LA TRASFORMAZIONE POETICA. Corriamo, e fuggiamo sempre persino da noi stessi come tumuli di guerrieri che si dibattono fra le proprie contraddizioni, poiché i peggiori nemici della nostra grandezza risiedono proprio dentro di noi. Il sacerdote che conduce alla rovina la sua stessa famiglia quando ha l'eccessivo rigorismo morale di un arca dell'alleanza tragica di cercatore dell'assoluto. Invece si staglia all'orizzonte il momento autorale femminista che non vuole più essere quella bambola influencer che cerca di giocare ai buoni principeschi sentimenti. Falsi miraggi di ricchezza e bellezza che appaiono dai drammi intellettuali progressisti che non riescono a conciliare la luce dell'intelligenza con le menzogne del web delle buie, sotterranee ragioni dell'istinto che paiono vittoriose affermazioni di una idea della coppia e della famiglia sempre in pieno contrasto con tutte le convenzioni. Grottesca rappresentazione di una superdonna che sa mettere in pratica il messaggio di densità simbolica, dove ormai del naturalismo si perdono le tracce e appare solo la sofisticazione e l'adulterazione di un Io con storie sommesse e disperate di tentativi vani di emersione fra amore materno, paterno, filiale, e fraterno ed un amore universale attraverso una missione umanitaria di riscatto. In ambienti confusi dall'alcol e da stordimenti dei social le figurazioni si muovono come echi distorti della natura. Il moto inesausto che accerchia l'anima a cui si conferisce la materialistica certezza che cancella l'infanzia e la giovinezza, affetti, bellezza e gloria. L'acerbo vero che si rivela alla ragione, in cui l'uomo per viltà chiude gli occhi e si adatta per convenienza alla tranquilla e placida mediocrità del quotidiano stiracchiato, oppure se sa divenir autentico di genio guarda ben fisso e desolato nulla che si possa aprire davanti e vive cercando vane consolazioni religiose. L'antiprosaico stare nella disperazione vittimista per essere compatiti non dovrebbe essere condizione monocorde: essa comporta un complesso processo psicologico; poiché da una parte significa risuscitare ed ascoltare le ragioni del cuore che vuol vivere in letizia e leggerezza dell'adolescenza fra le più vaghe fantasie; dall'altra significa riconoscere la loro caducità, labilità ed infondatezza, le quali dilatano il senso ed il fascino delle chimere, alimentando una sorta di moto pendolare, in cui ciascuno dei momenti non elimina l'altro, anzi continuamente si trasfonde in esso. Scarse coerenze delle intime disposizioni che divengono patetiche nella consapevolezza della mera rappresentazione civettuola ed ammiccante che esprime belle forme ì, ma i tristi e cari moti solitari di quel passero che già muore sulla torre antica al configurarsi dei ricordi e dell'accendersi votivo degli affetti che si dispiega spesso nei vocativi pensieri sparsi fra le righe disorganizzate. Negarsi all'esistenza per rimanere oziosi nella tensione a non lacerarsi fra i poli borderline degli umori altalenanti fra voci commosse e rabbia periferica metropolitana ì, fra spezzate urla e grida ed interrogativi senza risposta e intrise di intemperanze ì, troppo fantastiche ed emotive per analitiche inesatte di scarne e scarse definizioni razionali. Distacchi dalla realtà per endecasillabi sciolti da libertini versi che cercano alternative ai corpi frazionati fra passione, gelosia ed invidia che dilaniano nel continuo mutare del tempo fondato sull'ignoranza e sull'oblio. Tentativi di modificazione fra unità sintattiche e metriche, fra i dettati dall'interno che cercano di superare vocaboli logorati trovando una cadenza di contiguità di parole dimesse e quotidiane che possano rimettere i debiti con i loro echi che sanno come rimettere ai debitori e non inducono nella tentazione dei sensi smodati degli idilli poveri di imprecisioni e di iconografie morte fra l'errare dell'anima analfabeta senza stile e con una indagine poco critica della scolastica che non considera la nota e si riduce ad un pessimistico materialismo che si raggiunge solo con un eroismo disgraziato e aberrante, menefreghista ed indifferente all'amor servente e si cela dietro a oggetti di sé per consumi facili, fastfood semplici, mordi e fuggi di avventure da poco che diventano rovinosa poesia.
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