giovedì 5 febbraio 2009

News da Marco Guzzi

Carissime amiche e carissimi amici,

in questi primi 12 mesi di crisi economica, in cui è andato in fumo circa il 50% della capitalizzazione finanziaria mondiale (qualcosa come 11.000 miliardi di euro), sentiamo sempre più spesso utilizzare la parola “conversione”.

Dobbiamo riconvertire in senso ecologico le nostre industrie automobilistiche, e, più in generale, l’intero sviluppo economico del mondo, ci dice Obama.
Dobbiamo convertirci alle fonti energetiche rinnovabili, avviando quella “conversione ecologica”, di cui parlava Alex Langer già negli anni 80.
Dobbiamo convertirci ad un capitalismo “creativo” e aperto agli interessi dei più poveri, ci dicono all’unisono Bill Gates e Mohammed Yunus.
Dobbiamo convertirci ad una vita meno sprecona, come ci suggerisce Antonio Galdo nel suo ultimo libro Non sprecare.

La conversione è un cambio di rotta.
Possiede in fondo lo stesso significato di rivoluzione e di ritorno.
Ad un certo punto facciamo una conversione ad U perché ci rendiamo conto che stiamo sbagliando strada, o che siamo giunti in un vicolo cieco.
Questo cambiamento di rotta, personale e storico-culturale al contempo, credo che sia l'unica vera opportunità che ci offra questa crisi, che sarà probabilmente molto più lunga e profonda di quanto tuttora si creda, e procederà a balzi, alternando scossoni e momenti di ripresa.

La conversione ad una vita nuova è uno dei più forti e radicati archetipi dell’inconscio collettivo dell’Occidente, ed ha animato, nel bene come nel male, tutta la nostra creatività e il nostro desiderio di cambiare noi stessi e il mondo.
Oggi torna a significare un grande mutamento di mentalità, secondo l’antico significato di meta-noia: siamo chiamati a sviluppare cioè una mente che sappia vedere nell’interesse del tutto (e di tutti) il proprio interesse, al di là di ogni miopia egoistica.
Questa è la chiamata planetaria ad un nuovo inizio.
Una chiamata che non viene più soltanto da un impulso morale o spirituale, ma dalla necessità di sopravvivere come specie umana su questa terra.

Vi scrivo questo per segnalarvi l’avvio, sabato 7 febbraio, alle ore 10.50, di una serie di trasmissioni che condurrò per Radio Tre, proprio su questi temi:

Dalla fine all’inizio
Percorsi per ricominciare

Il programma, che si intitola Percorsi, ed è a cura di Elisabetta Parisi, andrà in onda il sabato e la domenica dalle ore 10.50 alle ore 11.50.
Si affronteranno otto scenari fondamentali della vita contemporanea osservando appunto ciò che si sta consumando in essi e cosa stenta ad emergere come nuova configurazione.
Il calendario delle trasmissioni è il seguente:

7 feb. La mancanza di senso e il bisogno di un nuovo orientamento
8 feb. La fine e la rigenerazione della famiglia
14 feb. Il tempo che ci manca
15 feb. Fine della guerra, inizio della pace?
21 feb. L’emergenza educativa
22 feb. Città, megalopoli, e nuove relazioni
28 feb. La crisi del principio di autorità
1 marzo Nuovi itinerari di vita interiore

Le trasmissioni saranno riascoltabili e scaricabili a questo indirizzo:
http://www.radio.rai.it/radio3/percorsi/index.cfm

Questa, tra l’altro, è per me un’occasione per tornare alla conduzione radiofonica dopo esattamente 10 anni, riproponendo le tematiche che mi stanno a cuore, in modo spero più semplice e diretto.



Nel mio sito www.marcoguzzi.it ho inserito un Nuovo Video che mi permetto di segnalarvi e che riprende temi che saranno sviluppati anche nella trasmissione dell'8 febbraio:

Il matrimonio come opera d'arte

Crisi e rigenerazione della relazione di coppia



Vi segnalo poi che potete leggere un mio intervento su

La Chiesa, gli atei, e i mass-media

a questo indirizzo:
http://www.benecomune.net/news.interna.php?notizia=657

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