lunedì 18 gennaio 2016

ADULATORI E ADULATI

di Sandro Serreri
Leggendo
di Clive Staples Lewis



 Pieter Brueghel il giovane: Adulatori


Gli uomini hanno bisogno di essere adulati e nessuno fa eccezione, tranne i santi, forse! Eh sì, forse! perché anche loro sono caduti dentro la fossa della adulazione almeno nei primi giorni della loro personale guerra contro se stessi, contro tutti, contro il mondo.
Questo, perché si trova sempre qualcuno da adulare e questo qualcuno, nella maggior parte dei casi, è un uomo limitato, non meritevole, con tanti difetti. Eppure, vuole essere adulato e trova sempre adulatori.
Questi adulatori, anch’essi uomini assai limitati, s’inchinano, si genuflettono, piegano il ginocchio e abbassano la testa. Servizievoli, sempre pronti a leccare il dorso della mano del loro padrone e a scodinzolare come buoni ebeti cagnolini addomesticati, ricevono per questa loro gran fatica solo, e solo qualche volta, dunque non sempre, solo un mezzo sguardo, un mezzo sorriso, una parolina sbiascicata.

Cortigiani, ecco quel che sono e che amano essere, cicisbei ridicoli e deformi, caricature derise e oltraggiate. Quando i loro vanitosi padroni fan cadere, volutamente, ovviamente – nulla è lasciato al caso! –, solo qualche briciola e persino e per giunta insignificante, eccoli gettarsi addosso alla medaglietta, al titoluccio, e se son più di due, eccoli abbaiare, ringhiare, azzuffarsi, sbranarsi, divorarsi, offendersi, senza riguardo, senza contegno. Non ha forse l’Apostolo scritto: “Se voi vi mordete e divorate a vicenda, guardate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri”?
Sono, a dir poco, ridicoli, e per questo fatti oggetto di scherno, di critiche pur velate affinchè il padrone non senta e si insospettisca, di dicerie malevoli, di pettegolezzi, persino di calunnie, ma loro, gli adulatori, di tutto ciò non si curano, non si danno pena, non s’interrogano, non si esaminano, non si battono il petto, non si emendano, non si lavano, non si purificano. La medaglia è sul petto, il titolo nel colore: questo, questo solo conta! Tutto il resto, no!

Amano esser adulati, solitamente, uomini vuoti, privi di sensibilità, di sentimento, d’intelligenza, di coscienza, di vero cuore e animo. Sono veri maestri solo in un’arte nella quale, disgraziatamente, eccellono, eccome: Quella della strategia di farsi adulatori a basso costo e con ridotto investimento. In quest’arte, che tanti danni ha procurato alla pace sociale in quanto arte atta a dividere e a generare rancori, invidie e odi sino a ferite e morti, questi uomini vuoti hanno espresso il loro unico talento per il quale nel giorno del Giudizio saranno giudicati assai duramente e per l’eternità.
Ah, l’adulazione! Bestia, bestia demoniaca, vizio, vizio capitale, piaga, piaga insanabile, abominio, abominio profondissimo, vergogna, vergogna incurabile, morte, morte nerissima. L’adulazione è uno dei veleni più omicidi che il cuore dell’uomo possa generare e iniettare.
Questo veleno una volta entrato nel sangue inizia a circolare così rapidamente che non c’è antidoto o antibiotico che possa fermarlo e debellarlo. È un virus canceroso, che porta alla morte della dignità, serietà, eticità, moralità, altruismo, generosità.
Il malato non sa di essere malato, di essere in fin di vita, anzi è baldanzoso, incosciente, beffardo, tronfio. Poverino!
Il virus continua a circolare liberamente, di giorno e di notte, mentre l’ignaro malato terminale continua a genuflettersi meglio di un giapponese, a sorridere forzatamente, a consigliare viscidamente, a ruminare bile.
Ma l’adulato non si prende cura dell’adulatore, mai! Anzi, lo vuole così: pallido, macilento o pingue e rubicondo, falsamente ascetico o sfacciatamente mangione e beone.

Gli adulatori non avranno mai fine. Sono della stessa genia di quei tumori, sebbene dormienti, che ti uccidono respiro dopo respiro. Dunque, falsamente dormienti. Sono come quei brufoli, nonostante schiacciati, che continuano ad emettere pus, come la ferita, tuttavia medicata, non si rimargina, come una peste bubbonica contagiosa e virulenta.
Sì, gli adulatori non avranno mai fine sino a quando ci saranno uomini ben disposti a farsi adulare, corteggiare, ossequiare, servire servilmente. Anche questi, purtroppo, non mancheranno mai.
Si troverà sempre qualcuno in cerca di favori e onori e sempre qualcuno pronto ad elargire gli uni e gli altri, ma mai in maniera munifica, ovviamente, ma, come cadono le briciole dalla cornucopiosa mensa del padrone così cadranno i loro favori e onori, come le gocce nel disgelo dalla vecchia grondaia inumidiranno le labbra untuose e le cortesie degli adulatori.

Dunque, mi par di capire che la radice di questo triste abominio siano gli adulati più che gli adulatori, i tentatori più che i tentati, i comandanti più che i comandati, i sovrani più che i sudditi, gli imperatori più che i vassalli, i padroni più che i servi, i direttori più che i diretti, i maestri più che gli alunni… E se è vero, come è vero, che gli adulati sanno che c’è sempre qualcuno pronto alla adulazione, è altrettanto vero, eccome se è vero! che gli adulatori sanno che c’è sempre qualcuno in attesa di farsi adulare.
Gli uni e gli altri si cercano e si trovano, si riconoscono subito, trovano subito l’intesa e l’accordo, stipulano una società segreta, tramano insieme, diffidano segretamente l’uno dell’altro, si spiano a vicenda, si reggono l’uno sull’altro senza dar dell’occhio. Sono, comunque – bisogna riconoscerlo! –, un capolavoro di relazione sociale.

Se, poi, son ben affiatati i due compari facilmente costruiranno una società a delinquere che perseguiterà un unico scopo: Quello del massimo profitto con il minimo sforza da parte di entrambi.
E bravi i due compari! Ovviamente, tutto questo non apparirà mai, ma sarà solo oggetto di dicerie, di pettegolezzi, di calunnie, di sospetti, di congiunture, di animosità, di invidie. E più si batte l’aria o l’acqua marina più è difficile riconoscere e discernere il vero dal falso, il buono dal cattivo, il bene dal male, l’amico dal nemico, il collaboratore dall’individualista, il generoso dall’egoista. E i due compari, che sì sono cattivi, ma non stupidi, assai si compiacciono di sì tanta confusione, nebbia, caligine, oscurità, chiaro-scuri. Anzi, di più, molto di più, vi navigano dentro con assoluta sicurezza, padronanza, da nocchieri coraggiosi e navigati.

E più v’è fumo, più v’è dubbio: “Sarà? Mmmhhh! ma, forse? No, no, è proprio così!”, più l’adulatore e l’adulato trarranno per entrambi risultati, vittorie, cifre, conquiste, mete. Per questo, si uniscono scelleratamente col vile scopo di mai far diradare le foschie per tutta l’estensione del loro regno, dominio, campo di azione e di influenza.
La nebbia sarà sempre una fidata alleata, un servizievole mantello dell’invisibilità, una barriera contro sguardi indiscreti e intelligenti. Là dove c’è il dubbio c’è sempre chi vorrebbe dire e agire, ma non farà né l’uno né l’altro perché bloccato, trattenuto, intimorito, frenato, dalla voce della coscienza che dice, sottovoce: “Attento! E, se non è così?”

Qualcuno sarà ad un passo dalla verità, dalla luce, dalla chiarezza, dai contorni nitidi, dalle prove oggettive, inconfutabili, schiaccianti, ma… nulla di fatto, se ci sarà anche un solo onesto ragionevole dubbio.
È anche a causa di questo razionale stato d’animo della mente e del cuore degli onesti, dei buoni, dei miti, dei giusti, dei seri, dei responsabili, dei sensibili, dei coscienziosi, che gli adulatori e gli adulati ci saranno sempre: ammorbando l’aria, avvelenando le placide acque, insinuando il pungiglione del rancore e dell’odio, seminando a piene manciate la zizzania della diffidenza, soffiando sul fuoco che brucia ustiona e distrugge, dividendo lacerando e strappando, erigendo steccati e mura di sospetto e incomunicabilità.

Oh, allora, quanto son felici! Quanto danzano, quanto ridacchiano, quanto sogghignano, quanto annuiscono, quanto si strusciano, i nostri buoni compari! Certo, non sono amici per la pelle, ma alleati per reciprocità d’interessi questo sì, eccome!
Di questi, credetemi, non ne avremo mai abbastanza. Continueranno a farci dubitare sul valore sociale dell’onestà, dell’altruismo, del disinteresse, della pura e genuina gratuità, dei nobili sentimenti e degli affetti umani, dell’amicizia, del dono reciproco del buon vicinato, della generosità, della collaborazione. Continueranno a minare le fondamenta della pace, della concordia, dell’armonia.
Nel bel mezzo di una bellissima sinfonia ci faranno stonare, andare fuori tempo, abbassar di tono. In un quadro perfetto saranno una macchia sputata nel cuore della notte quando tutti dormono e riposano e sognano, tranne loro, gli adulatori e gli adulati.

Fintantoché ci saranno loro continueremo a dubitare, e il dubbio è così potentemente omicida che qualche giusto e onesto pensa di essere dalla parte sbagliata, di aver sbagliato tutto. E tutti noi finiremo col convincerci che ha ragione, che è proprio così. Ecco perché c’è sempre qualcuno pronto ad abbandonare il proprio sentiero e ad allungare le fila degli adulatori e degli adulati.
Il danno è a dir poco enorme, devastante. È una chiazza d’olio che si allarga, allarga, allarga su un mare cristallino e pacifico.
E par che questi assassini non si rendano conto del male che fanno alle vite e all’agire dei giusti e degli onesti. Pare, e sì pare! perché anche in questo campo sorge il dubbio: E se sono incoscienti? Possono un adulatore e un adulato essere incoscienti e, dunque, non responsabili del crimine che genera il dubbio e l’inganno?

Siamo, tutti noi, così ingenui, sprovveduti da berci questo giudizio che, se giusto, scagionerebbe i nostri compari da qualsiasi colpa loro imputata? No, non lo siamo, non lo siamo realmente e, soprattutto, non vogliamo esserlo nella maniera più certa e assoluta.
Suvvia, vogliamo ridicolizzare la storia, quindi l’esperienza personale e collettiva? Vogliamo fare la pantomima di quei bambini che credono veramente di vedere Peter Pan volare su e giù?
Se loro vinceranno sulle nostre coscienze, sulle nostre fatiche, sul nostro passo fermo e deciso, allora sarà la fine, la fine dell’onestà, della giustizia, della moralità.

No! non lasciamoci ingannare, impietosire dal nostro buono e nobile cuore. Non dobbiamo permettere che il nostro animo gentile abbia il sopravvento sulla perfidia e i mal affari dei nostri compari buontemponi.
Permettere che questo accada realmente sotto i nostri occhi, dentro le nostre vite, va contro tutto il nostro giusto e onesto operato, la nostra casa costruita sulla roccia, la nostra famiglia, i nostri affetti, i nostri buoni sentimenti, il nostro lavoro, la nostra sacra dignità.
No, non possiamo e non dobbiamo permetterlo, e non lo permetteremo!
Continueremo, dunque, a combattere la nostra buona battaglia anche se questa ci costringerà a schivare i dardi velenosi, seducenti, vili, scagliati ora dall’uno ora dall’altro adulatore o adulato o da entrambi insieme, che inevitabilmente incontriamo, con i quali abbiamo a che fare, ci scontriamo direttamente o indirettamente.
Sarà una gran fatica, ma necessaria. Lo dobbiamo innanzitutto a noi stessi. Poi, lo dobbiamo a tutti coloro – e sono tanti – che hanno sempre creduto e contato sulla nostra coscienza e onestà, costi quel che costi, che si sono sempre e comunque fidati di noi.
Questi due motivi da soli bastano per farci resistere agli assalti da vero e proprio assedio militare dei dubbi, delle delusioni, delle amarezze, dei tradimenti, delle lusinghe, del “così fan tutti”!
Spetterà al singolo giusto e onesto non farsi abbracciare e baciare dagli adulatori e dagli adulati affinché un giorno, presto o tardi, non abbia da rimproverarsi e vergognarsi per aver venduto se stesso.

(Tempio Pausania, gennaio 2016)

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