venerdì 19 aprile 2019

“… la salvezza dentro il morire”

Massimiliano Bardotti, Diario segreto di un uomo qualunque
Tau editrice 2019, collana Narrazioni
pp, 96, € 10,00




recensione di AR

Questi 50 Appunti spirituali, come recita il sottotitolo, sono un vademecum per la vita: ogni persona li può sentire, mentre li legge, farsi strada nel proprio intimo, produrre suoni, echi, vibrazioni… che ogni anima declinerà con il proprio inconfondibile timbro, ma che inevitabilmente sarà portata a condividere, come quando si desidera godere della bellezza, di una buona notizia che non è possibile tenere solo per sé. Sono considerazioni che aiutano a fare chiarezza, a ricalibrare il nostro modus vivendi, a metterci in relazione con fiducia, ad aprire le labbra al sorriso nonostante le fatiche e le ferite che sempre incontriamo nel cammino, nonostante gli abbandoni alla malinconia: “C’è un segreto in ogni disperazione, una perla rarissima nel fondo di ogni dolore, la salvezza dentro il morire. (…) Non rinunciare ad aiutare e non rifiutare un aiuto.” (# 46); “È poeta chi non dimentica gli ultimi.” (# 44); “La vita, la morte, sono luoghi ugualmente abitati. E ci sono presenze immacolate, amori eternamente inviolati. Non si è soli mai.” (# 35); “… ti amo e ti amerò sempre… spero di condividere con te la gioia dell’eterno.” (# 18). 
Questo nucleo che ci arde nel petto e ci urge a pensarci infiniti, a non essere mai riducibili alla somma dei nostri errori, ad essere capaci di amore e amicizia anche in situazioni insospettabili, a sentirci amati comunque pur nella nostra piccolezza e imperfezione… è narrato in queste pagine con onestà, delicatezza, partecipazione, musicalità. Abbiamo infatti davanti pagine di prosa poetica, frasi di una intensità sublime: “La morte è sempre presente in ogni istante. E questo ci salva.” (# 29); “La nostra discendenza è l’infinito, veniamo dai luoghi del sempre. Quella tristezza che ci invade le sere… è nostalgia dell’eterno…” (# 23); “Tu sei quello che non so e che continuamente indago. Attraverso te mi faccio vivo.” (# 13). 
Massimiliano è veramente un spirito poetico, dunque particolarmente sensibile a certe fragranze magari sottili ma pervasive che aleggiano attorno e intridono ogni essere umano che desidera risposte fondanti date col calore disinteressato di chi ha braccia sempre aperte e accoglienti: “… l’abbraccio di sorella morte… È l’abbraccio più sottile che ci sia, lungo e appassionato. Più lo rifuggiamo e più diventa ostile. Ma se puri a quell’abbraccio ci doniamo… se ne riconosciamo la saggezza e l’armonia, allora mai nessun abbraccio sarà più docile, completo amorevole.”(# 48); “E ringraziare questo corpo, quando ce ne andremo, per averci dato voce e sostenuto. Per l’identità terrestre che ci ha fatto amici nell’arco di una vita, che c'ha fatto vinti e vincitori, amanti e sognatori…” (# 42). 
Sono parole pregne di vissuto, ne mantengono il chiaroscuro, non ne negano contraddizioni e dolorosi scorticamenti, ma si aprono sempre alla speranza, alla carità: “Offro tutto il tempo andato, che il suo carico di dolore sia sufficiente alla nostra redenzione. Dedico la speranze benedetta. E affido il futuro. Il futuro. Che è la vocazione del presente.” (# 7); “Non c’è salvezza senza gentilezza. (…) Perché mi è amico chi affratella, chi fa della sua casa un regno aperto.” (# 4). E anche il nemico diventa allora la sfida alla nostra tiepidezza nell’amare: “E io ubbidii, e amai me stesso e di me negli altri degli altri in me, ogni riflesso.” (ivi).
Un libro che ci invita a vedere nell’altro la nostra salvezza. Scrive Massimiliano nella Introduzione, in cui ricorda la figura di Etty Hillesum: “… senza poter vedere nell’altro l’amico, viene meno la vita. E ora noi, nell’altro, intuiamo il nemico.” (p. 8). 


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