In questa breve nota
parlerò della sua Plaquette Frammenti di
luce, uscita per I Quaderni del Battello Ebbro nel 2005, un lavoro non
recentissimo ma che è interessante conoscere. A seguire un paio di testi
inediti per constatare la continuità poetica dell’autore.
Frammenti di luce
In premessa a questa
Plaquette, Frammenti di luce -
pubblicata quasi agli esordi della sua attività poetica, con una nota del
Direttore della Casa Editrice, Giacomo Martini, poeta e scrittore egli stesso -
Saverio Gaggioli, pone una nota che chiarisce quelle che sono le sue intenzioni
individuando, nel tema degli incontri che la vita ci propone e ci riserva, il
motore di tutto l’andamento del libro: dagli incontri legati ai ricordi - e
quindi al passato -, dall’incontro con se stessi e con il mondo che ci
circonda, dagli incontri brevi e quasi impercettibili a quelli che lasciano il
segno nella vita di ognuno, il cammino dell’uomo e del poeta – pensiamo alla
Divina Commedia dantesca – è un percorso fatto di incontri. Una vera
dichiarazione di poetica, dunque, in una dimensione che - già dal testo di
inizio - apre al lettore spazi e reminiscenze di sapore classicheggiante e
mitologico che sembrano fare da sfondo e da supporto alla poesia di Gaggioli,
anche laddove egli introduce elementi della contemporaneità.
Miti
è, infatti, il titolo della prima poesia nella quale viene rivisitata la figura
di Arianna, quale archetipo dell’unione - attraverso il filo sottile – del
tempo, o ti tutti i tempi, che qui sono quelli della poesia, tempi/poesia di
cui i poeti sono fieri condottieri (in Visione), in un volare di sogni e saggezza acerba (in Sogni). In questi tempi, in questi sogni s’incontrano la figlia di Giove – simbolo del desiderio
-, Dionisio con la vitalità e
l’ebbrezza che lo contraddistinguono, in una continua forza evocativa di versi che
ricordano l’energia e l’ardore del giovane Vate D’Annunzio, anche visivamente,
attraverso le immagini di alcuni passaggi come in Cavalli di Seta dove la visione dei cavalli che correndo nei campi
raggiungono montagne di illusioni, sembra riportarci alle scorribande del
poeta, nelle pinete e sulle spiagge d’Abruzzo.
In Alchimie sono le foci del Nilo e la città di Toledo il contesto
dove Gaggioli muove i suoi versi per setacciare
sabbia in un deserto d’acqua, splendida e ossimorica metafora che sembra
raccogliere l’impossibilità di compiere azioni, di realizzare pensieri al di là
della vicenda poetica. Il poeta è confuso e al tempo stesso estasiato dalla
deità pagana che lo circonda, dai sorrisi di Febo e Venere, dalle acque
schiumose del mare che abbracciano le caviglie, mentre come in un dipinto
restano impressi tutti i colori di una nuova donna, forse un nuovo amore che
sboccia.
Nei testi di Gaggioli si
insiste molto sui colori da tavolozza, gli scarlatti, i rosso pastello, gli
ambra e gli ori, gli amaranto e gli avorio, come se la vita e la poesia stessa
fossero la tela di un quadro da dipingere e se ne chiedesse conto agli dei: Dipingi o dea/le mie sere. Ma, al tempo
stesso, si insiste molto anche sui suoni, spesso paragonati in un arrangiamento
panteistico fatto di commenti della natura che sembrano ricongiungere il poeta
al Paradiso: Senti quei
suoni/interrotti/spighe di grano/mietuto/nell’Eden sperduto.
Nei due testi finali, di
questa breve ma intensa plaquette, si toccano le vette del canto corale e della
sopravvivenza del poeta alla morte. In Madri
sono le donne - tutte le donne della vita - ad abbracciare e consolare il poeta
nell’ansia della sera; in Futuro l’autore va oltre il suo destino
sulla Terra e prende commiato dall’ipotetico lettore, attraverso un congedo
lieve, che ricorda il fluttuare dei corpi nell’Ade: Non serviranno saluti/vagherò/nel tempo/indistinto/sfiorando le onde.
Un lavorare continuo sul
ripescaggio consapevole della nostra tradizione classica, un ricongiungere al
“mistero che non si svela” - come dice Giacomo Martini nella prefazione - il
perfetto moto del cesellare affreschi d’incontri, fanno di Frammenti di luce - una delicata ricostruzione di un viaggio che
mette l’uomo al centro dell’Universo.
Alcuni testi da Frammenti di luce
Miti
Si svegliano i miti
sopiti nei millenni
lungo rami d’acacia
impreziositi dal candore
di fiori cadenti e soavi.
Sorridono al focolare
purpuree leggende
a perdersi nel tempo
lungo il filo sottile
dell’incantevole Arianna.
*****
Ragazza d’ambrosia
Vaga sperduta
l’essenza
d’un sogno
impossibile
desiderio di ieri
che langue stanco
nel cuore del mondo
come fossi tu
a mezza luce
sollevata sul mondo
rossa marziana
d’ambrosia
figlia di Giove,
*****
Madri
Lungo quell’ampia via
sfavillante
sul profondo tramonto
volti di donna
s’avvicinano piano
prendono forma
i noti lineamenti.
Madri
ancora madri
nonne
sempre madri
t’abbracciano e consolano
nell’ansia della sera
nello schiudersi dell’alba.
Condividono le gioie
ti sostengono nella via
sfavillante
sul profondo tramonto…
*****
due inediti:
Fascino
Ciascun istante
di vita con te
racchiude
il fascino
biondo e sensuale
dell’eternità.
Ti conosco da sempre
e ti cercherò ogni domani.
*****
Bologna
Un solo
silenzio
ocra
ci avvolgeva
nel traffico.
E Bologna
era lì
sotto la pioggia
battente
a pensare
la storia.
Saverio Gaggioli (Bologna 1980), poeta e scrittore, vive a Porretta Terme. Laureato in Storia moderna presso l'Ateneo bolognese è Procuratore Accademico dell'Accademia Internazionale dei Micenei, Accademico dell'Accademia Costantiniana di Lettere e Scienze, Accademico Benemerito dell'Accademia della Cultura Europea, socio del Club Scrittori d'Europa e dell'Accademia "Greci-Marino", membro Honoris causa a vita del Centro Divulgazione Arte e Poesia. Collabora con alcuni periodici e con varie associazioni culturali italiane. Sue liriche sono inserite in diversi volumi antologici. Ha pubblicato: Caduche emozioni (1999), Voci di poesia (2000, che raccoglie anche le liriche del poeta siculo-trentino Giovanni Duca), Frammenti di luce (2005) e il saggio storico Cola Montano. Storia di un umanista e cospiratore nell’Italia del Quattrocento (2005).
Sulla produzione letteraria di Gaggioli hanno scritto diversi autori e critici nazionali quali: M. Alemanno, G. Bárberi Squarotti, E. Bogazzi, S. Doglio, R. Gaffè, G. Ianuale.
Bologna, 6 novembre 2016
Cinzia Demi
Nessun commento:
Posta un commento