nascoste (Aprile 2010). Nel tempo del racconto c’è una continua ricerca della luce. Lo sfondo nel quale si concretizza, è Castel Ombrosa. Un luogo sospeso come nel sogno, che alterna ricordi e memorie. L’intreccio viaggia con molti personaggi famosi sulle spalle del tempo. I tre protagonisti sono ben tracciati e pettinano con intrighi e retroscena, le pagine. Una penna – quella di Fabrizio – che di sicuro ci regalerà altre emozioni e magari altri enigmi da risolvere e mascherare. Uno scrittore che usa la fantasia accanto al presente, con la seduzione della storia accanto al futuro.
Scrive Vladimir Nabokov in un piccolo libro dal titolo Cose trasparenti: “Quando noi ci concentriamo su un oggetto materiale, ovunque esso si trovi, il solo atto di prestare ad esso la nostra attenzione può farci sprofondare involontariamente nella storia”. Lei è d’accordo con questa affermazione?
Lei ha pubblicato da poco il suo primo libro, come sono nati i personaggi della storia?
“Qualcuno sicuramente dal mio vissuto quotidiano: dalle esperienze maturate nel tempo a tratti caratteriali e suggestioni colti in persone reali che ho conosciuto.”
Qual è la più grande soddisfazione per chi si accosta alla scrittura?
Quali sono i suoi scrittori preferiti?
“Umberto Eco su tutti, ma dopo aver letto un libro scritto bene resto affascinato dalla capacità dell'autore di coinvolgermi ed emozionarmi. E di libri scritti bene ne ho letti davvero tantissimi.”
Quali sono i suoi maestri di riferimento?
Chi scrive che ruolo ha nella società?
La scrittura è necessaria in questa società?
Perché?
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