martedì 23 gennaio 2024

 In partecipazione con l'Istituto Alberto Marvelli al concorso indetto dalla Santa Sede di Roma per il 31 prossimo venturo riguardante la cultura ed i valori cristiani, le relazioni fra Chiese e Stati ed il dialogo interreligioso propone - NON SO PREGARE - Come faccio ad affermare la mia Fede se non conosco bene i principi fondamentali nei quali la singola chiesa o comunità riformata si riconosce? Dovrei trovare un ancora nell'abisso fra gli eventi storici sui quali Israele fonda la sua Fede in Jahweh suo Dio e liberatore. Invece, ho scoperto che Gesù di Nazareth rappresenta una persona "confessione" di un battesimo che chiama per nome ampliando e precisando il suo contenuto che diviene sempre più il fondamento dell'unità della Chiesa attraverso l'integrazione di simboli di Fede elaborati sotto l'influsso, oltreché di determinate dottrine teologiche, di forze politico sociali quali la Confessione di Augusta, Catechismo di Ginevra che determinano la differenza fra le Chiese. In realtà la chiesa confessante potrebbe essere l'espressione che indica la via per il rinnovamento cristiano in quanto questo movimento tentò la volontà di essere una chiesa di confessori piuttosto che i sostenitori di una particolare confessione dogmatica formale. Ma io non so pregare, io più che altro vado in chiesa per ascoltare quelli che pregano pensando che le loro voci ed invocazioni possano giungere ovunque nel mondo che si sente disperato fra le guerre, fra la gente che soffre e che pena, fra i dissidi quotidiani di come procurarsi il pane, fra le macerie della colpa. No non so pregare, io recito solo le prime parole di una Ave Maria che prega per i peccatori intercedendo per loro specie quando sono vicini alla morte dell'anima e del cuore e divengono freddi ed indifferenti. Io ascolto il vento delle voci che tentano di innalzarsi verso il Cielo a chiedere Misericordia per questo tempo senza tregua e senza riposo e poi spero che queste voci trovino qualcuno che si lasci commuovere dal pensiero di un palpito e lo possa ascoltare. Sono ferma, sono bloccata come una pietra, che non si muove e mi sento piccola di fronte all'universo e voglio credere che ci sia un briciolo d'amore che sa spostare ancora le montagne e smuovere le vite a trovare soluzioni per la pace. Il mio essere è fermo, la mia vita è solo poca cosa fra i padre nostro che non sanno come proteggere i figli, dal delirio della droga, da quello della truffa e dell'inganno, dal male della violenza e dell'odio; fra le salve regina che non sanno come donare misericordia e dolcezza fra le dure avversità della vita malata. Il mio corpo è di ghiaccio, fra il magnificat di un tramonto, e l'esultazione di un gabbiano che dispiega le ali, fra il Salvatore in croce e quello che srotola la pietra tombale. Non so essere umile e vorrei essere vincente, per poter declamare la Fede su un cuscino che non riesce a dormire. Lascio che sia l'ispirazione a guidarmi, l'istinto a farmi procedere e non seguo nessun canone in quanto faccio fatica a recitare un rosario e a svegliarmi da un torpore. Come faccio allora ad essere credibile? Molto spesso mi aggrappo alla Fede per sentirmi meno sola, per cercare quel briciolo di comprensione che attorno non riesco a vedere e per sentirmi dentro ad un abbraccio. No non so pregare, ma vorrei che i bambini nella guerra potessero avere un abbraccio di consolazione, che i malati dentro l'ospedale avessero uno sguardo d'amore dentro al giaciglio del dolore e della sofferenza, vorrei che le donne potessero avere il calore di un raggio di luce, vorrei che il sogno di un giovane arrivasse lontano nel futuro e vorrei che tutto questo non fosse solo utopia. No, non so pregare, ma so cosa significa l'amicizia di chi ti sorride quando ti vede, di chi ti sta accanto nella discrezione e ti pensa, di chi è pronto ad ascoltarti e ad accoglierti. Fra un gloria al padre e un invocazione allo Spirito Santo, cerco l'illuminazione, ma non trovo mai l'espressione giusta e più indicata in quanto ciascuno prega come gli riesce, senza seguire una regola e talvolta sovrastato dalle preoccupazioni di sistemare i figli in un buon lavoro, di vederli soddisfatti e contenti, di sapere che stanno bene e che riusciranno a superare i problemi della vita, sapendo perdonare e vincere le vendette e sapendo sopportare il peso delle sconfitte. No non so pregare, perché sono sempre preoccupata da quel liberaci dal male e dalla tentazione ad adagiarmi, a rimanere immobile e a vivere di espedienti. Fra gli abbandoni all'omissione, fra le scelte e le fregature, fra le fatiche e le difficoltà l'ave verum corpus vere passum che si immola per noi mi pare assurdo, mi pare incredibile, un amore incondizionato che vale ovunque, comunque per l'uomo stanco, per l'uomo svilito, per l'uomo disperato e disperso, un amore diverso, un amore fra i chiodi e le spine, un amore universale senza fine. 

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