venerdì 26 agosto 2022

Camilla Ugolini Mecca e Natascia Ancarani vincono il Faraexcelsior 2022. Complimenti!

Un grande grazie ai giurati Francesca Abbiati, Maela Bertazzo, Pietro Fratta e Valerio Ragazzini per il loro attento e appassionato lavoro che ha prodotto la seguente classifica. Grazie a tutti i partecipanti e complimenti ai vincitori! Per la sezione Poesia v. qui 

Vincitori ex aequo


Tu sorgerai di nuovo di Camilla Ugolini Mecca (Verona)


Camilla Ugolini Mecca nasce a Verona nel 1971, dove si laurea in Lettere Moderne. Mamma di un bambino di undici anni, svolge la professione di Counselor e Facilitatrice in Costellazioni Familiari e Sistemiche. Nel 2003 ha pubblicato con Liberty House il saggio Ambigue stanze – Un itinerario nell’opera di Antonio Possenti. Nel 2007 il racconto Il paradiso è un cul-de-sac vince il concorso “Pubblica con noi” indetto da Fara Editore. Nel 2021 pubblica il suo primo romanzo, Il destino dell’onda, edito da Il Falò.


«Questo scritto è “Un inno alla donna”. La lettura mi ha coinvolto emotivamente: dapprima in modo spensierato attraverso uno stile gioioso, come gioiosa può essere la natura; poi in un crescendo di sensazioni inquietanti. L’autrice, con la sua scrittura impeccabile e intrisa d’amore ci catapulta in una drammatica realtà, quella dei nostri giorni, dove la violenza contro le donne ci trova sconcertati e impotenti.

Che poi lo sfondo di questo capolavoro sia il mondo mitologico che mai ha smesso di affascinarmi, è sorprendente: il tocco di originalità che rende unica quest’opera.» (Maela Bertazzo)


«Una rivisitazione dell'Inno a Demetra molto convincente. La trama è invariata, ma il focus è sulla protagonista, Demetra, di cui vengono rivelati pensieri, sentimenti, dolori, tormenti, desideri. Il vissuto femminile è sviscerato in maniera non banale, attenta a diversi aspetti e aperta a interpretazioni inconsuete: si parla di maternità, di rapporto tra madri e figlie, di crescita, di distacco (non voluto eppure in qualche modo inevitabile). Riesce a inserire elementi molto moderni, pur rimanendo rispettosamente fedele all'originale. 

Stile semplice, privo di fronzoli, adeguato alla storia e all'ambientazione.

Si colgono lo studio e la preparazione che hanno preceduto la stesura del testo, elemento che considero fondamentale.

Amo molto l'Inno a Demetra e mi sono fatta coinvolgere dalla modalità in cui viene interpretata la vicenda. Mi ha convinta completamente.» (Francesca Abbiati)



Pellegrini di Natascia Ancarani (Ravenna)


Natascia Ancarani è nata nel 1961 da famiglia contadina a Conventello (RA). Dopo aver frequentato il liceo a Ravenna negli anni Ottanta si trasferisce a Pavia per studiare filosofia che ancora insegna nelle scuole superiori. Negli anni Novanta ha partecipato a un gruppo femminista di studio sulla violenza, da cui il volume: Il sonno della ragione. Saggi sulla violenza (Dell’Arco 1993). Nel 2006 ha vinto il “Pubblica con noi” di Fara con la raccolta di racconti uscita nell’antologia 3x2 e da allora ha partecipato a diverse kermesse della casa editrice. Nel 2016 è uscito il saggio narrativo Doppia Esposizione, Berlin 1985-2015, Edizioni del Foglio Clandestino.


«Scritte con una grande padronanza della lingua, le narrazioni riportano quel senso peregrino, errabondo, della vita. Una vita fatta di memorie, viaggi, incontri, vera geografia umana. Nel leggere le storie qui comprese, dalle ceneri dell’Unione Sovietica alla Madonna della Mecca, così varie e differenti, si ha come una strana sensazione di unità. Come se tutto avvenisse dentro la stessa mente. Così le storie sfilano davanti a noi come vecchie cartoline custodite in un baule o come una montagna di cimeli o reliquie, tessere disordinate che unite vanno a ricomporre scene e memorie del nostro passato recente, in un pellegrinaggio dell’anima.» (Valerio Ragazzini)


«I racconti offrono quadri essenziali e stupendamente resi di personaggi e vite inverate con lucida scrittura, lasciano un sapore di veracità che sorprende e coinvolge il lettore conducendolo, fra l'altro, verso un'età drammatica della nostra storia (“lastra” dopo “lastra”) grazie a una narrazione

matura e avvolgente.» (Pietro Fratta)



Opere votate 


La persona informata sui fatti e altri racconti di Bande à part 


Bande à part (Rimini, 1967), ama la letteratura del Novecento (il modernismo anglo-americano e sudamericano, l’école du regarde, il gruppo ’63, Lars Gustafsson, Cees Nootebom…), quella per cui il compito di un autore non è descrivere la realtà, perché la scrittura è limitata: se uno dice “blu”… siamo certi di immaginare lo stesso preciso colore che ha in testa lui? Se è così, la complessità del reale non può essere colta nella sua interezza. Più che l’espressione della verità alla scrittura spetta la ricerca di un senso e il romanzo perde la fisionomia confortevole di specchio della nostra vita. Non offre più una storia in cui immedesimarsi e diventa un atlante in continua evoluzione per ordinare i nostri pensieri. Ha vinto il concorso Narrapoetando con il raconto lungo Come una spirale (Fara 2022).


«Il testo tesissimo, nel primo racconto in particolare: una storia di rancore, giustizia, vendetta, con efficaci caratterizzazioni dei personaggi che, come attori al centro di una tragedia in un unico atto, imbastiscono un processo su un crimine impunito, o così pare. Dialoghi serrati, gestiti con penna sicura, rivelano una voce narrativa pungente e forte che ottengono racconti di grande espressività.
Pur con la stessa abilità, assistiamo tuttavia a un excursus di genere che lascia perplessi, quasi distogliendo dal carattere e dalla ambientazione del primo racconto, ripresi comunque dal successivo Radici, che ripristina luoghi e caratterizzazioni dei personaggi avvincenti e di efficace realismo.» (Pietro Fratta)



Le metafisicherie di Scapino di Alberto Fraccacreta (Urbino)


Alberto Fraccacreta (San Severo 1989, foto Guido Dall’Olio) è assegnista di ricerca in Letteratura italiana contemporanea presso l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. Collabora con vari quotidiani nazionali. Nel novembre del 2020 per Transeuropa ha pubblicato il volume di poesie Sine macula che raccoglie Uscire dalle mura e Basso Impero (Raffaelli 2012 e 2016) e altri versi in cui si vela e si svela Delia, una presenza femminile sempre desiderata, salvifica eppure sfuggente. Con le prose di Spin doctor (Fara 2021) ha vinto il concorso Narrapoetando.

«Una commedia briosa, divertente, con ritmo incalzante. Mi ha coinvolta e mi ha fatto molto ridere (per me, ridere o piangere mentre leggo è segno che il testo mi convince). I personaggi sono ben caratterizzati e si rifanno alla tradizione classica del teatro. Il testo non si limita a mettere in scena una storia, ma vuole anche presentare una riflessione sul teatro e sulla vita. Interessante e non banale il finale di redenzione, col passaggio da Inferno a Purgatorio, fino in Paradiso. Ben strutturata la composizione delle scene e degli atti.» (Francesca Abbiati)


La scelta di Jacopo Mori(Belluno) 


Jacopo Mori è nato a Feltre nel 1974 e vive a Belluno. Dal 2007 lavora come insegnante di matematica e scienze alle scuole medie. Ha una formazione liceale classica, ma mi è laureato nell’ambito scientifico, con studi prima in Fisica (non terminati) e poi in Biologia. Ha lavorato anche nel mondo del giardinaggio, svolgendo attività di tree climbing, ed è guida naturalistica ambientale. Gli piace coltivare uno stile di vita che cerca di valorizzare le relazioni con quanto mi circonda; amo le attività nella natura, la ricerca spirituale, la dimensione del viaggio e dell’incontro con gli altri.


«Nell’età del superfluo, nel tempo del lusso e delle meraviglie del mercato, l’autore/l’autrice racconta la surreale venuta di uomini buoni e puri che promettono benessere in cambio delle nostre radici. Ma le radici, spesso dolorose, affondate nella terra dei padri, dei nonni, sono in vendita? Il nostro passato, bello o brutto, può essere merce di scambio per un futuro radioso?

Questa parabola del progresso, con una scrittura veloce e immediata, porta il lettore verso una domanda fondamentale: quando si presenterà, saremo in grado di riconoscere la felicità?» (Valerio Ragazzini)



Sentieri ininiterrotti di Sergio Fabbri (Rimini)


Sergio Fabbri è nato a Cagliari nel 1955. Si è laureato a Bologna in Ingegneria nucleare e ha insegnato fisica nella scuola superiore fino al 2019, prevalentemente a Rimini (dove vive). Attualmente in pensione, continua insieme con la moglie nella sua ventennale attività di autore di testi scolastici di fisica per la SEI di Torino. Ha pubblicato con Raffaelli una raccolta di poesie intitolata Zemlja. Come studente uditore segue i corsi presso l’Istituto di Scienze Religiose Marvelli. I suoi interessi principali sono la scrittura, la lettura, la musica e recentemente… la Bibbia.


«Da qualunque prospettiva si guardi, indipendentemente dalla nostra fede – fossimo agnostici, atei o tiepidi credenti – questo scritto è un eccellente esempio di come l’essere umano nella sua fragilità e imperfezione possa arrivare, attraverso un percorso interiore non facile ma illuminato, a un cambiamento radicale: la fusione con l’Assoluto. A guidare i passi, una rinnovata consapevolezza, e prendendo in prestito le parole dell’autore: “Non è tanto un problema di capire, quanto di abbandonarsi al proprio sentire e affidarsi a lui”.» (Maela Bertazzo)



Segnalazioni


Angela e altri racconti di Lorena Tiezzi (Sarteano, SI)


Lorena Tiezzi vive a Sarteano (Siena) dove è nata 63 anni fa. Nel 2006 pubblica con la casa editrice Il filo la raccolta di poesie Respiro e vince il secondo premio nel concorso poetico AC Misterbianco. Nel 2008 pubblica alcune poesie nella rivista Poeti e Poesia. Nel 2009 partecipa con le sue poesie allo spettacolo di danze in cerchio “Pa cha Ma ma” e si classifica II nel premio nazionale “Donna sopra le righe” con un racconto breve. Nel 2010 la sua raccolta “Frusta” viene pubblicata nell’antologia Poeti del 900 della Valdichiana. Dal 2011 al 2019 le sue poesie sono inserite in sette antologie della casa Editrice Pagine. Fin da bambina mostra un amore profondo verso le arti figurative che esprime con l’utilizzo di svariati materiali e tecniche, spaziando dal ricamo alla scultura in argilla.


«Quanta vita in questi racconti! Con un linguaggio che viene dal cuore, l’autrice ci porta nei luoghi a lei cari, accendendo ricordi ed emozioni. Alcune pagine sono intrise di sentimenti profondi e di immagini indelebili, come le mani, quando accompagnano e danno sicurezza. La natura è descritta in modo genuino e ogni racconto è una ricchezza di odori e sensazioni che ammorbidiscono i nostri sensi, troppo spesso induriti da una indomabile frenesia quotidiana.» (Maela Bertazzo)

Nessun commento: