mercoledì 25 ottobre 2017

Fantascienza e poesia: "L'ombra di Lyamnay" si stende su di noi

Oggi vi racconto una storia che comincia con il mio lavoro presso l'agenzia letteraria Saper Scrivere e porta a un libro incredibile e alla sua bravissima autrice.

Ho conosciuto Annarita Faggioni grazie a una collaborazione tra Saper Scrivere e il sito Il piacere di scrivere, nell'ambito del quale lei ricopre la posizione di copywriter; la sua gentilezza e la sua simpatia hanno fatto in modo che iniziassimo presto a chiacchierare anche di argomenti non inerenti il lavoro (per esempio abbiamo scoperto di avere in comune la passione per anime e manga, e per alcuni personaggi in particolare), ed è stato proprio a questo punto che ho incontrato L'ombra di Lyamnay, il romanzo della mia nuova amica.








TRAMA:

John Reckon, climatologo in carriera alle Forze Internazionali, perde conoscenza mentre sta lavorando al "Progetto Skylhope", la città-prototipo che dovrebbe salvare milioni di vite dagli sbalzi climatici sempre più incontrollabili. Si risveglia vent'anni dopo, in quella che sembra essere la rappresentazione reale del suo modellino. La nuova Skylhope, però, ha un lato oscuro da nascondere: Reckon dovrà difendersi da mille minacce, mentre su Skylhope incombe la maledizione della dottoressa Nayl (scomparsa in un incidente di laboratorio anni prima) e l'ombra di Lyamnay, "Il mostro di Skylhope", pronta a mietere nuove vittime.




Da appassionata di letteratura fantasy e fantascientifica non ho potuto che sentirmi attratta da una storia ambientata in un domani distopico ma forse neanche troppo lontano da noi, da una storia di speranza e disperazione e di luce e ombre: L'ombra di Lyamnay non si limita infatti a intrattenere e lasciare con il fiato sospeso gli amanti di quel tipo di fantasia che indaga i possibili futuri del nostro mondo (e della nostra specie), ma apre anche le porte di varie e importanti riflessioni: quanto male e bene stiamo facendo al pianeta su cui viviamo, e quali saranno le inevitabili conseguenze? L'ingegno dell'uomo è capace di opere straordinarie, ma cosa succede se un'idea geniale non è sempre accompagnata dal discernimento di una mente sana?
E che creature si nascondono negli angoli ignorati dagli uomini, erroneamente convinti di essere i padroni dell'universo?
Tra poesia e bellezza e inquietanti verità, Annarita Faggioni ci racconta un'avventura dolcemente sussurrata, ma dalla voce impossibile da dimenticare.

In grazia della nostra amicizia, ho avuto la fortuna di intervistare l'autrice: ecco cosa ci siamo dette!


Ciao, Annarita! Ti ringrazio per aver accettato di scambiare con noi due parole a proposito del tuo libro, L’ombra di Lyamnay. Pronta per cominciare?

Questo sempre!

Nel romanzo di parla del “Progetto Skylhope”, una sorta di città modello in grado di salvare l’umanità da cambiamenti climatici troppo frequenti e devastanti. La tua invenzione ha qualcosa a che vedere, per esempio, con i sogni urbani di Asimov (in Abissi d’acciaio, Il sole nudo e I robot e l’impero) o comunque con il filone fantascientifico che esplora il probabile futuro delle nostre città?

Nei romanzi distopici e in quelli di fantascienza in genere, sia classici che contemporanei, si trovano spesso delle città-prigione in qualche modo. Molto spesso il mio scrivere è stato accostato ad Asimov e ne sono felice: è un grande onore, che si raddoppia se si pensa che all'epoca della stesura non avevo avuto modo di leggerlo.
Spero vivamente in ogni caso che nessuna città reale, in qualsiasi tempo futuro, si trasformi in una Skylhope, perché saremmo davvero nei casini. Tutti. Quello che so è che il passato letterario ha vie diverse e misteriose per influenzare chi scrive in epoca contemporanea, come se ci fosse un passaggio di intenti quasi inconscio.
In ogni caso, il libro ha scelto da sé il suo genere, quindi nulla a che vedere, fosse soltanto per l'epoca diversa in cui hanno vissuto i due autori (e ovviamente sono ancora giovanissima per paragonarmi a cotanta grazia e talento).

 Sempre a proposito di cambiamenti climatici e inevitabili conseguenze: secondo te quanto può essere distruttiva la natura quando si scatena? Sei interessata all’argomento ecologia?

Sotto gli occhi di tutti, la Natura quando si mette in moto stermina, strema e distrugge. Ormai, non è più necessario essere ferventi ecologisti per capire che la situazione è grave. Sono interessata al tema come penso chiunque dovrebbe esserlo. Quando si scrive, si dovrebbe far riflettere oltre che divertire. Questo romanzo fa riflettere su molte cose e spero che tutte entrino nel cuore di chi legge, che è quanto di più sacro e importante dovrebbe esistere per uno scrittore. La letteratura è in grado di fare da monito, ma sta alla scienza creare materialmente le soluzioni.

 Le ambientazioni de L’ombra di Lyamnay mi hanno ricordato molto vagamente quelle di alcuni film delle sorelle Wachowski, soprattutto per quanto riguarda appunto il concetto di città: possiamo dire che Skylhope in teoria dovrebbe assomigliare alla Zion di Matrix e rappresentare quindi il rifugio ultimo dell’umanità da un mondo divenuto ostile, ma in realtà è simile alla Nuova Seoul di Cloud Atlas ed è un luogo oscuro destinato a collassare su se stesso?

Penso che quando si tratta di un romanzo, soprattutto di fantascienza o fantasy, fare accostamenti è sempre qualcosa di azzardato e pericoloso, perché la fantasia umana non ha limiti (anche la stupidità, ma lì si spera in un argine n.d.r.). Skylhope è un'ancora di salvezza, il fatto che possa collassare è una paura. Questa paura poi genera negli abitanti un senso di inquietudine, che crea le condizioni per un mondo oscuro. Matrix lo lascio al cinema. Mi occupo di altro. Con Il Piacere di Scrivere abbiamo realizzato una collana di libri in collaborazione con PubMe, per dare a opere meritevoli una casa confortevole e un editore non a pagamento.

Infine, non posso non porti questa domanda: so che sei una grande appassionata di anime e manga… Ho sentito dire che ti piacerebbe lavorare anche in questo settore, ho ragione?

Vero, faccio anche cosplay. Più che lavorare in questo settore, mi piacerebbe che L'Ombra di Lyamnay diventasse più di uno o più romanzi, ma anche un manga (anime e dorama forse è chiedere troppo al destino), semplicemente per tentare di restituire quanto questo mondo mi ha dato.
Alcune persone, leggendo la prima edizione, mi hanno detto che avrebbero apprezzato leggerne il manga. In particolare, c'è il mio amico Stefano Labbia che ogni tanto mi invita caldamente a darmi una mossa. Vedremo: le esportazioni non sono mai facili.

Grazie ancora per il tempo e la gentilezza che ci hai dedicato. Ti auguriamo tutta la fortuna possibile per il romanzo, per i tuoi sogni e ovviamente per Il piacere di scrivere, il bellissimo sito per cui lavori e che consigliamo con entusiasmo ai nostri lettori!

... E con la speranza che vogliate leggere L'ombra di Lyamnay, vi lascio il suo simpatico book trailer :)







Articolo e intervista a cura di Elisa Costa

 

1 commento:

Unknown ha detto...

E' un'intervista davvero interessante, sinceramente non vedo l'ora di leggere questo romanzo ^-^