Nell’Agrigentino l’ipotesi dell’archeologa Rosamaria Rita Lombardo sulla sepoltura del re cretese: «Ho confrontato miti, fonti storiche e rilevamenti scientifici: ora solo gli scavi possono dare una risposta»
La Storia è un labirinto. Un dedalo di destini che si incrociano nello spazio e nel tempo. Il passato, all’ingresso. Il futuro, all’uscita (per chi la trova). In mezzo, il presente con il suo disorientamento. L’immagine più evocativa è il Labirinto di Cnosso, che secondo la mitologia greca il re Minosse fece costruire sull’isola di Creta per rinchiudervi il temibile Minotauro. Figura metà uomo e metà toro, cui sono legate le gesta di Dedalo, Icaro, Teseo, Arianna e il suo salvifico filo rosso. Seguendo un filo d’Arianna che lega storia e mito, secondo un racconto ripreso da Diodoro Siculo nella Bibliotheca historica, le vicende del re Minosse si sarebbero concluse in Sicilia mentre era ospite del re sicano Cocalo. Ad Agrigento, tra Raffadali e Santa Elisabetta, dove il re avrebbe poi trovato sepoltura nel suggestivo Monte Guastanella, secondo la tesi oggi avanzata dall’archeologa Rosamaria Rita Lombardo.
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