giovedì 29 giugno 2023

News da Adele Desideri giugno 2023

a cura di Adele Desideri

Gentili lettori, segnalo quanto segue:

*L’antologia Manifesto per una nuova etica ecologista, a cura di Vincenzo Guarracino, Montabone Editore, Milano, 2023.

I poeti antologizzati sono Daniela Beolchi, Enea Biumi, Manuel Bonomo, Maddalena Capalbi, Adele Desideri, Annitta Di Mineo, Adelfo Forni, Luigi Giurdanella, Maria Carmela Iurato, Nikolle Loca, Dante Maffia, Maria Martines, Maria Elena Mejani, Alberto Mori, Guido Oldani, Jalisco P. Pineda Vasquez, Paolo Pezzaglia, Barbara Rabita, Antonella Radogna, Alina Rizzi, Rosella Rogora, Mario Rondi, Isabella Sandon Tenca, Arianna Sonia Scollo, Lidia Sella, Antje Stehn, Ada Eva Verbena, Vincenzo Zito.

Prefazione di Vincenzo Guarracino
Rimpianti e nostalgie di più felici aure

(…)
(“O terra felice del mio bell’Eupili, ecco finalmente che mi accogli nel tuo seno; mi avvolgi con l’aria del luogo natale e riempi il mio petto desideroso di assaporare l’aria pura. Finalmente quest’aria tonificante che rianima i sensi infiacchiti e ristabilisce le forze, scende negli ampi polmoni che si dilatano per accoglierla”)

(…)
(“Possa morire colui che per primo espose la mia città alle pericolose acque stagnanti e al fango maleodorante; e per desiderio di guadagno disprezzò la salute pubblica....”)

(…)
(”oh! genti fortunate che respirate in un clima mite quest’aria mossa e purificata sempre da venti veloci e da ruscelli limpidi. La natura è stata molto generosa nel dispensare un bel cielo e un’aria pura anche alla città superba; ma chi (tra i cittadini) si preoccupa ora dei doni di una natura così generosa tra il lusso e l’avidità di guadagno e la colpevole inettitudine di fronte a siffatto degrado ambientale?”)


Si può partire da così lontano, dall’ode del settecentesco abate Parini La salubrità dell’aria, datata 1759, per parlare dell’oggi, del nostro oggi assediato da tanti mali, non solo dalla pandemia, con tutto ciò che comporta a livello sociale, sanitario, igienico?

Certo, se ne può e anzi se ne deve parlare, perché la situazione, a dispetto dei secoli trascorsi, non sembra affatto cambiata, se si giunge ancora oggi a deplorare quello che l’abate di Bosisio, trapiantato dalla natia Brianza a Milano, smesso per un attimo il miraggio del freddo astro della “fama” letteraria, additava già allora, il primo in tutti i sensi a farlo!, come causa di un “male” destinato a peggiorare le condizioni della società del suo tempo, ossia l’incuria progressiva nei confronti dell’ambiente e la brama del “lucro”, il desiderio del guadagno.

Oggi, come e più di ieri, l’amarezza per il “male” che viviamo sotto forma di confinamento e senso di precarietà induce tutti a ripensare al nostro modo di collocarci, a partire dai poeti, responsabilmente sulla scena del nostro oggi di incertezze.
È così che, non meno di come faceva il Parini, fanno il manipolo di poeti arditamente raccolto sotto questa insegna PER UNA NUOVA ETICA ECOLOGISTA, personalità diverse per formazione e indirizzi ma coerenti nella volontà di sentirsi e proporsi come avanguardia di un più vasto Movimento: tra rimpianti e nostalgie di un compromesso, se non definitivamente perduto, “etere vivace”, non solo a livello regionale e locale, a livello addirittura planetario, e deplorazione più o meno esplicita, con fermezza a stento trattenuta (come appare, oltre che dai versi, anche dalle precisazioni che molti, quasi tutti, hanno voluto apporre in fondo alla succinta scelta antologica sul tema), delle cause strutturali e morali che hanno portato a questa situazione, tra espandersi inarrestabile di pandemie e deflagrazioni incontrollabili di guerre.


Contributo di Adele Desideri


Les Granges
Un sorriso perso/ un vento sospeso/ e una piccola Alice./ Nelle ossa il rigore
degli inverni,/ vecchie mura tra le mucche,/ i giorni secchi delle alture./ Le mosche qui sono il freddo/ e il vento terso,/ la fuga, il ritorno, la quiete./ L’altalena non è un gioco,/ Silvia,/ è un calice atteso/ tra l’erba e le nuvole./ Nella tazzina fiorita/ l’arcano è velato.// (da Il pudore dei gelsomini, Raffaelli, 2010).

Apoteosi (Neive, terra di langhe)
Lento l’autunno / sfigura negli ambrati / cangianti di morte/ acquerelli.// Gli ondosi vitigni/ inseguono quieti/ il sole che dorme.// Le trine di lino/ tartufano
il canto/ d’un legno bruciato/ nel fuoco.// È il rito dei Morti,/ dei Santi.// Le anime bevono/ liete/ un tocco di vino.// Il raspo dell’uva/ è pece che seda/ l’affanno.// Il cielo si tinge/ di tremuli avvisi.// Poi torna/ il mondo dei vivi.// Si perde l’incanto/ del giallo/ del rosso/ del viola.// (da 
Il pudore dei gelsomini, Raffaelli, 2010).

Breve nota dell’autrice
Tra una pandemia che pare non demordere e un’inattesa guerra all’interno dell’Europa, stretti nell’affanno della vita quotidiana, strattonati dalle incombenze burocratico-tecnologiche, soffocati nell’aria plumbea delle metropoli, malinconici nelle diurne, e notturne, solitudini, le donne, gli uomini, i giovani, gli anziani più non alzano gli occhi al cielo, più non scorgono i messaggi misteriosi della natura, più non ne decifrano la sacralità.
Il poeta, l’artista vi si immerge, e in un sommesso, incessante dialogo, ritrova il senso dell’esistenza, propria e altrui.
Ritrova - in una mosca che svolazza, nell’erba che resiste al rigore dell’inverno, nelle tinte variegate d’un autunno ricco di vitigni, nella luna che appare quale ventre di donna - l’essenza del rispetto per tutte le creature, il senso di una pace anelata e sempre tradita.

*Luciano Curreri, Anni dispari di narrativa Sessanta. Saggi e micro-saggi su Dessì, Rosso, Pomilio, Sciascia, Siké, 2023

“Si può sempre ricostruire un contesto, una specie di commune letteraria, anche solo in virtù di un’invenzione birichina – gli anni dispari di narrativa Sessanta per l’appunto – e rilanciare una curiosità vitale esteriormente, fisicamente dispersiva, tra luci e suoni, dalla Sardegna alla Sicilia, accogliendo poi storia e geografia di altre regioni e città del nostro, plurale paese, e in particolare quelle degli Abruzzi e di Firenze e di Trieste (e Trento)” (al link 
www.ibs.it/anni-dispari-di-narrativa-sessanta-libro-luciano-curreri/e/9788833340692).

“Quando si diventa vecchi, si vuole rallentare il tempo, ma il tempo non si ferma. E allora tieni strette le cose. Se loro ci sono, tu ci sei ancora. Non la vedi, non la vuoi vedere la vita che sgocciola (...) Noi li chiamiamo ricordi, ma siamo bugiardi (...) sono ancore per una vita che se ne va”
(Stefania Auci, I leoni di Sicilia. La saga dei Florio, Editrice Nord, Gruppo editoriale Mauri Spagnol, 2019, XLV edizione 2022, pag. 362-363)

Adele Desideri

1 commento:

Marilù ha detto...

CHIAMALE SE VUOI PULSIONI. La spinta del desiderio che ha la sua fonte nella tensione dell'attesa e di quella di raggiungimento di una meta diventa oggetto non essendo né una forza somatica e nemmeno pura energia psichica, ma piuttosto un processo dinamico in divenire che nella natura delle istanze supera il pudore nel giusto istinto che NON si prefinalizza per dovuta conoscenza del sé che si forgiano nelle fasi infanti fino a polifianlizzarsi in età adulta in scelta di esistenza. La pulsione di autoconservazione è una condotta che si evolve nello sviluppo del piacere che è nell'iniziazione parziale e che si traduce in energia poetica che sa espandersi attorno corrispondendo dalle radici alle foglie a trovare linfa d'amorosi intenti in cui ognun viva il sentimento affettivo, ognun viva come Adamo nella prece di essere padre e come Eva in quella di essere il grembo della vita che rinasce da un verso che mai si estingue ed è subito una nuova alba.