lunedì 4 aprile 2011

UGO DI SAN VITTORE: DIDASCALICON

introduzione, traduzione  e note di Massimo Sannelli

La Finestra editrice (www.la-finestra.com), Lavis 2011
pp. 272 (con testo latino a fronte), ill., euro 50.

Copertina di Franco Trasatti (immagine a lato)
per informazioni e richieste: info@la-finestra.com

[dall’introduzione] Uno strumento esistenziale ha bisogno di
un’elezione non irriverente. Lo studente ideale di Ugo è soprattutto lo studente biblico, giustamente irreggimentato in una Chiesa che non per nulla è cattolica e universale. Ma il pane di questo convivio può essere spezzato e consumato anche ora, e forse con una maggiore libertà; e certo con una disperazione che nessun consacrato del XII secolo può avere sperimentato. Oggi è pura stultitia, quasi matta
bestialitade, leggere il Didascalicon senza lo Zibaldone e senza vedere il mondo; ed è sempre stultitia e bestialitade un umanesimo analfabeta rispetto alla Bibbia. La Bibbia dovrà essere aperta e riesaminata, anche con la mediazione di questo Didascalicon. Ma il solo Didascalicon non basta più al giovane o vecchio Davide. Non solo deve integrarlo con altre letture – che forse accentueranno il senso di mancanza, la sua disperazione da «agonia del Cristianesimo» – ma
dovrà ritradurlo punto per punto. Sarebbe bene che lo integrasse anche con alcune grandi fonti di Ugo: il commento di Calcidio al Timeo di Platone, il commento di Macrobio al De nuptiis di Marziano, il Corpus hermeticum. Volendo essere più un lettore che un curioso all’interno di una materia secolare, dovrà interrogarsi continuamente: a che cosa, e a chi, e perché serve questa cultura? Dove leggo divina sapientia e divina Scriptura, e se non ho la fede, che cosa devo intendere? Qui parlo nella speranza, un po’ disperata, che sia un lettore, appunto – soggetto e oggetto della passione e dello studium – e non un semplice esploratore della vigna del testo. Neanche il Didascalicon è tenero con i curiosi della parola.

*


Massimo Sannelli (1973) vive a Genova, dove si è laureato sotto la guida di Edoardo Sanguineti (1996); ha conseguito il Dottorato in Filologia latina medievale sotto la guida di Claudio Leonardi e Stefano Pittaluga presso la Sismel (Firenze, 2004). Ha curato per «il
melangolo» le edizioni di Boezio di Dacia, Sui sogni (1997) e Anonimo di Erfurt, Sulla gelosia (1998); per «La Finestra», i Planctus di Pietro Abelardo (2002) e l’Anticlaudianus di Alano di Lille (2004); sempre per la Finestra, sono in corso di pubblicazione Le poesie del Monaco di Montaudon (2011); per «La Camera verde» ha tradotto Su un io colonna di Emily Dickinson (2007) e Surfaces di Eric Suchère (2008); per Fara, ha curato la Comedìa di Dante Alighieri (2010). Ha collaborato stabilmente alla «Rassegna della Letteratura Italiana» e a «Medioevo Latino (MEL)» (e sporadicamente ad altre riviste accademiche e letterarie, tra il 1996 e il 2005: «Lettere Italiane», «Maia», «Medioevo Romanzo», «Poesia», «Rivista di Storia e letteratura religiosa», «Semicerchio»). Si occupa di teatro e cinema, come attore e autore: nel 2009 è uno dei collaboratori del documentario La bocca del lupo di Pietro Marcello (David di Donatello 2010, Miglior documentario; Nastro d’argento 2010, Miglior documentario; Caligari
Preis al 60. Festival di Berlino); nel 2010 interpreta Lorenzo Calogero in Città fantastica di Nino Cannatà e Carlo Emilio Lerici (Teatro Belli, Roma); nel 2011 presenta in varie città una sua lettura delle poesie di Giovanni Paolo II. Tra i saggi: L’esperienza. Poesia e didattica della poesia (La Finestra, 2003), Philologia Pauli. Il corpo e le ceneri di Pasolini (Fara, 2006) e Scuola di poesia (Wizarts, 2010). In poesia: L’aria. Poesie 1993-2006, Puntoacapo 2009; il
secondo volume delle poesie, Tà dé (2003-2011), è in corso di pubblicazione presso La Finestra (con allegati grafici, fotografici e filmici).

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