GIOVANI COME PIETRO. Come un giovane anche a me piacerebbe tanto andare dove voglio, viaggiare e poter sognare, essere autonoma e non dipendere da nessuno ed invece diventando anziana, mi rendo sempre più conto di dipendere dagli altri: che qualcuno possa ricordarsi che ci sono anche io e che mi guardi come una persona che serve ancora a qualcosa invece di definirmi pensionata come se fossi una persona che non ha più nulla da dire, nulla di utile da dare al mondo e rappresentassi solo un peso per la società, una che si deve fare mantenere, una che si deve fare guidare da qualcun altro. Quando andavo a catechismo i miei educatori, mi insegnarono ad interiorizzare la parola di Dio e per me quello sguardo di Gesù a Pietro rappresenta proprio questa interiorizzazione, il fatto di mettersi in ascolto distaccandosi dai rumors della gente che fa tante chiacchiere come per quella portinaia che incontrò Pietro nel cortile e di cui Pietro voleva rinnegare le chiacchiere sul suo migliore amico ed anche sull'appartenenza ad un gruppo di discepoli e sull'appartenenza all'essere e vivere come cristiani. Poi ci sono gli ipocriti ed i falsi che fingono di riconoscerti solo per deriderti, o per osteggiarti nel tuo essere cristiano, nel tuo avere fede e nel tuo andare in chiesa ed ecco perché rinneghi tutto, perché non vuoi subire i pregiudizi degli altri sul sentirti parte di un gruppo di cristiani squinternati. Poi ci sono quelli che invece fingono di essere interessati, ed invece lo fanno solo per boria e per poter dimostrare che ne sanno più di te e quindi Pietro ha il compito di smentire costoro con il suo fermo NO anche se costa caro, anche se può significare perdere la stima di qualcuno. Inoltre Pietro vuole difendere e proteggere fino in fondo ciò in cui crede, tanto da sfoderare la spada e da staccare l'orecchio di un soldato come per esemplificare che i traditori sono coloro che non vogliono mai ascoltare la parte più razionale ed ascoltano invece sempre quella più istintiva, quella che sta dalla parte dei più forti, quella che crede alle lusinghe di qualche pifferaio magico di turno che promette lucciole che poi non divengono mai lanterne e che ti truffa, ti inganna con la sua morigerata compostezza, con il suo incedere potente e forte, ma poi al momento critico fugge e si nasconde, al momento opportuno non si fa trovare e scappa dalle responsabilità, dalle cose impegnative ed onerose e di fronte agli ostacoli e alle difficoltà si arrende e lascia che un altra si assuma tutte le peggiori incombenze, trova sempre il capro espiatorio di comodo per non sporcarsi le mani, per non dover lavorare, sacrificarsi o fare rinunce importanti pensando solo al proprio interesse. Anche io sono stata giovane e sconsiderata, quando ho creduto in qualche amore fugace pensando che lì avrei trovato la risposta al mio desiderio di non sentirmi sola, abbandonata, la mia felicità ed invece, mi sono accorta che in tutti quegli incontri in cui credevo di avere incontrato l'amore, mi mancava sempre qualcosa e non sapevo cosa fosse finché anche io ho fatto come Pietro ed ho rischiato, buttandomi nel mare dell'amore per andare incontro a molte incognite dato che non avevo alcun merito, né studi particolari, né una professione molto sicura, né un carattere molto simpatico e non ero neppure tanto bella, ma avevo solo la capacità di scrivere qualche poesia e racconto qua e là e avevo solo qualche sprazzo di intuizione e di ispirazione ogni tanto e per tale motivo soffrivo molto perché mi chiedevo sempre come mai apparivano più bravi sempre gli altri e non arrivava mai il mio turno, come mai gli altri erano sempre più furbi di me che riuscivano a cavarsela senza fare tante fatiche, che riuscivano ad ottenere i posti migliori e i migliori voti e considerazioni senza molti sforzi e senza tanti problemi da superare, come mai io non potevo avere qualche privilegio. Un giorno però ho incontrato un frate, in una chiesa sperduta durante un ritiro spirituale a cui confessandomi dissi della mia rabbia, del mio risentimento a sentirmi sempre inferiore agli altri, specialmente alle mie sorelle e chiedevo cosa avessi mai che non andava in me per sentirmi come poltiglia "Ma scherzi - mi disse con fermezza - Gesù ama anche te e te lo dimostra quando scrivi le tue poesie che dimostrano la bellezza dell'anima e come fai dunque a dire che sei meno degli altri?? Tu mentre dici questo stai rinnegando Gesù ed il suo amore come Pietro, tu mentre dici che non hai nulla da offrire agli altri stai mentendo, presto pentiti e convertiti come ha fatto lui prima che sia troppo tardi e scrivi subito la tua più bella poesia come preghiera a lui e come dimostrazione di ringraziamento e d'amore per lui e vedrai, vedrai, vedrai che lui te ne renderà merito" Allora pensai e ripensai se davvero bastasse così poco per riuscire a farsi perdonare tutta la rabbia, la ribellione, se davvero bastasse così poco per sentirsi bene dentro, per sentirsi colmi di quell'amore infinito e totale che ti rasserena e non ti abbandona mai fino alla fine del mondo e allora lo scrissi "Mi ritrovo davanti all'amore come un petalo svilito, come un onda senza ormeggio, come un cielo con nuvole di ghiaccio, mi trovo davanti all'amore e sola e povera mi illumino del suo incenso" Feci sorridere il frate, feci sorridere la gente, feci volare l'anima, feci commuovere, feci apparire le emozioni ed i sentimenti, toccai le corde dell'arpa dell'amore e la feci suonare alle lodi del Signore e solo allora capii, solo allora compresi cosa significasse l'amore: donare un sorriso, donare una emozione, trovare un verso come guida dell'anima fino alla fine del mondo!! (per don Vittorio Metalli!) .
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