IL LOGOS FALLICO. Nel saggio di Lacan si dà l'indicazione di un'altra soddisfazione diversa dal godimento dell'Altro facendo intendere che per soddisfazione non parla di pulsioni, ma del problema del chiasmo tra la categoria del bisogno, che è la fisiologia e l'essere parlante che deve dare uno statuto al linguaggio per il suo equilibrio. Ebbene ritengo che Lacan NON abbia letto Oscar Wilde nella sua opera "L'importanza di chiamarsi Ernesto" dove la parola "Ernesto" procura particolari vibrazioni che scaldano il cuore ma proviene dal nome inglese earnest che significa onesto a cui Wild dà altri significati di franco, fedele, probo e costante a livello del sentimento. Questo dato fa pensare che l'importanza è nella dottrina per cui gli universali o concetti generali non esistono come realtà anteriori ed indipendenti né nelle cose e né fuori dalle cose, in quanto la forma con cui si presentano è quella del nome. I concetti generali, infatti, non sono che segni i quali godono della proprietà di poter essere predicati da più individui concreti per cui può esserci una topica ontologica secondo cui propriamente reali sono solo gli individui o le entità particolari. Procedendo quindi si arriva alla dottrina dell'espressione (lekton). secondo cui occorre distinguere il semplice suono sensibile (phone) dal significato vero e proprio di questo suono (il lekton appunto), separato dal suono in quanto tale e quindi INCORPOREO e propriamente non esistente. L'importanza di questa dottrina stoica consiste nell'aver posto una tesi nominalista in rapporto con il problema della natura del significato dei termini e delle espressioni linguistiche. Ma soprattutto l'apporto più importante è connesso ad una delle posizioni sui problemi degli universali. L'universale è meno fatus vocis e si volge più sul nomen convenzionale in quanto il significato delle cose è individuale. In realtà quindi il fallo non esiste nella realtà ma soprattutto e prima di tutto nella mente dell'uomo e nel suo ideale per cui il molestatore, lo stupratore, il violentatore è colui che possiede delle idee particolari del suo fallo a cui attribuisce il nome di un vegetale come il pisello, oppure quello di un animale come l'uccello a seconda del nome che fa più vibrare le sue sensazioni, mentre ho conosciuto un uomo che lo chiamava dar do cioè quando uno dona sé stesso all'Altro come dare la vita e un dardo è anche un fulmine oppure una sa etta cioè ci si deve dare ad etti in maniera graduale. In logopedia infatti per imparare meglio si spezzano le parole e si tende a seguire una forte accentuazione del positivismo logico, che elabora il progetto di ridurre ogni asserto scientifico e ogni termine universale a dati percettivi individuali, che serve anche per indicare certe forme radicali che prevedono soltanto variabili che si riferiscano ad oggetti concreti spazio-temporali, mentre non fa uso di classi, proprietà, relazioni in quanto deve generarsi un linguaggio scolastico costruttivo che ammetta solo quei predicati di oggetti astratti che sono riducibili a predicati di individui. Quindi le prime cose che si imparano sono le sensazioni e percezioni di caldo, freddo, fame, sete, sonno veglia, dolore gioia, stanchezza rilassamento, vero e falso. Allora facciamo il domandone a Burioni "Quali fattori influenzano l'attività respiratoria?" Una improvvisa stimolazione di dolore o di FREDDO produce il riflesso di apnea, e poi per gli ORL la stimolazione della faringe e della laringe causa una apnea temporanea che costituisce un mezzo di protezione, prevenendo l'ab-ingestis e poi c'è l'aumento della temperatura corporea (febbre) motivo di polipnea cioè aumento della frequenza del respiro e si parla di motoneuroni che sono attivi alternativamente in inspirazione ed espirazione ed il controllo dell'automatismo dei meccanismi respiratori è svolto dal centro pneumotassico che è localizzato nella parte alta del ponte cerebrale la formula è data dalla legge di Boyle TEMPERATURA COSTANTE il volume V occupato da gas è inversamente proporzionale alla pressione P e la capacità vitale di un adulto è di 5 l, quella polmonare di 6 l, il volume di riserva inspiratoria 3 l, volume corrente 0,5 l del parlante, volume di riserva espiratoria 1,5 l volume residuo 1,2 l e quindi quando diciamo a chi amiamo "Sei respiro del mio respiro" oppure diciamo "Sei importante come l'aria che respiro" oppure cone alcuni hanno scritto "La libertà è come l'aria, ci si accorge di quanto vale quando inizia a mancare" dobbiamo renderci conto che se lo diciamo dobbiamo considerare uno spazio MORTO o meglio ancora l'"ARIA MORTA" cioè quell'aria che NON scende negli alveoli che è del 30% del volume d'aria corrente cioè 0,15 l appena e perciò dobbiamo al limite dire SI AMO o meglio ancora SI AMI AMO se tu ami devi respirare l'altro nel suo SPAZIO VUOTO cioè non soffocarlo se no NON si depurerà mai, non potrà inumidire e riscaldare l'aria inspirata, infine esso rappresenta una parte importantissima dell'organo vocale e perciò il primo modo di amare è scoprire lo spazio vuoto del respiro e cioè creare uno spazio di coppia in cui l'Uno sappia essere Uno e l'Altro da sé sappia essere l'Altro di sé stesso e non di sé stresso.
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