Inizio di un complesso percorso che può venire censurato persino dalla Faraeditore di Alessandro e Francesco Ramberti - IL LOGOS FALLICO - A proposito logos deriva dal greco léghein, scegliere, enumerare, RACCONTARE nel narrabilando) . Sono il fallo un pene immaginario che vuole essere il protagonista di questa storia e perciò, cara Mary cerca di descrivermi bene, Mi raccomando se no ti rimando a buttare via la spazzatura. Cominciando dall'inizio, dunque, mica Adamo sapeva che era diverso dalla donna per quel fallo e nemmeno lo calcolava e lo poneva nei suoi discorsi con lei, anzi non ci badava nemmeno e perciò non vedendo la differenza fra quella proboscide che gli sbucava da sotto e la di lei vagina, egli non poteva nemmeno esprimere stima, apprezzamento, relazione, PROPORZIONE, misura, ragion d'essere, causa, spiegazione, frase, enunciato, definizione, argomento, ragionamento, ragione, pensiero, semplicemente esprimeva una RACCOLTA di manifestazioni che all'inizio del suo essere maschio alfa non erano altro che istinti puri che si basavano attraverso suoni articolati della voce che non erano ancora diventati lingua, e poi successivamente imparò ad enumerare gli elementi che lo circondavano e poi li differenziò con un segno distintivo che li differenziava gli uni dagli altri in modo da divenire il segno stesso una DEFINIZIONE REALE che fa parte dell'alfabeto. Quindi per riuscire a dichiararsi ad Eva, prima di tutto Adamo dovette imparare cosa fossero gli oggetti per poterli esprimere in manifestazioni gestuali ad Eva e tali manifestazioni già rappresentavano un modo di comunicare emozioni, affetto e sentimento l'Uno per l'Altro (sono indicati entrambi in senso maschile perché riguardano il RUOLO del fallo a cui si giungerà dopo durante il racconto). Ad un certo punto però Eva si rese conto che, per quanto il mondo che li circondava fosse magnifico, mancava di una dottrina di un insieme di ragione e necessità per cercare di dare un senso a quelle articolazioni verbali e fare in modo che non fossero solo suoni onomatopeici, ma che fossero anche suoni armoniosi, suoni che potessero dare un nuovo senso alle cose e agli atti che lei ed Adamo compivano ogni santo giorno in cui si incontravano e si vedevano, perciò propose ad Adamo di provare qualcosa di diverso cioè di conoscere le cose con la sola immaginazione, con il solo pensiero e non tanto materialmente, ma più profondamente in quanto era convinta che nessuna cosa avviene per caso, ma tutto avviene secondo logos e necessità, ma loro ne erano inconsapevoli sia prima che dopo avere ascoltato quei suoni della natura e delle parole che vibravano dentro di loro in modo diverso producendo delle sensazioni e degli stimoli diversi anche se i suoni potevano sembrare uguali e comuni l'Uno all'Altro comunque loro li vivevano come se ognuno di loro avesse una phrònésis cioè una propria privata saggezza una visione diversa e quindi anche una diversa comprensione che poi ha provocato il conflitto fra Adamo ed Eva e quindi la guerra fra di loro quando si sono scontrati con 2 realtà differenti nel sentire, nel capire, nell'intendere e soprattutto nel percepire quelle sensazioni e stimoli. Eva allora per riportare l'equilibrio (perché l'equilibrio è femminile e non maschile in quanto è inteso come congiunzione dei sensi, inteso come associazione di 2 parti maschile e femminile, inteso come verità della manifestazione della propria immagine nell'Altro) dicevo Eva, decise di fare mangiare la mela ad Adamo intesa come di motivare i loro discorsi, porre un fine, uno scopo, un ambito che fosse importante, che avesse un senso maggiore a tutto e su tutto ed allora propose ad Adamo di unirsi a lei nella carne, di formare con lei uno stesso sangue, di formare con i loro corpi un corpo solo, di congiungersi in un Uno solo che era anche l'Altro e in questa congiunzione particolare fare così provare ad Adamo la sua parte femminile così come Eva avrebbe potuto trovare la sua parte maschile e quindi in sostanza in quella congiunzione si sarebbero scambiati i ruoli e lì lui sarebbe potuto diventare come lei e lei come lui. Adamo pensava che Eva avesse avuto una idea strampalata all'inizio e che loro potevano anche stare bene così a godersi la natura, a guardare ed ammirare i tramonti, ad annusare il profumo dei fiori, a vedere quei magnifici panorami di un paradiso terrestre, ma poi si rese conto che gli mancava qualcosa, che era come se avesse un vuoto da colmare e che non gli bastava chiamare le cose per nome, aveva bisogno di sfogare quel grido che aveva dentro, quel battito animale, quel pensiero e quell'immagine di potersi rivedere come dentro quello specchio d'acqua fresca, frizzante, dolce, gentile e buona che beveva tutti i giorni, aveva bisogno di sentire dentro quello scrosciare e sbocciare qualcosa di nuovo e di bello e per questo accettò la proposta di Eva anche se era impacciato e non capiva bene ciò che stesse facendo, solo avvertiva una forte attrazione, uno stimolo che lo faceva sentire bene ad abbracciare Eva, a stringersela nel petto, ad avvertire il suo caldo respiro sulla pelle e ad annusare i suoi capelli morbidi sulle spalle. Così i corpi si unirono giorno dopo giorno e Adamo conosceva Eva in maniera più forte dando ascolto non tanto a sé stesso, ma a quel lògos che gli risuonava dentro a quell'eco che lo spingeva ad accarezzare quei seni turgidi, a avvolgere le sue mani su quel corpo come se fosse il suo stesso corpo a sentire che era suo come se tutto in quel mentre fosse un mondo suo, qualcosa che era divenuto importante, determinante, attivo, un flusso vitale che partiva da lui per andare da Eva e poi diventare in lei ogni cosa di uno e molti che si fondono dentro quei corpi. Eva dopo qualche tempo si sentiva strana e si accorse che l'addome si gonfiava ed allora pensò di essere malata, tanto che non si fece più vedere da Adamo perché si vergognava a vedersi in quello stato, così come Adamo si vergognava di avere provocato ad Eva quella malattia che invece era una gravidanza di cui ancora non erano consci perché entrambi erano poco più che adolescenti di 15 anni che avevano vissuto un fuoco che sta (questa la sa sicuramente don Vittorio Metalli) nel LOGOS SPERMATIKOS (ah però che citazione non ve l'aspettavate eh da una sprovveduta Mary piccola persona autodidatta vero??) i quanto cari psichiatri è inutile studiare tanto Lacan di quà e Freud di là o Jung se prima non si conosce la teoria stoica della RAGIONE SEMINALE (uh però che botto degli spermatozoi!!) o per meglio dire PRINCIPIO ATTIVO (poioun) del cosmo, che fecondando Eva e la materia inerte in generale così come fanno le api con il polline la rende capace di generare, ma Adamo lo fa con la qualità dalla sua parte cari psicologi del piffero. Infatti cara professoressa Scarca Giovanna per favore lo vuole dire lei alla sua collega Ortensia Rossi che invece di riportare il mito di Ulisse e Nausica doveva riportare l'Inno a Zeus di un certo Cleante dove il lògos comune attraversa TUTTE le cose mescolandosi al grande come ai piccoli (Mary compresa dunque!) astri luminosi perché la sua presenza garantisce l'unità e la simpatia del cosmo; e in quanto legge naturale è fondamentale per l'etica stoica di tutti gli psicologi e psichiatri e del vivere in conformità con la natura e come principio fisico è identificato col fuoco (bravo don Vittorio Metalli ci hai preso in pieno con quel scaldare Pietro al fuoco dell'amore o agape) e contiene in sé stesso le RAGIONI SEMINALI (oi bella questa!!) dei vari individui, affini alle specie naturali in quanto immanenti alla materia e chiamati a spiegare insieme (maschio e femmina) la pluralità e la teleologia della vita. Esse sopravvivono alla conflagrazione ciclica del cosmo (ekpyrosis) e sono semi generatori del nuovo universo. La dottrina stoica delle ragioni seminali appartiene alla terza ipostasi o meglio anima del mondo ed è la causa prima dei movimenti che contengono le ragioni che distinguono i vari individui fra di loro. Per questo è stato concepito un doppio significato di ratio-oratio che viene ribadito da Mary nella distinzione importante tra lògos endiathetos o interiore cioè oratio concepta che riguarda il pensiero dell'Altro e lògos prophorikos o proferito ossia la oratio prolata del discorso sull'Altro, discorso che oggi dovrebbe essere ripreso di una teologia che unisce elementi comuni che riguarda la Parola di Dio come MEDIATORE delle ragioni seminali (ah però il clero non ha studiato bene caro Gabriele Trivellin??) in quanto Dio rappresenta la trascendenza ed il mondo creato stesso che è l'idea delle idee di un archetipo di creazione che si ricrea nella congiunzione del nuovo Adamo Cristo con la Chiesa nelle vesti di corpo e sangue che entrano in un pane e in un vino cioè l'unione dei corpi di Adamo ed Eva si comprende con i simboli del potersi mangiare e del potersi bere in un Verbo che abita fra di noi e quindi è perfettamente cosa buona e giusta che avvenga questa congiunzione d'amorosi sensi per una perfetta incarnazione di una nuova vita che nasce, cresce e si alimenta all'amore di uno spirito che sa essere vento, sole, pioggia, mare, abisso, grotta e chi più ne ha e più ne ammetta. E allora dove mai interviene lo psicologo e quando?? Quando l'uomo vuole diventare lui colui che detta e non invece il dettato di un Dio naturale e quando lo vuole superare, annientando la coscienza diventando lui il dogma e cancellando del dogma il mistero che tanto dona piacere e vero godimento che ci dice "Spera anche tu è venuta l'ora di amare di più per essere sempre di più lui in lei, tu in loro e loro un NOI che poi diventano un insieme di bellissime incognite fra le stelle di un universo trasversale".
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