Conosco Marzia Biondi
da un paio d’anni circa. Figura interessante nel panorama poetico
emiliano-romagnolo, unisce un grande amore per la poesia a quello per la fede
di cui parla come di “un regalo ricevuto, guida e maestra di vita, insieme alla
poesia, suo strumento”. La sua poetica si snoda dunque in queste direzioni
parallele, dove l’ascolto di cui è capace non solo la sua persona tutta ma,
anche, la sua dimensione poetica, ci viene restituito nei versi della sua
ultima raccolta attraverso la narrazione di un tempo poetico fatto di grandi e
piccoli accadimenti, sottolineato da gioie e dolori, da affanni e stupori laddove
tutto accade sotto l’egida dell’amore che implementa il senso dell’accadere
stesso.
Soffi di vita
Già
dalla prefazione al libro, a cura di Davide Rondoni, è facile intendere come i
testi di Marzia Biondi siano paragonabili all’esternarsi di momenti di
effusione dove le immagini tendono a ravvivare il pensiero nella direzione di
una vitalità – da qui il titolo Soffi di
vita – che contiene al suo interno tutta l’essenza dell’essere.
Dal
rapporto con la natura che traluce attraverso i sensi stessi, si inserisce di
diritto anche il rapporto con la vita, dove le parti in causa, i protagonisti,
gli uomini, hanno tra le mani una sorta di copione - il loro percorso, quello
che possono costruirsi con il libero arbitrio -
e intendono così recitare tanti ruoli sociali quanti la vita stessa
gliene attribuisce. Non c’è incompatibilità tra i vari ruoli perché si tende a
conciliarli, a miscelarli nel tempo che, per l’autrice, diventa “il tempo della
poesia”. Un tempo fatto di esperienze, di incontri, di emozioni vissute nella
gamma più disparata delle emozioni. Marzia Biondi, in un alternarsi di poesia e
prosa poetica, ci rende conto così di quella che per lei è l’esperienza della
poesia, tra chiaroscuri di parole e silenzi, laddove i doni, l’amicizia, il calore,
il colore (alcuni testi sono anche scritti con l’inchiostro azzurro, rosa) sono
elementi di una visione che mette l’uomo e il suo valore al centro del
percorso, anche nel caos che emerge, ad esempio, nel testo cecità dove le possibilità di concentrarsi o di fuggire dalla morsa
disumana che lo attanaglia, vengono superate dal desiderio di conoscenza e di
incontro che emerge sommessamente dall’ultimo verso: il sorriso eloquente da labbra timide e perfette.
Ora,
in una fase antropologica dove nessuno ha ben chiaro cosa succeda veramente –
come afferma il critico Gianfranco Lauretano – dove il racconto della storia si
sta perdendo, l’autrice - all’interno
del libro - ringrazia cosa è successo intorno a lei e dichiara di scrivere
proprio perché è successo qualcosa. Il titolo del resto, solo apparentemente
semplice, - cos’è un soffio? – ci
rimanda a ciò che sta al confine tra il perdersi e la sostanza, come se tutti
noi fossimo un po’ dentro e un po’ fuori il soffio
della vita. Marzia Biondi, nella
schizofrenia tipica del poeta – dove non tutto quello che viene scritto è
pensato, non tutto è reale ma anche un po’ folle – ci dona dei versi che
spandono energia per la vita stessa, dei versi sostanziati di immagini per
fermare ciò che accade, poiché questo è il compito della poesia.
Alcuni testi da: Soffi di vita
Cecità
cammini
per strada
carrozzine-sportine
prolungamenti di mani sterili e intorpidite
da
tante cose ti devi districare
fra
piedi caotici, click ed i-pad in funzioni differite
rombi
stonati e grida inascoltate
tante
cose devi scansare
si
ode senza sentire, le pupille vedono senza guardare un volto,
la
profondità di un occhio
il
sorriso eloquente da labbra timide e perfette
*****
Imperfetti
mute
intense savie di sensi
con
esse siamo umani
imperfetti
nel donarle
disumani
diveniamo quando
in
armi esse trasformiamo
e
cuori e menti lasciamo sgomenti
più
nulla rimane né di esse né dell’umano
se
non l’urlo silente di
una
mano che ti cerca lontano
*****
Arrivederci
(in un attimo)
ricordi,
saggezza, fluire della vita, attimo sfuggente
dal
ritorno dell’onda fermato
dai
cuori assaporato
nell’oceano
incandescente e dissetante
è di
nuovo andato
arrivederci!
*****
(senza
titolo)
la
brezza salata
di
luce calda e avvolgente
giunga
sull’onda della vita
baciata
dal mare
Bologna,
20 novembre 2016
Cinzia
Demi
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