lunedì 8 ottobre 2007

Presentato Il Palazzo vuoto



articolo apparso in www.ds.rimini.it/?p=335 (3-10-2007 in Cultura)

Il palazzo vuoto: il libro di Rossini presentato dallo scrittore Piero Meldini e dal giornalista Giorgio Tonelli


Venerdì 5 ottobre alle 18.00 presso la sala del Giudizio del Museo di Rimini, verrà presentato Il Palazzo vuoto - La politica nell’epoca della fine dello Stato nazione di Alberto Rossini, pubblicato da Fara. Discuteranno del libro il giornalista televisivo Giorgio Tonelli, al quale sarà affidato il compito di avviare e condurre il dibattito, lo scrittore e saggista Piero Meldini, il presidente della Provincia Nando Fabbri ed il deputato Ermanno Vichi. Il momento sembra essere particolarmente appropriato vista l’ormai quotidiana polemica tra politica e antipolitica. Il saggio, uscito ad aprile, ha avuto quantomeno il merito di anticipare un argomento ora esploso su tutti mezzi di informazione. Rossini sviluppa un’analisi dalla quale emerge che la politica è entrata in crisi poiché la globalizzazione cambia non solo il modo di pensare ma anche il nostro agire quotidiano. Che senso ha legiferare all’interno di una nazione, di un territorio limitato e circoscritto, quando persone e cose ormai sono proiettate su uno scenario globale?

Il Palazzo, in questo contesto, rischia di essere svuotato dall’interno. Impossibilitato, da un lato, ad intervenire in decisioni sovranazionali che sempre più spesso toccano direttamente la vita di ciascuno di noi - dalle questioni ambientali a quelle sugli organismi geneticamente modificati - poiché le competenze territoriali sono rigidamente circoscritte ai confini amministrativi. D’altro canto, anche sul versante locale, sulle questioni in cui avrebbe la competenza ed il dovere di intervenire, il Palazzo incontra crescenti difficoltà: le lobbies, i comitati e altre forme di potere legittimamente organizzate rallentano o bloccano questa o quella decisione - vedi il caso delle liberalizzazioni o delle autorizzazioni necessarie per le grandi opere. I poteri di veto si moltiplicano e l’indecisione diviene abitudine consolidata.

In questo vuoto cresce e prospera l’antipolitica che cerca risposte facili ma impossibili in un mondo in cui la complessità è la regola. La partita, tuttavia, è aperta. Infatti, secondo l’autore, è ancora possibile, anzi doveroso, trovare soluzioni percorribili. Per superare l’impasse, la politica deve ri-trovare la propria forza e prendere decisioni operative. Ri-partendo, forse, proprio dal locale, ovvero dal livello più vicino ai cittadini, alle persone, ai singoli individui, che hanno problemi precisi, concreti che richiedono risposte altrettanto precise e concrete. La scommessa è capire quanto la politica, intesa come arte del governo della cosa pubblica, sia (ancora) capace di svolgere questa funzione. Di questo - e ovviamente di molto altro - saranno chiamati a discutere gli invitati tenendo conto delle proprie competenze e degli importanti ruoli e funzioni che ricoprono nella società civile e nelle istituzioni.

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