di Marco Zavarini
La zucca
C’era, in casa, una grande zucca, che nessuno osava tagliare. L’avevano lasciata in un angolo, al buio, ci passavano vicino spesso, i loro pensieri e i loro percorsi obbligati da una stanza all’altra la sfioravano appena. Si scambiavano parole di reciproca comprensione: è così dura…
E l’avrebbero lasciata marcire, per buttarla finalmente, con sollievo, e finalmente le loro mani non avrebbero più tremato di fronte al dovere di impugnare i coltelli.
“L’hai tagliata tu? ci sei riuscito… era…”
Bastava un gesto sicuro, lo sapete già cosa farne, della polpa, o forse no?
I tageti
Nel giardino c’era sempre stata solo erba, con pochi fiori portati dal vento, piante, e le foglie secche cadevano spontaneamente come erano nate.
Non avevo mai pensato di seminare fiori, pensavo che il mistero della loro nascita appartenesse solo alla natura.
Poi ho interrato, prima in una terra accogliente, bagnandoli sempre, senza sapere cosa sarebbe successo, poi nel giardino, dei semi, dei tageti.
I semi si sono rotti, e quegli steli delicati sono diventati l’appoggio per tantissimi fiori, che hanno circondato tutto il giardino.
Anche dopo essere appassiti, quei fiori hanno lasciato cadere a terra i loro semi, e ogni primavera e autunno i tageti tornano a spuntare, spontaneamente, ormai riconsegnati alla natura.
Avevo sempre creduto che nella vita crescesse molto meno di quello che si semina, ma se i semi che germogliano non sono tutti, ci sono i loro figli, anche se noi non li conosciamo più per nome.
Nessun commento:
Posta un commento