venerdì 13 marzo 2009

Su Il primato della pietà di Nino Di Paolo

recensione di Morena Fanti




Il primato della pietà
Nino Di Paolo

Fara editore, 2008
pp. 192, euro 14,00


La Pietà – sentimento ormai dimenticato negli usi e costumi di una società sempre meno attenta e rispettosa verso gli altri – è il filo conduttore di questa sequenza di racconti. Quattordici racconti, come sono quattordici le opere di Misericordia a cui Nino Di Paolo fa riferimento nella scrittura di questi testi, alcuni autobiografici, che penetrano la coscienza dell’autore mostrandolo nei suoi pensieri e nelle sue vicende più intime.
Come nel precedente Anno Santo 1975, ma quello era un viaggio vero, un viaggio di piedi e chilometri, anche in questo libro Di Paolo ci racconta di un viaggio. Questo di Il primato della pietà è, però, un viaggio di sentimenti e di memoria. Dall’infanzia, con i viaggi ripetuti annualmente da Pero verso Casalanguida e le radici familiari, alla nascita dei figli, seguiamo Nino Di Paolo nelle vicende che lasciano segni nella sua coscienza e nella sua anima. In questi racconti troviamo tanti bran(dell)i della nostra storia, in un percorso narrativo che ripercorre eventi e storia degli ultimi quarant’anni. Ma, cosa ben più importante e che si incide nella nostra lettura e nella nostra mente, in queste pagine troviamo il pensiero di vita di Nicola, ciò in cui crede, le cose che considera importanti. In sintesi, in questo libro c’è il pensiero e la forza dell’anima di Nino.
Non a caso ogni racconto è dedicato a qualcuno: dai personaggi pubblici della nostra società e della nostra storia (intensa la dedica a Mina e Piergiorgio Welby), ai personaggi ‘privati’, quelli che – amici e familiari - Di Paolo considera punti di riferimento. Bellissima la dedica all’ultimo racconto, quello che chiude il libro “ai miei coetanei di Pero con cui ci siamo insegnati tutto”.
Queste dediche sono il segno preciso di ciò che spinge Nino alla scrittura: nelle sue storie l’autore riversa sé stesso in un culmine di emozioni e di sentimenti. La Pietà diventa quindi quell’attenzione, quella cura che la nostra società ha dimenticato, e Nino Di Paolo, moderno cantore che impersona la voce narrante di una saggezza ormai dispersa, ci rammenta la nostra (perduta) coscienza sociale.


Nessun commento: