venerdì 21 settembre 2018

Estrocorti - Contest per Corti e monologhi teatrali - Prima edizione 2018



Estrocorti - Contest per Corti e monologhi teatrali - Prima edizione 2018.

Bologna, settembre 2018, parte la prima edizione di Estrocorti, il Contest per Corti e Monologhi Teatrali, organizzato dall'Associazione EstroVersi in collaborazione con l'Officina Teatrale de' Maicontenti di Bologna. Patrocinanti: Centro di Poesia Contemporanea e Comune di Bologna. Direzione artistica Alessandra Merico.
Dal 18 al 30 settembre si alterneranno sul palco dell'Officina Teatrale de' Maicontenti compagnie e attori provenienti da tutta Italia per sfidarsi in una gara di bravura attoriale, di originalità drammaturgica e e di progettualità del lavoro proposto. Una qualificata giuria, tra i cui nomi spiccano Luciano Manzalini (Presidente di giuria), Gabriele Marchesini, Rita Marchesini, Paola Giovannelli, Fausto Paolo Filograna, Laura Grossi, Giorgio Alberi, Marinela Dogliotti oltre alla stessa Alessandra Merico, ai consiglieri di EstroVersi e ai responsabili dello spazio teatrale giudicherà i concorrenti selezionando i semifinalisti dei vari gironi e decretando i vincitori: Miglior Corto e Miglior Monologo. Verranno anche attribuite alcune Menzioni d'Onore ai migliori attori (attore/attrice), alla migliore regia, alla migliore drammaturgia. Anche il pubblico potrà votare per i propri beniamini. Per partecipare occorre prenotarsi al numero in locandina.

Parliamo adesso dei lavori in gara e partecipanti all'ormai terminato primo girone (18 e 19 settembre) che ha visto passare alle semifinali: i monologhi Rosaspina e Sandra C e il corto Memorie di una signora per bene. I lavori recensiti sono quelli in gara nella serata del 19 settembre.

Rosaspina
di e con Alessandra Baldoni


La riduzione in forma di monologo proposta da Alessandra Baldoni, autrice e interprete del testo Teatrale Il banchetto di Rosaspina, avvolge il pubblico in una patina di sapore fiabesco capace di riprodurre le antiche memorie d’incontri con le stratificazioni temporali dell’infanzia e dell’adolescenza. Rosaspina si diventa dopo aver sofferto e meditato, interiorizzato e ripensato un inconscio mai pacificato con sé stesso. Sussurrate le melodie poetiche dei colti riferimenti letterari, filosofici e psicanalitici, impregnato l’umore della rarefatta atmosfera ricreata dalla protagonista, il sonno-sogno ci appartiene come dolore universale dello strappo, del passaggio dall’età bambina a quella adulta sul liminare di quel bosco di spine, di quel non luogo vicino alla morte: un passaggio che può restare irrisolto anche al risveglio, come la bravura della Baldoni suggerisce.


 Sandra C

di  Adriano Marenco. Con Nathalie Bernardi

L’intersezione di un archetipo come Cassandra nella contemporaneità di un ambiguo mondo di sfida al sistema e di poteri che tentano di defenestrarsi gli uni con gli altri, conduce il pubblico a porsi degli interrogativi, a cercare delle risposte su ciò che avviene intorno, suo malgrado. Come sempre l’arte non dà soluzioni ma insinua dubbi, diminuisce certezze, lancia riflessioni. Con scarna scenografia e riuscito gioco applicato alla gestualità del corpo e alla voce Nathalie Bernardi inscena un personaggio forte e credibile, insicuro e dolorante in un ossimorico alternarsi di riso e pianto rasentando lo status di folle e quello di medium, la volontà di predire e quella di testimoniare. La sua sacerdotessa live, Sandra C - titolo anche del monologo – è così il risultato di un incontro di stili dove tutto si tiene.



 Abat-jour

di e con Marco Capaldo e Vincenzo Musso.

Marco Capaldo e Vincenzo Musto sono i protagonisti del Corto Abat-jour, pensato come una narrazione in tre momenti di improvvisazione creati sulla base di tre parole chiave proposte dal pubblico. Diverso ogni volta - per la varietà delle parole stesse - il corto è risultato gradevole nella sua essenzialità, grazie anche alle modalità espressive ricercate e alla gestualità mimetica dei due attori. La snellezza scenografica - sul palco solo due sedie, un piccolo tavolo e una abat-jour, accesa o spenta a seconda del momento creativo o meno - ha aiutato il pubblico a concentrarsi sulle storie improvvisate per le quali, stilisticamente, ha prevalso una forma ironica e sarcastica.



 Loro tra noi

di e con Felix Bellanti. Con Laura Scaini.

Il letto, da sempre simbolo di unione e divisione della coppia, elemento fondante di una vita insieme - dal talamo nunziale di Penelope e Ulisse costruito da quest’ultimo sul ceppo ben radicato a terra di un ulivo secolare, a quello dove si inscena il racconto dell’incontro di Giuliana e Pietro, i coniugi di Ti ho sposato per allegria, di N. Ginzburg, giusto per citarne solo un paio - diventa anche per Gary e Caroline nel corto Loro tra di noi, liberamente ispirato a Le correzioni di J. Franzen, il luogo dove prende corpo la grottesca situazione, proposta dai protagonisti: l’incompatibilità del rapporto a due con le pressioni ricevute dall’originario  nucleo familiare del marito. Lo spunto, l’invito al pranzo di Natale, porta i due coniugi, in un alternarsi di ricordi e accuse reciproche, a mettere a rischio la propria relazione per non cedere l’uno all’altro. Intriso di una sottile flemma ironica, costruito sull’impronta interpretativa grottesca dei personaggi, il corto di Laura Scaini e Felix Bellanti, riproduce in buona sostanza i contesti coniugali di sempre dove la routine rischia di prendere il sopravvento sull’amore.



Memorie di una signora per bene
di e con Edoardo Pitrè. Con Agata Marchi, Alexandra Flores, Emanuela Roxana

Edoardo Pitrè firma la drammaturgia del Corto Memorie di una signora per bene, riscrittura liberamente ispirata a Scomparsa di un uomo lodevole di G. Celati, testo che chiude il suo lavoro sulla teatralogia delle apparenze.   Sulla scena gli attori Agata Marchi, Alexandra Flores, Emanuela Roxana e lo stesso Pitrè danno vita a un complesso rimando di rituali onirici dove la protagonista principale, la signora per bene interpretata dall’ottima Marchi, intenta soprattutto a dialogare con se stessa, tenta di instaurare - senza risultato - un contatto con la sfuggente figlia adolescente, prova ad avere un rapporto - che si riduce a un contatto fallimentare - con un suo collaboratore e sogna, soprattutto sogna di luoghi magici e mondi irreali dove orsi e pinguini ballano e l’accompagnano nei suoi deliranti resoconti sulla vita e sulla morte, sottolineando il fallimento dell’uomo nel suo desiderio di comunicare, e la sua assoluta incapacità di adeguarsi e di accettare lo scorrere del tempo. Scenario semplice ma arricchito da fantastiche maschere animalesche, musiche adeguate e cambi di luce propizi accompagnano il pubblico in un resoconto amaro che nega la dimensione dell’essere.



Bologna, 21 settembre 2018

C.D. 

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