IL TRIONFO. Mattia era un ragazzo di 21 anni che dopo essersi preso 1 anno sabbatico dopo il diploma di liceo scientifico aveva deciso di frequentare l'università di medicina a Roma, anche se non ci credeva molto, ma solo per il fatto di non dover finire come il padre a fare per più di 40 anni un lavoro alienante, ripetitivo e monotono dentro una fabbrica di scarpe prendendo una misera paga e poi una misera pensione. Lui aveva una adesione minimale e frammentaria della realtà contingente, in quanto aveva poca resistenza al costante impegno e alla strutturazione nella maturazione responsabile deterministica, tanto che pensava di lavorare poco, in maniera appena sufficiente facendo molta libera professione per guadagnare molto e potersi concedere così una vita agiata e benestante. Lui voleva vivere di espedienti e per questo se ne stava come molti giovani della sua età in precario equilibrio tra certezza motivazionale genitoriale nel processo di un duraturo ed impegnato lavoro dato da una certa disciplina dovuta alla volontà, e l'elusione di un dibattito critico che creava interpretazioni non globali del vissuto per fattori di comodo o propria convenienza ad avere le spalle coperte oppure a vivere sulle fatiche degli altri e sullo sfruttamento del loro lavoro. Il primo esame che Mattia dovette affrontare era quello di Patologia generale I con il dottor Morolli Luca con cui avrebbe dovuto presentare una tesina dal seguente titolo "Malattie autoimmuni con particolare riferimento alle artriti reumatoidi a livello della sinovia" Mattia però non aveva molta voglia di studiare e quindi cercò di elaborare un poco degli appunti che gli aveva passato la compagna di classe Marilù dove si diceva che normalmente l'organismo tollera i suoi antigeni tessutali in quanto li riconosce come "SELF", ma in alcuni casi questi diventano estranei traducendosi in "FOREIGN" e dando luogo alla formazione di anticoprpi che reagiscono con gli antigeni per "autoanticorpi" con una difficoltà di esatta interpretazione su responsabilità di malattia ovvero di conseguenze, invece, di alterazioni sopravvenute negli organi malati per altre cause. Nel caso delle artriti reumatoide si ha una affezione infiammatoria poliarticolare che colpisce più frequentemente il sesso femminile e le persone anziane (età 70 circa) e la particolarità caro Albisinni è data dal fatto che le articolazioni colpite presentano una sinovia iperemica ed edematosa con notevole infiltrazione di plasmacellule e linfocitaria. Segni della malattia possono essere la perdita di peso, aumento della velocità di eritrosedimentazione e possono essere interessate anche le membrane sierose. Recentemente il fattore reumatoide è stato ottenuto in forma purificata che appartiene ad una proteina della classe IgM con un peso molecolare intorno ai 900.000 ed una costante di sedimentazione di 19S. L'antigene verso il quale è rivolto il fattore reumatoide è costituito da immunoglobuline: si tratta quindi di anti-anticorpo. Spesso il fattore reumatoide circola nel sangue legato al suo antigene sotto forma di un complesso immune che, innescando i consueti mediatori della flogosi, porta alla formazione di infiltrati articolari. A questo punto il dottor Morolli Luca leggendo la breve tesina si indignò perché Mattia non aveva fatto altro che riprendere paro, paro da un libro le informazioni senza fare una propria ricerca e quindi lo interpellò dicendo "Tutto qui?? Io queste cose le sapevo già, e quindi tu non hai fatto altro che copiare, mentre io ho avuto oggi un caso di amiloidosi ereditaria cioè una alterazione amiloide dovuta ad una mutazione ereditaria di proteine specifiche del sangue che formano fibrille amiloidi a livello di transtiretina mutata (ATTRm) che è una particolare proteina del fegato e quindi ti domando come si fa a capire se si tratta o meno di amiloidosi??" "Mah, professore, questo argomento non era previsto sul libro e nemmeno ne abbiamo trattato in classe" "Ma caro mio - rispose il dottor Morolli Luca - davvero ti aspetti che sui libri trovi tutte le risposte dei casi che trattiamo in corsia ed anche negli studi medici?? Stai fresco perché la realtà è diversa e tocca a te fare delle ipotesi e poi prenderti la responsabilità di medico di stabilire una indagine clinica e poi successivamente una adeguata terapia per cercare di fare campare meglio il paziente malato. Tocca proprio a te fare la giusta prescrizione ed a volte l'esperienza non aiuta e quindi devi chiedere il consulto ed il confronto con i tuoi colleghi sperando che loro abbiano già visto casi simili e che ti possano dare qualche dritta perché se no sul fegato 1 anno di terapia cortisonica è veramente una mazzata che può interagire su altri organi come il cuore oltre che sul fegato ed allora altroché amiloidosi al paziente provochi problemi ben più seri che poi sono davvero difficili da tamponare Per esempio il dottor Zompatori lavora nell'ambito della Pneumonefro e tratta malattie come le glomerulonefriti autoimmuni che è più che altro data dalla sindrome di Goodpasture dove l'affezione renale si accompagna ad emorragia polmonare per fattori tossico infettivi che producono a lungo andare un danneggiamento dell'endotelio che scopre e modifica l'antigenicità della membrana basale e rende accessibili agli elementi immunocompetenti gli antigeni della membrana basale inaccessibili se l'endotelio è normale, ma credimi è molto difficile diagnosticarla ai suoi esordi perché la GN è dovuta più che altro a elementi poststreptococcici dove l'interessamento renale è in relazione ai complessi immuni che si arrestano nell'apparato filtrante e questo si evidenzia solo con una PET renale che serve a determinare la localizzazione degli immunocomplessi di carattere transmembranoso. Come vedi quindi non basta avere la sufficienza nella tesina di patologia generale, bisogna anche saper ascoltare l'esperienza che ti dice che nella vita oltre la pazienza di capire nella costanza di studiare e lavorare assiduamente, ci vuole anche la maturità di un maggiore senso di responsabilità dovuto alla stima di chi lavora seriamente ogni giorno accanto ai malati, di chi si dà veramente da fare anche come uomo, marito e padre dando ai figli e agli adepti l'esempio di resilienza per poter portare a casa un buon risultato che poi ti farà ricordare come trionfante sulla morte come Gesù Cristo, non vedendo più una corce ed un supplizio nel sacrificio e nella rinuncia, ma vedendo l'opportunità di una vera Resurrezione. Ricordati ragazzo di non fare vivere ai tuoi figli la profonda sconsiderata disimpegnata delusione!!"
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