giovedì 27 giugno 2013

L’incontro tra Nicola Trombetta e il Gruppo Culturale “Francesco Guarini”


di Vincenzo D’Alessio (fondatore del G.C. “F. Guarini”)


Ogni anno, in Irpinia e in molte regioni italiane, gli emigrati che vivono sparsi in tutto il pianeta tornano nei luoghi di origine, specialmente in occasione della Festa Patronale: è un rito che coniuga la passione civile a quella religiosa. Il ritorno ai luoghi che custodiscono gli antenati, le radici degli affetti e la protezione della divinità per superare le insidie immancabili dell’esistenza.

Nicola Trombetta, figlio di Giovanni, il quale è scomparso negli Stati Uniti d’America il 21 maggio 2010, è tornato con la moglie nella città natale di Solofra, seguendo le orme paterne, proprio in occasione della festa patronale di San Michele Arcangelo: suo padre l’ha fatto per più di quarant’anni.

Il Gruppo Culturale “Francesco Guarini”, memore della figura paterna, ha voluto onorare Nicola donando una pergamena che lo inserisce tra coloro che si prodigano per tenere unite le sponde dei due mondi attraverso le tradizioni, la lingua italiana, la cultura delle due nazioni. Accanto alla pergamena una pubblicazione della Casa Editrice Fara di Rimini: Scelte vincenti (Fara Editore, 2013). Questa scelta trova una motivazione altra: ogni qualvolta si parla di emigrazione e immigrazione torna alla mente il volume di Zina Righi: Il coraggio dei sogni (Fara Editore, 2005): Bibbia del movimento migratorio da tutte le parti dell’Europa (e del mondo).

Nell’introduzione l’Autrice scrive: “I mattoni dell’emigrazione, invece, non li vuole nessuno; non servono a dare lustro, semmai, servono solo a procurarci un certo rossore che sa di vergogna” (pag.11). Partendo da questa riflessione possiamo affermare con profonda gioia che Nicola ha messo in bella mostra tutte le vicende dell’emigrato Giovanni Trombetta e della sua famiglia che oggi vive negli Stati Uniti d’America. Un poderoso volume di circa centocinquanta pagine, redatto in italiano e in inglese, dove sono riportati i fogli autografi scritti da Giovanni, le foto di famiglia, le testimonianze dei figli e dei nipoti. Una casa di mattoni realizzata dagli emigrati che testimoniano l’amore alla propria terra d’origine, i sogni realizzati, i dolori subiti.

Finalmente la memoria svolge il suo ruolo attivo e purifica anche il dolore della perdita; la quale trova la giusta collocazione nel tempo sospeso del “C’era una volta : nonno raccontami!”

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