giovedì 17 dicembre 2009

Il mio regalo per te

di Antonietta Gnerre


(Vincent Van Gogh, Pini contro un Cielo Rosso al Tramonto)




Ogni tanto i sogni ritornano. Arrivano numerosi e reggono insolite emozioni. Una certa capacità di destino, come gli uccelli quando si affollano, umilmente sulla piccolissima fetta di dolce abbandonata da qualcuno che pesa i propri pasti. Sulle località di un destino esistono molti percorsi, stradine che sviano i sentimenti veri. Ogni istante ha l’aria di una località ben diversa dalla precedente, come un segreto da rispedire indietro in direzione di un telos nuovo. Oltre la nebbia che chiude ogni sguardo, come un muro. Il desiderio è sempre affiancato da quella solitudine di fuggire dal suono della terra e dal respiro tagliato dell’erba, quando si cerca una voce dai polmoni di un pensiero. E malauguratamente inizia un nuovo giorno quando comincia la fine. L’ultima strada fra i pini fin dove s’affacciano, tutti i secondi di una persona, che si volta indietro nell’ombra inumidita delle chiome degli alberi. Un filo sottilissimo di aria che replica un respiro, un sapore conosciuto, sospeso, stratificato, ferito, con cui sciogliere un solo gesto, richiesto da un solo istante. Un giorno si presentò dal passato, lì davanti – al mio albero di Natale – il mio sogno. Aveva la mente sofferente di problemi, gli occhi essiccati. Quel sogno aveva viaggiato a lungo per le terre distratte di questo pianeta, per le stradine addobbate di luci e di colori. Mentre la pioggia presente e dolce e mai assente rievocò tutte le emozioni più volenterose. Cadde anche quella sera, sulle macchine, come una madre sempre attenta. La pioggia leggera, innocua, serena ed avvolgente. Era caduta tante volte sulla mia anima. Di quella sera ricorderò per sempre il peso della mia scelta. Oggi per caso, io tiro fuori integralmente dallo spazio di un solo ricordo il mio dono: la poesia. Come una superficie che riflette i desideri sulla carta di un solo colore. Come una musica che ti resta impressa nell’anima, nel cervello nella parte più nascosta delle ossa, nell’olfatto, fra il cristallo di un programma non previsto. Ritornano le ore, i pensieri forti, il corpo. Ed è così che ci ritroviamo, perché quello che recuperiamo tra la polvere delle nostre emozioni è molto di più di un semplice regalo. Quello che troverete anche voi, sotto il vostro albero di Natale è un meraviglioso dono: la parte migliore di voi. Un sogno che dura per tutta la vita. Auguri.

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