giovedì 18 marzo 2010

Aniello De Chiara: ritratto storico di un sindaco

di Vincenzo D'Alessio e G.C.F.Guarini

Nasce a Solofra (Av) il 20 novembre del 1942, il padre Luigi la madre Vitolo Anna, muore a Solofra il 19 marzo 2001. La sua esistenza si svolge tra Solofra e i luoghi dove ha studiato, principalmente Napoli e la sua provincia. Si laurea in medicina nel 1970, all’Università Federico II di Napoli, con specializzazione in neurochirurgia. Si sposa a Solofra e i suoi figli e la moglie Annamaria vivono oggi in questa realtà.
La sua memoria è cara a molte persone: come medico ha curato tanti malati sollevandoli dalle sofferenze, senza chiedere compensi. Come politico è rimasto fedele alla linea socialista, che aveva abbracciato dall’inizio, propugnando la scelta di base: difesa delle classi lavoratrici, chiamate a controllare i mezzi di produzione, in una realtà socio-economica dove gli arricchiti, che hanno sostituito l’aristocrazia del XVII secolo, dominano senza dare peso alla morale, gli avvenimenti e le sorti civili.
Questa scelta, amata e difesa fino alla fine dei suoi giorni, gli ha procurato l’odio della schiera dei nuovi arricchiti, che hanno utilizzato ogni loro risorsa pur di eliminarlo dalla scena politica regionale e locale.
Sta di fatto che ancora oggi, con un presidente come Barack Obama e in una nazione democratica come gli Stati Uniti d’America, quando i suoi avversari intendono offenderlo gli appiccicano il nomignolo di “socialista”.
Nel 1985, il Nostro, come esponente del Partito Socialista Italiano, era stato eletto presidente del Consiglio Regionale della Campania, fu rieletto nel 1990 e rimase consigliere regionale fino al 1992. Dopo le alterne vicende del Partito Socialista Italiano nazionale, aderisce al nuovo partito del SI (Socialismo Italiano) e ricostruisce buona parte delle fila di quella gente genuina che non aveva nulla a che vedere con il denaro facile e le ambiguità. L’onestà, al Nostro, è costata molto cara.
L’anno che segna l’inizio della rinascita di Solofra è il 1993. Aniello De Chiara si prepara a divenire sindaco della città natale e lo fa con tutto l’entusiasmo del suo predecessore, Vincenzo Napoli, schierato dalla parte dei lavoratori con l’occhio attento alle vicende urbane, inserite nel contesto internazionale. Riceverà infatti, per primo in Campania, una rappresentanza politico-industriale della Repubblica Popolare Cinese (1995), rafforzando le radici monoculturali della concia che fanno di Solofra l’unico polo conciario nel Meridione d’Italia.
Accostandolo alla figura del grande sindaco socialista Vincenzo Napoli, vogliamo sottolineare l’energia del fare che distingue gli uomini che lottano in favore delle classi meno abbienti. Scaturisce da questa scelta l’intitolazione, voluta dal Nostro, della Sala del Consiglio Comunale, all’interno del Palazzo Orsini, alla memoria di Vincenzo Napoli, varando in questo modo l’assetto politico amministrativo del suo sindacato.
Egli ha rinnovato le speranze del popolo di Solofra, consegnando le sorti civili e i servizi, di nuovo nelle mani dei lavoratori, che formano la maggior parte della popolazione produttiva del luogo. Il modo migliore di porsi è quello del fare: ripristino del Palazzo Ducale Orsini e riapertura il 29.9.1995, con la presenza del chiarissimo rettore dell’Università” Federico II di Napoli” Fulvio Tessitore, con fruibilità degli uffici comunali di nuovo nel centro della città (prima erano collocati nell’ex convento Sant’Agostino). Nello stesso anno 1995 organizzò le celebrazioni del primo centenario della nomina a città di Solofra, da parte di Umberto I Re d’Italia, con una fitta schiera di “solofrani illustri”, prediligendo le scuole di ogni ordine e grado del territorio solofrano.
Negli stessi anni: ripristino storico-architettonico dell’ex convento di Sant’Agostino, abbattuto a seguito del sisma del 23.11.1980, con elementi di spoglio utilizzati in modo degno dall’architetto Mario Dell’Acqua, restituendo dignità a quell’edificio e al suo giardino, dopo che la popolazione locale gli aveva attribuito il nomignolo di “mostro”, dovuto alla ricostruzione. Ripresa anche del colonnato che formava il chiostro interno dell’ex convento, già sede comunale dal 1896, dell’antica lapide marmorea che riprende l’immagine di Sant’Agostino (sec. xv) e quella del restauro dello stesso convento avvenuto nel 1773 . N’è testimonianza severa il volume redatto nel 1990 dal professore emerito don Michele Ricciardelli che aveva lamentato la perdita del complesso di Sant’Agostino.
Don Michele Ricciardelli, professore emerito nelle università americane, rientrato a Solofra dopo il sisma dell’80, poco avvezzo ai complimenti, fu grande estimatore di Aniello De Chiara, scoprendo in lui il promotore della ripresa culturale e civile della sua stessa città natale. Non si sbagliava. Infatti nel novembre dell’anno 2000 convoca i migliori studiosi di Francesco Guarini (o Guarino) nel luogo della sua nascita, Sant’Andrea di Solofra, promuovendo diverse manifestazioni e la pubblicazione di un tomo che riunisce finalmente tutte le testimonianze prodotte sull’opera artistica e sulla vita del grande pittore del Seicento: Francesco Guarino da Solofra nella pittura napoletana del Seicento (1611-1651) del chiarissimo professore Riccardo Lattuada. Promuove anche l’installazione dell’erma del grande artista nel giardino adiacente la chiesa di Sant’Andrea, opera in bronzo dell’artista irpino Leone Sinibaldi.
Si circonda, insomma, del meglio della Cultura contemporanea, favorendo gli scambi con le vicine Università di Napoli e Salerno.
Molte altre opere sono da segnalare: l’abbattimento del dismesso edificio della scuola media e la realizzazione, in località Casa Papa, del Palazzetto dello Sport, della piazza Monsignor Giuseppe Marello, delle attrezzature sportive annesse al convento dei Padri Giuseppini d’Asti, a Solofra. Attivazione e rifacimento dell’edificio delle scuole elementari di via Casa Papa, con adeguamento alle norme della Comunità Europea. Lo stesso avvenne per l’edificio delle scuole elementari di via Cappuccini, adeguato alle norme europee. Ripristino dell’edificio sacro dell’ex convento di Santa Chiara con annesso chiostro interno.
Il secondo mandato amministrativo, che va dal 1997 al 2001, darà nuovo spazio alla tutela del territorio, al cablaggio dell’intera valle solofrana, alla promozione di altre attività culturali e sociali. Non tutto possiamo ricordare, a nove anni dalla sua scomparsa, perché non tutti gli Atti storici possono essere a nostra disposizione. Aniello De Chiara come politico ha dato tanta fiducia alle persone che l’hanno, poi, ricambiato in modo diverso. Questa estrema fiducia è una delle cause concorse a determinarne la prematura scomparsa. Il suo suicidio è stato visto, nella società cel tempo, come un atto di grave danno a sé stesso e alla reputazione famigliare. Non stiamo definendo un eroe, perché ogni uomo ha limiti ed errori, né giustificando l’estrema scelta, stiamo soltanto ricostruendo, come testimoni storici degli avvenimenti, quali forze in campo hanno determinato il percorso umano e politico del sindaco De Chiara.
Il silenzio di questi nove anni, che ci separano dalla sua scomparsa terrena, hanno opacizzato la figura forte e severa del politico e quella sincera del padre. Queste poche righe vogliono essere un contributo alla sua memoria in mezzo agli uomini.

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