mercoledì 10 giugno 2009

Frank Spada vince

VinciRobin

Il concorso

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Vincitore newsletter del 10 giugno 2009

Appunti per un abbecedario minimo sul jazz di Frank Spada

Art: soprannome Donkey Drunk, un nero testardo come un mulo e spesso ubriaco da non reggersi appeso al suo strumento, fu cacciato dal ‘gregge’ di Hermann durante una tournée in California. Qualche ingaggio al Haig o al Lighthouse di Rumsey a Hermosa Beach e l’ultima volta che fu visto in piedi, il fermo immagine di Claxton lo fissò al The Black Hawk a San Francisco. Poi sparì dal giro. Art aveva un’amichetta, una curve e languori piena di quattrini (vedi il caso dell’eredità Duchien – Santa Monica, fine anni ’50) che impazziva per il jazz, e per Art che aveva il dono crudele di saper innalzare al ritmo del be-bop acuti ‘no press’ da stordire chi sta in cielo. La ragazza lo cercò nei localini sparsi lungo la west-coast, ma di Art rintracciò soltanto i suoi amici neri. Loro dissero che il naufragio di quel trombettista era già scritto fin dal momento che era nato (pare che la madre, una con la sete da non accettare compromessi, avesse fatto ciucciare al piccolo i primi drinks cantandogli dei blues). E la faccenda finì lì. Art invece, più o meno nel frattempo, fraseggiava su una nave diretta a occidente e fumava erba suonando rumbe lente; scambiando battute senza swing con quattro bianchi. A Rotterdam, Art lavorò per un po’ al Van Hess Club, poi andò oltre Manica. Ospitato in un villino fuori Londra, la proprietaria, certa Miss Aberd, una zitella con trent’anni su ogni fianco e un auricolare sempre acceso, lo teneva a pensione come un figlio. Un mattino, che non era ancora l’alba, Art sparì sul serio. Mistero nell’Aberdeenshire, la stampa titolò per qualche giorno; sottotitolando: “Musicista americano dissotterrato da un cane in un giardino”. Poi più nulla. Spulcio tra le cronache del tempo e scopro che il vicino fu arrestato qualche anno dopo, accusato di omicidio. Se questo fosse avvenuto dalle mie parti, beh, si sarebbe capito subito che chi ha ammazzato er sumaro giù l’orto non sopportava i suoni alti. In ogni caso, la commedia è finita senza acuti, povero Art – avanti con la B.


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Vincitore newsletter del 20 marzo 2009

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