PROPOSTA IN BOZZA. LO STIGMA DELLA PASSIONE - NUOVE TIPOLOGIE. In collaborazione con Zamparetti Marco, Gabriele Trivellin, Svanegra, Giovanna Scarca. Il termine "Passione" deriva dal greco e designa una filosofia di un predicativo generale che distingue varie categorie di affettività dell'essere correlativi e complementari all'azione. Si parla di fenomeno ricettivo, di modificazione che nei suoi limiti giunge all'alterazione patologica, per il fatto che la passione concerne la conoscenza (in particolare la sensazione intellettiva passiva o potenziale) ed infine le cosiddette affezioni o meglio tendenze ed inclinazioni dell'anima di carattere intenso e durevole. Le passioni per Platone, venivano messe in rapporto alla ragione e ciò determina un contrasto che si colloca nell'anima concupiscente che si trova negli istinti più che altro libidici, mentre l'anima razionale sarebbe situata nel cervello. Si era poi ipotizzata la presenza di una 3° anima situata nel fegato e sede delle passioni irascibili e questa più che subire affezioni, affronta in base al coraggio gli ostacoli che si frappongono all'azione. Tutte le passioni secondo Aristotele derivano dal pathos (o meglio passio, affectus) e possono determinare alterazioni (anche nel senso di malattia) subita dall'anima, ma tale da coinvolgere in maniera ipocondriaca anche il corpo. Successivamente Spinoza stabilisce che nella passione, non ci sia solo un senso di passività, ma ci possa essere un passaggio da una idea inadeguata che si contrappone ad una azione che sviluppi una idea adeguata che si distingue tra inquietudine, desiderio incosciente, e desiderio consapevole. Bisogna perciò stabilire i confini dell'intensità del desiderio specie in età adolescenziale e puberale in cui il desiderio prende una direzione di impulso o inclinazione dotata di forte intensità, che si impadronisce della mente impedendole di volgersi ad altro oggetto e divenendo, dunque, ingovernabile e diventando un sentimento di piacere e di dolore attuale che non lascia sorgere alcuna riflessione che è una emozione moderante e quindi si traduce in una determinazione unilaterale della volontà diventando poi una forza naturale incontrollabile e dotata di energia irresistibile. Perciò si propone una 1° classificazione delle passioni che si basa sulle POLARITA' piacere-dolore, amore-odio, letizia-tristezza, audacia-timore, speranza-disperazione, gelosia-fiducia, corpo-spirito che poi devono prevedere aumenti o diminuzioni soprattutto per la polarità nuova passione-libertà (passione intesa come carnalità) nella persona con tutte le sue facoltà giacché tutto proviene in primis da necessità naturali. In tale istanza si propone alla professoressa Scarca Giovanna una rilettura di Boccaccio nel suo impegno di Filocolo che rappresenta la "fatica d'amore" riguardante in special modo gli adolescenti che si invaghiscono di una raffigurazione dell'amore in un epos sentimentale che sa mostrare in sé Filostrato cioè l'essere "vinti d'amore" per un rilievo erotico-cavalleresco dove si celano schemi allegorici che dovrebbero rimanere sovraimpressi in una Amorosa visione fino a giungere, invece purtroppo, al tragico epilogo di Fiammetta che tenta il suicidio alla partenza di Panfilio facendo già intravedere suggestioni autolesionistiche dovute alla sindrome dell'abbandono e del conseguente senso di inadeguatezza, prostrazione e frustrazione profonde. L'amore adolescenziale sa essere enigmatico nella sua passione amorosa che tutto travolge e che tutto può distruggere e dalla quale come suggerisce il "chierico" Boccaccio bisogna sapersi difendere mettendo in rilievo le malefatte che derivano dal sogno che non si sa arrendere alla realtà del rifiuto e della negazione fino a giungere al vituperio della misoginia o peggio dell'omicidio di genere. C'è anche ancora oggi cara Scarca Giovanna una dispettosa amarezza che non riesce a temperarsi ad alcuna decisione di meditare e riflettere prima di commettere corbellerie. Inoltre la tensione viene avvertita oggi come ai tempi di Boccaccio, anche dagli artisti in quanto indeboliti e sconfitti da una non completa capacità di dominare il materiale e da un inquieto cimentarsi in più direzioni formalistiche specie per quanto riguarda l'"orrido cominciamento" dove le donne rimangono vaghe persone anche se per prova conoscon l'amore che nel Decameron viene definito come una peste che cerca la giusta evasione per la ricerca di rispondere ad una intima esigenza del rifrangersi dell'amore che completa come ideale di vita e di realtà nei più vari e multiformi aspetti dell'esistenza. Fra poliedriche sfaccettature si tende ad intravedere la più viva ed armonica unità, della complessa e controversa vita umana, la cui salvezza sta nella passione culturale dell'intelligenza che si dovrebbe applicare nell'interpretazione dei testi evitando brutali atti censori e falsi moralismi sulle questioni dell'espressione della sensualità e dell'eros nella poetica. Si possono così far sfilare, in una galleria vasta e tricolore fra il sogno ed il reale, figure, emblemi e simboli di vizi e virtù, che lo sguardo, ora distaccato ed ora ironico, ora appassionato e partecipe sa fermare senza troppi compiacimenti ed indulgenze gli esempi valorosi ed eroici fino a far comprendere ciò che è sciocco per trovate arguite che vengono purtroppo caro Sangiuliano viste come demoniache e che invece non fanno altro che additare gli ipocriti e gli imbroglioni e persino i maliziosi fino a trovare le belle manifestazioni delle più raffinate qualità della gentile arguzia delle passioni e fin anche dell'erotismo che vengon definite come oscenità ed invece rientrano nel complesso quadro dell'esistenza in uno specchio fedele di una società in crisi che tenta di sopravvivere nella conquista della violenza con un ingegno industrioso ed abile che sappia mettere a segno ciò che conta veramente: cogliere la luce della destrezza CULTURALE che tutti ci auguriamo e dalla quale spesso ci disconnettiamo fino a rendere spazzatura persino la poetica bella, quella che mai ci illude e che mai una mente libera e giovane preclude al mistero d'amor avvincente che sa donare spirito di iniziativa e proverbiale critica seducente. GRAZIE per chi vuole veramente promuovere la cultura con la C maiuscola!!!
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