mercoledì 20 marzo 2019

“Innegabilmente brava, la Passigato…” Gian Ruggero Manzoni su Storie di Nueva Tijuana

STORIE DI NUEVA TIJUANA di Giovanna Passigato, FaraEditore (casa editrice dell'amico Alessandro Ramberti)

recensione di Gian Ruggero Manzoni


Nata e cresciuta nella Bassa Veronese, Giovanna Passigato si è laureata in Giurisprudenza a Bologna, dove ha lavorato per lungo tempo all’Università. Ha pubblicato “Rappresentazione per le feste di Natale in una città della Pianura padana” (Manni 2003), la raccolta di racconti “Una lettera dalla nebbia” (Perdisa 2004, premio Todaro Faranda); il romanzo “Il viaggio del Re morto” (Bononia University Press 2006, premio Todaro Faranda, Fondazione CaRisBo); “Il paese infinito” (Bacchilega 2007). La presente raccolta di racconti Storie di Nueva Tijuana è stata finalista al Premio Italo Calvino. Renato Barilli, già direttore del Dipartimento di Arti Visive dell'Università di Bologna, critico d'arte e letterario, ha presentato in modo brillante Giovanna Passigato e la sua opera, arrivando a definire la scrittrice: “un'inquietante signora di mezz'età che, sotto un'apparenza innocua, elegante, educata, forse persino un po' borghese e provinciale, nasconde un immaginario di incubi, specchi incrinati, atmosfere oscure, mostri sorprendenti”. Queste storie, vincitrici della I edizione del concorso Narrapoetando 2018, avvincono e ci catapultano anima e corpo in un Messico sanguigno e visionario che ci penetra fino al midollo. Dai giudizi dei giurati: “Un racconto conturbante, dal lessico ricco e succoso che avvolge il lettore in una trama fitta di personaggi che pulsano di una storia lucida e profonda, tra lotte, agonie e desideri” (Francesca Ballarini); “Il Café Alhambra è luogo dove convergono vite che sono storie. Dai Racconti di Canterbury al Decameron al Bar Sport, i luoghi di socializzazione diventano spazi nei quali la narrazione consola e tiene uniti, in relazione: si fa farmaco collettivo che colma il divenire e la solitudine annientanti” (Massimo Parolini). Innegabilmente Giovanna ha in sé la natura di una “signora omicidi”, capace di trasformarsi in mille guise, di evadere da quel luogo ristretto per assumere tanti abiti diversi, mettendosi nei panni più vari e cangianti. Nelle sue pagine l’aggraziato, l’incantato, vengono sempre bilanciati da qualche nota stridente, in una ben calcolata armonia dove il macabro gareggia col lezioso e lo compensa. Innegabilmente brava, la Passigato, ma già lo sapevamo.

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