giovedì 10 ottobre 2024

COERENZA, INCOERENZA IN – COERENZA: su Apologhi in fotofinish di Maria Lenti

Riflessioni sulla libertà della parola e metodologia operativa 




Apologhi in fotofinish. Racconti e altri scritti è l’ultimo libro di Maria Lenti e segna sicuramente un punto importante nella vita letteraria di questa scrittrice, devo premettere anche, in quanto recensore, che ho trovato una qualche difficoltà a trovare tra i due lemmi, da cui il titolo è costituito: apologo e fotofinish, il comune denominatore che l’autrice invece ha colto. 

L’apologo, come è ben noto, infatti, è un elemento letterario importante e con una propria aura ambivalente il quale sin dai tempi più lontani percorre la storia in forma di breve racconto. Una narrazione letterario-pedagogica  edificante, espressione di valori morali e fini etici. In questa configurazione sostanzialmente statica, immutata  dalle origini, l’apologo è giunto sino ai nostri giorni. Fotofinish, diversamente, è il termine con il quale si indica il procedimento usato nelle attività sportive per fermare in un fotogramma l’attimo, la fase finale di una gara sportiva, in particolare di velocità. Proprio per il loro essere portatori di significati e contenuti opposti – quello che rimanda alla immutabilità storica del suo essere e quello che con la ripresa fotografica coglie sino al millesimo l’attimo estremo, fuggitivo e in esso l’azione e la velocità – per questo i due termini divengono realtà differenti.

Allora quelle che la scrittrice urbinate consapevolmente ha usato secondo una accezione volutamente conciliativa sono parole che rimandano a concetti opposti  e tra loro contraddittori. L’una  connessa con la staticità e la continuità storica: l’Apologo, l’altra: Fotofinish, che richiama la rapidità e l’instabilità dell’attimo che corre via. Grazie però al concetto di “tempo”, che diviene il loro comun denominatore dei due lemmi e alla riflessione creativa la scrittrice li fa coesistere, in forma coerente, consentendo loro di essere in – coerenza.  Sicuramente non pochi sono stati anche gli interrogativi che Maria Lenti si è fatta in questo cammino che l’hanno portata al determinante passaggio dalla memoria di un vissuto personale, come tale soggettivo,  ad una riflessione oggettiva. 

Indubbiamente  si è chiesta: 

Si tratta di un percorso solo sul significato delle parole o  pure quello che la ricerca del comun denominatore dei lemmi lascia intravedere ma non riconoscere?

Il passaggio dall’opinione soggettiva al pensiero oggettivo costituisce un salto di sintesi nella rappresentazione mentale della vita?  Ecc.

Cammino, questo di Apologhi in fotofinish. Racconti e altri scritti,  della scrittrice e poetessa urbinate, che si articola in tre sezioni, quella dei 25 racconti dove si configura anche il primo passaggio verso la nullificazione dell’io narrante tanto che gli stessi titoli dei singoli racconti divengono elementi oggettivi: Invidia, Gelosia, ecc. Nella seconda parte, composta di 11 scritti, titolati Dintorni, i fatti e gli avvenimenti inducono ad una consapevolezza nuova e attraverso argomenti disparati, nonostante la chiarezza letteraria proposta dalla scrittrice, nella diversificazione dei temi l’insieme si propone con la struttura di un ramo di quercia, sinuoso e anfrattuoso nel dissimulare la necessità della sua presenza e del suo esserci. Un percorso quello della scrittrice di Urbino che soprattutto nella terza sezione Scritti diversi,  composto da 15 scritti, i quali potrebbero essere propedeutici per futuri approfondimenti, e si realizzano soprattutto con la vigile presenza della ragione e dell’intelligenza.

Al lettore forse può venire spontaneo porsi alcune domande ma nel suo continuo interrogarsi, queste potrebbero insorgere nella stessa autrice, e chiedersi  quale libro stia scrivendo, dove l’elemento biografico, privato diviene subito sostanza simbolica grazie anche a forme di mediazione intellettuale, di riferimenti culturali che dal dato personale tendono a definire il profilo di un periodo, di un clima, di una civiltà. La Lenti però sa nella sua intelligenza laica che il vissuto, la sua storia personale, per quanto articolata e ricca, fanno parte tanto di lei quanto appartengono agli altri. Si potrebbe dire che in realtà non le appartengono più di quanto non appartengono alla storia di tutti.  

Si tratta allora del superamento  dell’angoscia che accompagna la quotidianità del vivere. Qui sta il punto di congiunzione, il nullificarsi degli opposti che apparentemente si presentano sin dall’inizio e ci avvertono della maturità umana e culturale di Maria Lenti. IL segreto della coesistenza degli opposti, di cui Maria ci avverte è il loro essere in-coerenza, senza voler divenire espressione di saggezza la quale solitamente viene collegata al vissuto e al trascorrere del tempo.                

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