I TARDI. Era arrivata tardi alla conferenza sul tema della globalizzazione nella modernità perchè c'era traffico durante il tragitto e poi perchè si voleva ripassare ancora una volta il discorso. "Signori e signore oggi l'interdipendenza delle varie società del mondo, corre il pericolo di provocare un forte processo di condizionamento e di interdipendenza per cui le interrelazioni reciproche fra differenti parti del pianeta, sviluppate da processi vari e di natura diseguale e frammentata, non portando ad una integrazione politica e sociale e né tanto meno ad una riduzione delle disuguaglianze internazionali rispetto alla distribuzione della ricchezza e soprattutto del potere, genera guerre." Il tempo stava passando veloce e già si avvicinava il Natale e la dottoressa voleva finire quel lavoro prima delle festività natalizie, in quanto le voleva passare in maniera tranquilla e serena, perciò non si dilungò troppo a leggere il seguito e giunse al punto focale del suo discorso "Pare che oggi si affacci un nuovo fascismo che spinge ad una mentalità combattentistica di larghe masse ad accettare la soluzione autoritaria specie nei paesi dell'Est ed in quelli palestinesi. Il mutamento complessivo dei rapporti fra governo e le società è certamente un elemento qualitativamente rilevante della trasformazione istituzionale e soprattutto culturale che caratterizza l'epoca moderna specie dal punto di vista della globalizzazione economica (commerciale, produttiva e finanziaria) che si ritrova nel liberismo che indica le strategie del successo politico del "libero mercato" (deregolamentazione dei mercati internazionali nella produzione attraverso la "flessibilità" del lavoro e l'aumento del potere economico politico delle multinazionali a scapito degli stati-nazione specie in oriente. L'obiettivo teorizzato dalle grandi potenze di Cina, Russia ed America è oggi come all'epoca del fascismo di assicurare il controllo politico, sociale e culturale su tutte le possibili isole di autonomia all'interno della società e questo avviene principalmente attraverso la globalizzazione spaziale dei flussi migratori e dell'accorciamento delle distanze in virtù delle moderne tecnologie sia di trasporto che di comunicazione. Già la vecchia ideologia e dottrina fascista aveva elaborato la concezione di Stato forte, come momento di sintesi della volontà di alcune nazioni come la Russia e la Palestina, ma aveva individuato anche nella concentrazione dei poteri anche una concentrazione di tutte le energie in quanto sia il vecchio che il nuovo fascismo hanno l'ideologia di raggruppare in un solo fascio le energie della nazione, in funzione duplice: come presupposto di una forte politica estera capace di potenziare la grandezza della nazione assicurando il ruolo di grande potenza; ed anche come presupposto della massima concentrazione delle energie produttive all'interno, contro il pluralismo politico e sociale che caratterizza l'età liberal-democratica che consente l'insorgere e l'affermazione di un movimento proletario. Ciò avverrebbe oggi nella globalizzazione informatico-telematica concernente il potenziamento dei flussi di informazione ed anche attraverso una globalizzazione culturale, legata alla trasformazione del mondo in un villaggio globale caratterizzato da un sistema virtuale e da fake news, in cui a fronte di stigmi e di omologazioni culturali, dovuti al predominio di pochi mass media, si verifica una rapida diffusione delle differenze interculturali che origina talvolta fenomeni di tribalizzazione (cioè radicalizzazioni, dal punto di vista sociale, politico ed etnico, delle differenze locali e delle tradizioni e dei costumi e specie di ritorni premoderni di forme rurali di convivenza). Questo significa che al posto dei soggetti sociali chiaramente definibili ed identificabili anche e specialmente negli aspetti conflittuali dei loro rapporti, il neo-fascismo pretende di imporre la visione fittizia di una armonia prestabilita, la concezione organicistica che può trovare piena espressione, nell'ideologia del corporativismo, mistificando così l'uguaglianza tra lavoratori e datori di lavoro e privilegiando la realtà della parte padronale che si potrebbe realizzare non solo in un intreccio con la burocrazia di Stato, ma anche nei nuovi sistemi schiavisti del caporalato o del salario esiguo e soprattutto in una globalizzazione psicologica dovuta alla diffusione su scala mondiale di un forte sentimento di paura per epidemie, terrorismo e conflitti interni e poi di conseguenza ad una globalizzazione militare di estensione dei conflitti su scala planetaria. Esiste fra l'altro la possibilità di una occidentalizzazione del mondo che non è altro che una nuova colonizzazione attraverso lo sviluppo tecnologico e l'innovazione della ricerca scientifica e del successo capitalistico inteso come "pace perpetua" che invece non è altro che una fase della storia in cui i conflitti fra i grandi capitali e lavoro si sostituiscono fra scontri di civiltà fra loro antagoniste. Quindi incontra moltissime difficoltà l'affermazione dei principi democratici per la persistenza di regole, di consuetudini e più di tutto di mentalità che derivano da schemi antipluralisti per una visione di Stato forte dovuta a super-uomini che enfatizzano attraverso i loro carismi una dittatura delle funzioni istituzionali dovute ad atteggiamenti studiati di carattere istrionico e di gladiatori, in cui si mescolano idee di agitatori politici di oratoria demagogica e di giornalismo della propaganda. In realtà anche oggi attraverso i social un leader assume la forma di eroe e di mito della leggenda che sa ben costruire un personaggio che è come il pifferaio magico che porta una soluzione ingannatrice e insidiosa di ideologia neoliberista imposta da una minoranza ad una maggioranza delle classi sociali dei popoli, da cui conseguirebbe la degenerazione della democrazia in forme di post-democrazia caratterizzate da una totale confusione e disorganizzazione tra potere politico ed economico e tra sfera pubblica e privata come per altro sta accadendo nella vicenda fra il Presidente del consiglio Meloni ed il suo ex compagno il giornalista Giambruno che dimostra una evidente personalizzazione della gestione del potere in una specie di verticalizzazione del sistema istituzionale più a favore di alcuni e più a svantaggio di altri mediante un rafforzamento di parte dell'esecutivo attraverso la ricerca smodata di consensi con tecniche populistiche del "così fan tutte". Il discorso sembrava filare liscio, liscio però lei esercitandosi a scandire bene i termini per modo che venissero compresi, memorizzati, immagazzinati ed impressi al meglio nel cervello si accorse che questo la sfiorava appena in quanto aveva avuto una esperienza di una specie di regime totalitario in casa sua dove apprese che comandava e aveva sempre l'ultima parola la sorella maggiore su cui erano stati fatti i maggiori investimenti dandole un anello di valore che la metteva sul piedistallo facendo accettare alle altre sorelle una forma di subordinazione gerarchica a livello del comandamento "onora il padre e la madre e obbedisci alla loro egida" che nelle prospettive genitoriali doveva consentire nella vita quotidiana e soprattutto nei rapporti fra stato di potestà genitoriale e gli altri, tra l'amministrazione delle risorse famigliari e gli altri di attivare un alibi vittimista là dove NON si era mai detto alla sorella maggiore che l'anello donatole rappresentava una forma di responsabilità alla cura e all'assistenza famigliare e non invece un alibi permanente a colpevolizzare o riversare su gli altri le proprie mancanze ed incombenze con la scusa che loro non si impegnano mai abbastanza e che non sanno mai gestire la situazione così come invece sanno fare loro. Se nell'immaginario essere una principessa viziata rappresenta una figurazione caricata di valori positivi del saper vivere di rendita e sottolineava l'onnipotenza dei capi prescelti, nei rapporti famigliari di fatto essa serviva a legittimare la costruzione di una scala gerarchica che riservava una larga misura di arbitrio ed arbitrato ai vertici per poi generare rivalità di competenze e di credibilità fra gli elementi in modo da fare accettare scelte di opportunismo che servivano ad affermare e realizzare l'autorità di un singolo attraverso la prepotenza attraverso un sistema di terrore e di ricatto morale. Questo sistema vale anche nel concetto mafioso dove i legami sono legati ad un livello di indissolubilità verso figure di spicco che stava al centro delle attenzioni e che in sé stessa distruggeva l'autonomia e l'indipendenza degli altri con una accentuazione alla maggiore considerazione narcisistica senza scrupoli o discrezionalità alcuna specie a livello psicologico. Lo stalinismo poi che fu tipico del fascismo continua a livello di interventi degli Stati nell'economia attraverso le proposte sanzionatorie ai Paesi con tendenza imperialista per tentare di evitare un centralismo in cui si confondano funzioni organiche e di potere personale senza distinguere i 2 livelli creando così una grande crisi industriale che andarono in dissesto per gli errati interventi di impiegati assistiti di un parastato che generò poi la proliferazione di enti inutili nei quali erano aggregati i membri della nuova burocrazia come quella di Checco Zalone che in un suo film non fa nient'altro che timbrare delle carte con una mano, con un altra o con entrambe, cambiando ritmo, ma comunque non imparando mai niente di nuovo o di creativo, ma cercando di mantenere il posto pubblico fisso che dilata l'area dei ceti medi, in un'epoca in cui i cosiddetti nuovi ceti medi nell'Europa sono incrementati dall'espansione di servizi e reti distributive che in Italia significa una scuola di acquiescenza al potere costituito, cinghia e cinghialone di trasmissione di modelli politici e culturali improntanti all'autoritarismo di un ceto dominante e soprattutto al conformismo nelle opinioni politiche e nei comportamenti di costume: Zalone tutta la vita!!
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