sabato 24 febbraio 2024

 All'Istituto Alberto Marvelli a Tiziano Corradori - LA RISPOSTA PROFESSIONALE MEDICA. Alcuni medici specialisti avevano deciso insieme al dottor Samorani Domenico, e Morolli Luca di mettere a disposizione della gente il loro sapere medico per poterli al meglio aiutare ad affrontare la vita e ad aprirsi a buone prospettive e per questo avevano deciso di accettare la proposta di Marilù e di Francesco e Alessandro Ramberti di poter creare presso il blog che avevano aperto da tempo una rubrica per poter risolvere alcuni spinosi problemi che lanciavano gli stessi cittadini e tutto questo lo facevano con un intervento epistolare. Il primo intervento riguardava un viceprefetto che aveva una retinopatia pigmentosa e per questo avevano interpellato lo specialista Ferrini oculista che scriveva "Caro viceprefetto, credo proprio che a lei sia stata trascurata una sindrome di Reiter cioè una artrite reattiva dovuta principalmente alla presenza del gene HLA-B27 per cui la patologia dura più a lungo fino a portare ad una panuveite cioè una infiammazione in toto dell'occhio e probabilmente lei si dovrebbe recare dalla dottoressa Scarana per verificare se per caso (non fosse mai il caso) lei abbia una infiammazione anche all'uretra dovuta ad una balanite circinata che si è insinuata per colpa del bacillo Clamette-Guerin che ha peggiorato la situazione e tutto questo l'ha rilevato una acutaa osservatrice che vedeva come teneva le gambe (ristrette ed a x specie in zona intima) e poi considerava la struttura delle anche che parevano come anchilosate specie quando camminava muovendosi a "papero" ed il fatto che avesse le spalle ristrette ed arcuate e le mani rigonfie come per ritenzione di carattere gottoso. Ormai però conoscere questi dati potrebbe essere troppo tardi in quanto intraprendere una terapia topica a base cortisonica potrebbe essere deleterio per il suo cuore in quanto la sua artrite reattiva a lungo andare potrebbe intaccare anche il tessuto cardiaco e tramutarsi in endocardite e perciò temo che lei si debba rassegnare a diventare non vedente, ma comunque potrebbe sempre procurarsi una badante che vegli su di lei e l'aiuti nelle proprie faccende e commissioni quotidiane. Spero che non me ne voglia se pubblico questa mia lettera che è a favore non solo suo, ma anche a favore della ricerca scientifica che deve continuare il proprio progresso e potersi sviluppare indipendentemente dal ruolo che una persona occupi nella società quando poi potrebbe essere ulteriore orgoglio e fierezza per lei fare in modo di essere ricordato proprio per aver contribuito raccontando la propria storia alla ricerca che diventa ora più umana grazie alla sua testimonianza di sorriso, di solidarietà portando in parrocchia i propri abiti dismessi per poter aiutare qualche persona meno fortunata di lei. Sono felice di avere aiutato la scienza a fare crediti da un esperienza viva. Grazie dell'opportunità concessami dalla Faraeditore di poter pubblicare in questo spazio le mie impressioni e di averle potute condividere con validissimi colleghi". La seconda lettera venne scritta dalla psicologa Zamparetti Mirca che scriveva ad una farmacista "Cara farmacista incontrata al mercato non è bene se hai un burnout per distress lavorativo che tu ti chiuda maggiormente in te stessa, non interagendo più con i colleghi ed addirittura scostandoli quando ti parlano per tentare di coinvolgerti non solo a livello professionale, ma a livello umano e sociale in quanto il nostro è un lavoro di squadra che richiede la partecipazione di tutti e la loro collaborazione specie a livello delle consegne e dell'organizzazione interna più che esterna con gli utenti. Se un elemento della squadra non ce la fa più ad integrarsi e si sente particolarmente svilito all'interno dell'accoglienza e dell'integrazione ha diritto a chiedere un periodo di riposo pagato di almeno 3 gg in più al mese dietro prescrizione dello psichiatra che certifica lo stato di stanchezza e la sensazione di frustrazione e di cinismo che si prova nel contatto con i colleghi, l'insoddisfazione, il mancato senso di realizzazione, la mania persecutoria che si avverte tutti segnali per cui su certificazione specialistica ci si può allontanare dal lavoro per periodo di riposo certificato con una diminuzione temporanea di contributi di malattia del 20% proposto in prima istanza e non è questione di punizione, ma è questione di buon rendimento di mantenere una linea lucida e non mortificata, una linea spigliata specie nell'ambito farmaceutico dove si ha a che fare con farmaci tipo barbiturici, cardiotonici, e psicofarmaci o morfine che sono di delicata gestione. Non è questione di riprendere un operatore o meno, è questione di farlo confrontare con la realtà del dolore e della sofferenza degli utenti che vengono inviati in farmacia non solo per avere un farmaco piuttosto che un altro, ma anche per avere un primo approccio di scioglimento di dimissione incoraggiante e di certo mantenere un volto deluso e arrabbiato non aiuta in questa missione dove il front-office farmaceutico ha un valore di sprone a curarsi, a guardare avanti e a sentirsi compresi e nonostante le condizioni di salute ben voluti nel loro valore di vita e di partecipazione sociale. Il rapporto con il farmacista è un rapporto di stima, di fiducia, di sostegno alla sofferenza ed al dolore ed è particolarmente dunque significativo nelle dinamiche di sequela del paziente anche nell'impatto di riaccoglienza presso le famiglie e presso la società. Nell'ambito dell'aggiornamento obbligatorio e dei crediti scientifici continui inerenti lo studio e la dedizione ai sofferenti si deve sottolineare che la scelta resa alla comunità deve essere continuamente avvallata anche dall'autocritica e dal valore aggiunto del volersi migliorare pure interiormente accettando le sfide che il destino ci presenta di fronte. Coraggio, non disperiamo, con l'aiuto di Dio e del prossimo sempre avanti andiamo". CIAO. 

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