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mercoledì 22 marzo 2017

Il senso di Dio (da un'idea di Roberto Borghesi): Rimini 31-3-17

Grazie a una idea di Roberto Borghesi 
e alla disponibilità di Gianni Ceccarelli 

Venerdì 31 marzo 2017 dalle ore 17:00 


 
www.isurimini.org  
Via Luigi Tonini, 5 – Rimini 
Tel./Fax 0541/50555

Incontro con  scrittori, poeti e pensatori 
che si confronteranno sul Senso di Dio 
e dialogheranno con il pubblico
interventi musicali di Luca Di Tommaso 
ingresso libero

scarica la locandina



17:00 breve saluto di Gianni Ceccarelli e Alessandro Ramberti (moderatore)

1
7:05 Roberto Borghesi: Se “Dieu est personne”, come adorare? ispirata a Nancy e inserita nel volume Preghiera (e…

17:30 Beatrice Bittau: L'esilio della dimora

17.45 Serse Cardellini: L’Ateone 

18.00 Elvis Spadoni:
Chi ci farà vedere il bene? La forma e il colore di Dio (l'uso del bianco come luogo del divino)

18:15 Caterina Camporesi: Un cammino di fedeltà al proprio essere e al proprio divenire

18:25 William Protti: Kronin 

18:35 Anna Maria Tamburini: Non mancare


18:45 Claudio Signorotti: Appunti di viaggio


18:55 Versi in absentia: “Le acque di marzo di Mario Vespasiani

Dibattito aperto


info@faraeditore.it – www.faraeditore.it
Eventi facebook Il senso di Dio#ilsensodiDio 

domenica 19 giugno 2016

Ai margini della “ragione errabonda” di Giorgio Colli

Lettura di Jean-Luc Nancy a cura di Roberto Borghesi (entrambi al centro della foto vicino al mappamondo a destra, foto scattata nella Biblioteca Gambalunga di Rimini)





Pour mes amis de Rimini.


Se “Dieu est personne” come adorare?

L’ultimo Dio


Jean luc Nancy




oui le dernier dieu est personne,                   sì l’ultimo dio è alcuna persona
c'est-à-dire aucun personnage                           ossia alcun personaggio
mais aussi bien toute personne:                        ma pur altrettanto tutto persona:

Luigi, Clemens, Jasmine ou Roberto,                 Luigi, Clemens, Jasmine o Roberto
chacun dernier dieu                                          ciascuno ultimo dio
de dernier en tant que final                              di ultimo in quanto finale
ou bien tout en haut de la liste                          oppure del tutto in cima alla lista
au sommet du panthéon,                                   alla sommità del panthéon

les deux voyez-vous car                                      le due cose vedete perché
tout en haut c'est aussi la fin                              totalmente in alto è la fine

c'est le paradoxe du sommet                               è il paradosso della sommità

ou du comble                                                     o del colmo

c'est le comble du divin                                      è il colmo del divino

le dieu trop rempli du divin                                il dio troppo pieno di divino
et qui ne le supporte plus                                   e che non lo sopporta più

le dernier dieu souffre d'être dernier                  l’ultimo dio soffre di essere ultimo
car après lui n'y en a plus                                   perché dopo di lui non ce sono più

et souffre aussi de son éclatement                      e soffre pure della propria eclatanza
de ce déchirement                                             di questo strappo
cette explosion que fait l'être divin                     questa esplosione che fa l’essere divino

chacun chacune de nous chaque instant             ciascuno ciascuna di noi in ciascun istante


pour peu qu'il se sache et se sente divin             per poco che si sappia e si senta divino


Equivalenza definitoria

Il verbo est è una “copula”? È transitivo?

le dernier dieu est personne

Si tratta di una proposizione assertoria?

Analisi del soggetto; è composto da un aggettivo e da un nome “comune”: l’ultimo + dio

“dio” è un nome che permette di essere accompagnato da un aggettivo. Dunque non si tratta di un vocabolo o nome “assoluto”; qui si tratta di “un” dio, che è definito come ultimo.

Il nome “dio” è quantificabile? Se sì, avendo ultimo come aggettivo qualificativo, ultimo indica:

Che il nome comune “dio” è qui usato per l’ultima volta; dopo di lui, non ce n'è più un altro. Questo nome comune di dio, non è un nome proprio: “dio” riceve dall’aggettivo ultimo una collocazione spaziale che definisce il nome “dio” come nome connotato di spazio e di tempo.

“l’ultimo dio”: dove si colloca essendo ultimo? Quando giunge all’ultimo? È già presente?

Già l’associazione di questi due termini è problematica; è attribuibile al nome “dio” la possibilità di caratterizzarsi come ultimo?

Ma anche; forse è dimostrabile che il nome “dio” può essere associato a qualsiasi aggettivo, in quanto esso sarebbe “neutro”?

“dio” sarebbe un nome singolare-plurale, dio/dèi, può essere declinato al plurale.

Ma nella frase “l’ultimo dio è alcuno”, si restringe la qualificazione di dio alla possibilità di essere ultimo.

Analisi: esiste un dio, e questo dio è ultimo e in quanto dio-ultimo esiste nella modalità di essere

Nessuno, di predicarsi di nessuno.

Se invertiamo i termini della proposizione abbiamo: “nessuno è l’ultimo dio”.

In francese; personne est le dernier dieu. Che porterebbe a significare che non c’è alcunché che può classificarsi come ultimo dio.

Dunque, le dernier dieu est personne è una proposizione che contiene un principio esplosivo?

Scriviamo allora le dernier dieu est personne e personne est le dernier dieu.

Sono equivalenti?

le dernier dieu est, a existance, mais pour avoir existance il faut la definire, en definire la modalité. Ici le dernier dieu a l’existance comme, en tant que, parce que il est, c’est a dire que il ya comme personne. C’est a dire, que il ni est pas, il ne peut pas se manifester si non comme non presence. Alors le dernier dieu est personne contradictoire;

le dernier dieu est; il y a quelque chose comme “le” dernier dieu; donc il est au singulier;

pourquoi ne pas ecrire au pluriel “les” derniers dieu sont

ou bien “un” certain dieu parmis l’ensemble des dieu est le dernier.

Ecrire “le” dernier dieu implique une pluralitée de dieu, mais seulement le dernier accede à l’indeterminatif,

personne des dieu faite exception du dernier est personne, seule le dernier le est.

Il y a t-il dans le nom de dieu le fait que quelque autre dieu soit personne?

L’
être personne appartient uniquement au dernier?

Ne pouvons nous ne pas dire que tout dieu est personne?

Ne pouvons nous ne pas démontrer que affirmer que le dernier dieu est personne est une proposition suivant le principe d’explosion et la consequentia mirabilis?

Si le dernier dieu est, alors il est personne, alors il n’y a pas de dernier dieu, ou bien il est autre que personne, dieu est un nom impersonel, quiconque peut prendre le nom de dieu, mais il faut que ce qui prend le nom de dieu ne soit pas impersonel. Jean luc nancy adjoint l’adjectif “dernier”, adjectif contrictoire, piusque quiconque peut prendre le nom de dieu, par exemple roberto, soyent jusque ici le dernier dieu personne ne peut alors en tant que dernier ne pas
être le dernier , donc personne peut se qualifier de dernier definitivement, il est dernier jusque à l’arrivé d’un autre dernier. Donc il n’y a pas de dernier dieu comme voulait affirmer la proposition.  [de Jean-Luc Nancy] 

À moin que “personne” ne se abinne à “rien” et alors on a: le dernier dieu est rien, ni l’un ni l’autre, neutre.
Tesi, il y a un seule dieu qui est “le” dernier et ce dieu est personne, c’est à dire que personne est “le” dernier dieu et de dieux il y en a plus d’un, et un dieu qui occupe la derniere place, place à situer, en occupant cette dernière place seurait personne, donc ne seurait pas, donc il n’y a pas de dernier dieu, puisque personne peut
être le dernier, le dernier ne peut il pas arriver, 

à moin que “dieu” soit un nom “vide”, qui ne signifie rien en soi meme, et neutre, ni etant, ni pas etant, ou soit etant et ne pas etant en meme temps. Etant celà contradictoire, tout de meme a, sans la proposition de Nancy en soutroiant au terme de “dieu”, une connotation d’existance essencielle.

L’ultimo dio implica di essere una esistenza senza essenza, impersonale,

dio può essere ultimo a condizione di esistere impersonalmemte.

Il verbo essere qui è transitivo o intransitivo?

Se poniamo l’accento sull’aggettivo dernier, il fatto che il soggetto dio sia qui connotato come ultimo fa che esso sia nessuno, che non sia qualcuno, una persona.

Se dio si presenta come ultimo, si qualifica come nessuno in senso assoluto, cioè nullo; ossia né una persona né una non persona. Allora all’ultimo dio è attribuita l’impossibilità di manifestarsi.

Non è sulla base di una possibile manifestazione che si caratterizza come dio e ultimo.

Diremo: l’ultimo dio è nullo, neutro ed è questa impossibilità di impersonarsi che lo rende ultimo. L’ultimo dio è una non-persona, per questo non ha essenza; ma ha una esistenza.

Come ciò che è in quanto non persona.

Che cosa è allora l’ultimo dio? O chi è l’ultimo dio? Jean-Luc Nancy risponde che dio è ultimo solo se è “totalmente” persona, ossia non trascendente, ma immanente.

Roberto “è” “un” ultimo dio.

Da capo:

definiamo il termine “dio”, come nome capace di cumunicare con altri termini, di “toccare”; dunque dio non è intangibile; se è tangibile, in quale modo lo è? Ontologicamente? Noematicamente; se dio è tangibile lo è in modo attivo; è dio che tocca, non è mai dio che è tangibile. Se dio non è tangibile è indimostrabile, ma essendo dio a toccare, il suo tocco non dovrà annullare la sua intangibilità ontologica, egli tocca indirettamente. Ed è questo “tra” presente nel tocco di dio che caratterizza la sua transizione. Il nome “dio” è sinonimo di transizione, è transitivo, è “trasformazione”; è questa possibilità transitiva che fa sì che nel “tra” dio si dia di volta in volta differente e determini la pluralità dell’apparenza di dio. Dio si da nel “transito”, ogni volta dando origine a una comparsa differente. Ma in questa trasferta in cui dio è attivo, la comparsa di dio è “costante”? Mentre cambia nel tocco costantemente la sua tangenza?

E questa “tra”-sformazione tangibile di dio

Il primo tema è l’analisi del “principio di contraddizione”

[analiziamo la “modalità” il “modus”]

Colli lo collega al termine verbale “toccare”.

thighein è verbo che nella sua etimologia rimanda all’uso della mano e alla “finzione”, “maniera”, tono; “façon” rimanda a “modo” modalità, maniera; “fingere”, modellare;

dunque “thinganein” può essere ben tradotto come “toccare in un certo modo”,

non esiste un toccare univoco, unico; il tocco è sempre singolare, “personale”, di volta in volta diverso.

Domanda; il tocco è necessario perché una tesi sia vera?

Tocco noetico;

facciamo l’analisi grammaticale della tesi di JL Nancy

Analisiamo la modalità dell’ “è” nella proposizione di Jean-Luc Nancy:

le dernier dieu “è” personne

la frase è costituita da un soggetto, un nome comune accompagnato da un aggettivo, da un verbo (transitivo o intransitivo?) e da un termine che definiremo come di genere “neutro”, un complemento, costituito da un vocabolo plurisignificante.

Il nome comune dieu, è qui accompagnato dall’aggettivo dernier, che definisce la modalità, la “postura”, la collocazione di dio. Affermare che qui si tratta dell’ultimo dio, definisce di quale dio si tratta; dernier, indica che la teoria delle divinità, ossia di quelle “entità” accomunate al nome “dio”, ha un termine; si dà un “dio”, come ultimo, dopo il quale l’uso del termine “dio” non ha più corso, non si pratica più per determinare una unità divina. Dunque il nome di “dio” è grammaticamente provvisorio, ossia la parola “dio” può giungere in sé al termine del percorso linguistico. Ma con l’arrivo dell’ultimo dio-quando si dà, in quale punto del tempo termina la storia di ciò che ha significato “dio”?, ossia l’ “esistenza” di presenza al di là dell’ “essere mortale”, dell’essere “qui”, tra i viventi, oltre l’immanenza?

La risposta esposta nella frase spiega l’ “è” del soggetto come un transitare nell’indefinito pronominale “personne”.

Il nome “dio” implica in sé una necessità o una contingenza?

L’accostamento dell’aggettivo dernier implica la contingenza di dio.

Se dio è contingente, allora è possibile la pluralità di dio, la compresenza di più dèi, il politeismo.

Dio ha una “durata”.

JL Nancy si pone la domanda se si possa fare a meno dell’uso della parola “dio”;
se si attribuisce a “dio” la possibiltà di “morire” (ma qual è il modus della morte di dio?), allora è ipotizzabile un'altra modalità del contatto e della relazione .
Se “dio” muore, resta un’esistenza senza necessità. La morte di dio puntualizza la negazione dell’eternità, infinità come connotazione necessaria per la sua esistenza.

Trascendenza “non implica” necessità; è una modalità ontologica ma non esistenziale.

Come si manifesta la “morte” di dio?

Nietzsche parla di verwesung, ossia di abbandono dell’essenza umana, di abbandono per passare oltre l’essere. Per la manifestazione della “corruttibilità” dell’ente Nietzsche usa il termine corruption.
In Gaia scienza §125 scrive: auch gotter verwesen, ossia: anche gli dèi “si allontanano, abbandonano l’essere, la ecceità”.
L’abbandono della ecceità, della loro presenza, fan sì che dio sia morto e che lo “rimanga”. Nietzsche nega la resurrezione di Cristo?
Sappiamo che gli dèi muoiono; ma come nascono? Nascono se non sono già da sempre.

Ripartiamo da capo nell’analisi del “poemetto” .
Tentiamo di definire il “campo semantico” del “poema”.

Le è articolo determinativo maschile, corrisponde all’articolo determinativo italiano “il”.

Dernier è un aggettivo qualificativo numerale. In quanto aggettivo, colloca il termine che qualifica in una serie numerica. C’è enumerazione. Dernier chiude una serie numerale, attribuisce al termine che accompagna un “posto”, un luogo, conclusivo di una teoria definita, non-infinita.

Ma possiamo pensare che l’aggettivo qualifichi il termine uguale a zero in questo calcolo.

Dieu è qui un nome che si qualifica come “il” e non “un”. Qui è l’aggettivo che qualifica e quantifica il termine. Il termine “dio” è all’interno di un calcolo, dio è definito dai suoi attributi.

Dio è dunque un nome in sé indefinito, e in quanto non definito può equivalere a zero, essere nullo.

L’ultimo dio si connoterebbe come il dio dello zero, in una successione numericamente decrescente che corrisponderebbe al passaggio dal politeismo, al monoteismo , all
a-theismo.

A questo punto “dio” corrisponderebbe allo zero finale, equivarrebbe ad essere un termine a casella vuota. In altri termini: l’ultimo dio sarebbe equivalente allo zero, ultima cifra scoperta nella storia della matematica, capace di occupare “qualitativamente” una posizione. Qualitativamente “dio” si connota come termine che si caratterizza per la sua contingenza e molteplicità definitoria.

Il termine “dio” in sé non significa nulla. È un termine transitivo, contenente in sé la propria affermazione quanto la propria negazione.

In il termine “dio” si pronuncia allo stesso modi sia al singolare dieu che al plurale dieux,  con un effetto di pronuncia simile alla differance di J. Derrida.

L’analisi del sintagma “l’ultimo dio” ci ha portato a definire dio come numero equivalente a zero, una cifra capace di connotarsi a una quantità multipla.

Il “dio” ultimo essendo un nome comune, rimane indefinito. Perché sia l’ultimo è necessario che si collochi in una serie che si chiude; dio è qualunque cosa possa porsi come ultima e, come abbiamo visto, come termine finale uguale a zero. Dio ultimo è dio azzerato, e in quanto zero è un nome connotabile per equivalenza che si dà nell’uso del verbo essere, in modo transitivo.

Pertanto l’ultimo dio ha esistenza impersonale, non è né uno, né alcuno. Si può connotare sia come un quantificatore contenente in sé sia lo zero, ossia l’alcuno che il qualcuno, che il molteplice.

L’ultimo dio, in quanto ultimo della serie degli dèi è a connotazione zero, ed è proprio per questa qualità che è in equivalenza con personne, ossia con alcunché che abbia personalità. L’ultimo dio è nessuno, nullo. Non ha individualità, non è individuabile.

Dunque il soggetto del sintagma è seguito dal verbo essere che si declina come esistenza senza essenza; l’ultimo dio “è” esiste ma non in modo assoluto. Il verbo essere di per sé non dice nulla rispetto alla modalità di esistenza del soggetto, soltanto che ha esistenza. Ad esso si associa e segue come complemento il pronome indefinito personne.

Questo termine ha un duplice significato; quello di genere maschile e a senso negativo, nessuno, non uno, equivalente a quantificatore “zero”, e quello di nome al femminile singolare e plurale indicante un individuo, una unità, una individualità.

Dunque l’analisi del “campo semantico” del sintagma le dernier dieu est personne, ha valore semantico negativo, nullo. Invertendo il costrutto della frase si ha:

Personne est le dernier dieu, ossia nessuno/nullo è l’ultimo dio, ossia il campo semantico del sintagma rimane a valore zero, nullo.

L’ultimo dio non ha identità alcuna. Dio qui ha valore zero e viene definito da un pronome indefinito, che annulla la sua identità.

Il fatto che l’ultimo dio sia equivalente a zero, implica la negazione di una sua identità. Ossia l’identità dell’ultimo dio è equivalente a zero. Il che equivale a dire, che l’ultimo dio è alcun personaggio. Il termine personaggio definisce
una identità fittizia, immaginaria, definitoria, e funzionale. L’ultimo dio avendo personalità zero, non può nemmeno assumere una identità fittizia, avente la funzione di riempire la vacuità dell’ultimo dio e non avendo finzione, nemmeno ha narrazione, successione storica, tempo d’estendere la sua esistenza.

Dunque l’ultimo dio azzera ogni possibilità ontica che ontologica in relazione al fatto che possa essere alcunché di altro individuale. L’ultimo dio qualificandosi come individualità equivalente a zero, esclude di equivalere a una totalità; l’ultimo dio equivale all’insieme delle persone meno la sua.

Dio equivale altrettanto bene a ogni persona nella sua totalità, nella sua singolarità, in quanto ultimo equivalente a zero, assommandosi a una persona, a ciascuna di volta in volta, equivale a ciascuno più zero uguale ciascuno, una identità, di volta in volta l’ultimo, l’ultima.

I nomi propri, qui, hanno valore esemplificativo: ciascun nome proprio rimanda a “ciascuno”, a una identità; e ciascun nome proprio è un nome proprio all’ultimo dio, che proprio in quanto innominato, indefinito, apre a “ciascun” individuo nominato la possibilità di essere il nome dell’ultimo dio, di essere ultimo dio in quanto assume un nome proprio a valenza comune; il nome Roberto qui equivale a ciascun individuo con tale nome, diremo a ciascuna “ecceità” con tale nome qualificante un’entità definita; Roberto può essere il nome di un animale o di un “entità” oggettiva; l’isola-Roberto. Ciascuno si caratterizza per essere accompagnato dall’aggettivo final, ossia estremo, terminale, ultimo, eccessivo, supremo, colmo, ultimo. Ciascun Roberto occupa il posto dell’ultimo dio, oppure quello in cima alla lista degli dèi. Dunque esiste una “lista” di dèi, che ha una sommità, una cima; questa lista corrisponde al pantheon, luogo che raccoglie tutti gli dèi.

Entrambe le specificazioni dell’ultimo dio totalmente in cima e finale, implicano che la lista di tutti gli dèi corrisponda al pantheon, al luogo dove sono raccolte tutte le divinità. L’assenza di articolo e di altre connotazione, fanno di del pantheon un pantheon equivalente a una assemblea o concilio divini. Il pantheon ha una connotazione verticistica, piramidale, come una montagna, un olimpo.

E l’ultimo dio sta alla sommità, poiché è totalmente in alto ed è alla fine di questa verticalità.

Ora se ciascuna ecceità, per usare un termine definitorio di ciascuno (qui si rimanda a Nietzsche) è al vertice, il concetto di sommità ha un valore non tanto geografico quanto ontologico.

Finora non abbiamo fatto riferimento al fatto che l’ultimo dio venga dopo che “dio è morto”.
La morte di Dio è una condizione perché ci sia l’ultimo dio? Nietzsche nella Gaia scienza §125 grida: “Non dobbiamo noi stessi diventare dèi?”. Qui si dà la tesi che ciascuna delle ecceità, il “noi” nietzscheano allude ai mortali, ovvero ciascun individuo, “deve”  (è un dovere che qui Nietzsche, l’uomo folle, indica) diventare dio. Dopo che Dio, il Dio unico è morto, si apre per ciascuna ecceità l’opportunità, la necessità di diventare dèi; gli ultimi, quelli che stanno alla sommità della lista, alla fine del tempo di Dio e del tempo degli dèi.
Questo è il “paradosso” della sommità, di essere totalmente alto, l’ultimo dio e insieme il termine degli dèi che siano altro dalla ecceità singolare, qualcuno.
È il paradosso del “colmo”, ovvero dell’eccesso, del riversarsi, dello traboccare, del dio troppo pieno di divino; essendo l’ultimo dio equivalente a zero, esso può dare origine al colmo se tutti gli dèi occupano il suo posto, l’ultimo, divenendo così uno “zero pieno”. L’ultimo dio dà l’opportunità di essere troppo pieno di divino, di eccedere nel calcolo divino, di non sopportare oltre il divino, essendo infine giunto al colmo, all’eccessività di divino, gravido. L’ultimo dio è in stato di sofferenza per essere l’ultimo, poiché dopo di lui, non ce n’è più. E se ogni ecceità è un ultimo dio, essa è sofferente, perché dopo di essa non c’è più possibilità che “nasca” un altro dio, un “dio a venire”. Con l’ultimo dio si chiude la storia del dio. Ciascun ultimo dio soffre, sopporta, tollera con dolore il suo stato. Questo dolore nasce dal fatto che con la presenza dell’ultimo dio, si conclude una storia, una “teoria” (nel senso di successione) divina.
E soffre anche del fatto che è eclatante, clamoroso – come “un raggio ad alzo zero” – ancora si può risalire a Nietzsche quando come ecceità si definisce “dinamite”, esplosivo.
Soffre di questo strappo, lacerazione che fa il divino, il suo “disastro”, “noi”, ciascuno/a ecceità in ogni istante, per poco che ci si sappia e ci senta divini.
Sentirsi e sapersi divini, equivale ad essere consapevoli del proprio stato di appartenenza al divino, dovuto al fatto che l’esplosione divina “apre” l’ecceità al frammentario e alla fragilità.
Dunque l’essere divino di una ecceità, si connota per uno stato “clamoroso”, eclatante, in ogni istante. L’ultimo dio, in quanto ecceità, è frantumato, frammentario, plurimo, plurale, “aperto”, ad una “partizione”.

Pour conclure; meme le dernier dieu étant personne, meurt déjà dans sa naissance; mais en tant que chacun, chacune ecceité individuelle fois unique est la fin du monde.
Il reste pour temps la splendeure finale à chaque instant, “pour peu”.
Le dernier dieu est donc un dieu de la pènurie, de la détresse? Peut 
être. Un temps “blaspheme”? C’est là la “souffrance” du dernier dieu? 
 [Roberto pour Jean-Luc Nancy]

domenica 13 gennaio 2013

Chi scrive ha fede? (Rapallo 8-10 febbraio 2013)

Dal pranzo di venerdì 8 a quello di domenica 10 febbraio 2013, grazie alle Orsoline di Maria Immacolata (in particolare a suor Mariangela De Togni e alla Superiora Sr. Elena) e alla collaborazione di Rosa Elisa Giangoia e della associazione Il gatto certosino, si tiene a Rapallo la kermesse sul tema Chi scrive ha fede?” – dove la fede è sì quella religiosa, ma può essere anche un ideale, un approccio etico alla vita, una attenzione in senso weiliano fiduciosa al mondo e agli altri. E la scrittura può essere anche visiva (grafica, fumetti, video, pittura…), musicale, ecc. Scarica il programma in formato doc.

Il costo del soggiorno dal pranzo del venerdì al pranzo di domenica è di € 150,00 (€ 135,00 se non si arriva in tempo per il pranzo di venerdì, da comunicare in sede di prenotazione direttamene a Sr Elena, v. sotto), per i giovani sotto i 35 anni il costo è di € 105 (€ 90,00 se non si arriva in tempo per il pranzo di venerdì). La kermesse è aperta a tutti gli uditori interessati (che potranno intervenire nei vari momenti di dibattito). È richiesta la presenza per tutta la durata del convegno. La kermesse inizierà puntuali alle ore 15.00 di venerdì e terminerà intorno alle ore 17.00 domenica ed è aperta a credenti (la messa domenicale è alle ore 10,00 e i vespri alle ore 18.00 per chi vuole) e non credenti. Altri orari: Colazione: dalle 8 alle 9 – Pranzo: 12,30 – Cena: 19,30. Si possono portare libri, CD e altro materiale per vendite/scambi informali che i partecipanti gestiranno autonomamente. Chi suona uno strumento è pregato di portarlo.

Dal 1° dicembre 2012 le prenotazioni vanno fatte direttamente a sr. Elena Scotti scotti.suorelena@libero.it tel. 0185/232014 (meglio dalle ore 19.00) e girate per conoscenza a info@faraeditore.it

Istituto Orsoline di M.I.
Via Aurelia Levante, 54
16035 RAPALLO



Venerdì 8 febbraio 2013

ore 15.00 Saluto delle suore Orsoline, di Rosa Elisa Giangoia e del moderatore Alessandro Ramberti

ore 15.15 Credere nella vitaBruno Rombi è nato a Calasetta (Ca). Dagli anni ’60 vive a Genova, dove svolge intensa attività artistica. Poeta, scrittore, critico letterario, pubblicista, nonché pittore, collaboratore di diversi quotidiani e riviste, ha pubblicato una trentina di volumi di poesia, narrativa e saggistica, di cui molti tradotti in diverse lingue. Ha partecipato a festival di poesia e a convegni letterari in Italia e all’estero. Come pittore, ha tenuto una trentina di personali, partecipato ad un centinaio di rassegne e collettive ed ha illustrato diversi volumi. La sua produzione poetica è stata recentemente raccolta nel volume Il viaggio della vita (Le Mani 2012). Gli è stata dedicata la Lettera in versi n. 07 a cura di Rosa Elisa Giangoia.

ore 15.30 Yunus Emre, uomo di DioPiera Bruno  è laureata in Lettere e si è dedicata all’insegnamento ricoprendo anche incarichi universitari e direttivi. Distaccata al Ministero degli Esteri, ha svolto attività culturale in alcune capitali mediterranee. Già redattrice di Italyan Filolojisi, rivista edita dalla Facoltà di Lettere di Ankara, collabora a riviste italiane con poesie, recensioni, traduzioni. Ha pubblicato quattro raccolte poetiche: la più recente Segni lettere suoni (De Ferrari, Genova 2002) è una miniantologia di traduzioni e testi originali trilingui. Con De Ferrari ha pubblicato anche il poemetto in prosa L’Arca di Noè (1998). Nel 1996 ha ideato per l’Istituto Italiano di Cultura di Ankara il florilegio Domani accadrà qualcosa (poesie turche di G. Akin; B. Ecevit; E. Evren; M. Gürpinar), in cui  è presente con la sintesi storico-letteraria Note sulla poesia turca (pp. 39-58). È inserita in varie antologie, quali L’altro 900 di Vittoriano Esposito, vol. II (Bastogi, Foggia 1997); L’erbosa riva a cura di S. Gros-Pietro ed E. Andriuoli (Genesi Torino 1998); La Liguria dei poeti di F. De Nicola (De Ferrari, Genova 1998), l’Almanacco paredro 2005 (Genesi, Torino) e nelle riviste Çaĝdas Türk Dili, Ankara 2001; Les Cahiers de poesie - rencontres – Lyon 1996 e 1999; Mil’ Feuilles par Chemins, Thionville 1999 e 2000. Nel 2004 il quotidiano Cumhuriyet (repubblica) le ha dedicato una pagina nell’inserto culturale Kitap (libri). Nel 2012 ha pubblicato Poetesse liguri – dallo scrittoio alla pagina (De Ferrari, Genova). Le è stata dedicata la Lettera in versi n. 05 a cura di Rosa Elisa Giangoia.

ore 15.45 Chi scrive “qui” ha fedeRoberto Borghesi 
è nato in Francia. Residente a Rimini, 55 anni, operaio e filosofo, “ricercatore del pensiero” di Nietzsche e dei decostruzionisti francesi, separato, due figli, autore di varie traduzioni dal francese e di un libro sulla “grandezza”. Ultimamente ha tradotto in francese alcune poesie in dialetto santarcangiolese di Annalisa Teodorani e in italiano il saggio l'Adorazione di Jean-Luc Nancy.  È tra i vincitori del concorso Insanamente. Sostiene che, se la fede va oltre, bisogna andare oltre con la scrittura.


ore 16.00 Scrivere con Fede o per Fede?Franca Oberti
La ricerca della Verità, senza il dubbio, può essere considerata Fede? Forse oggi è più importante non farsi domande ed esibire una fede cieca? Raggiunta la terza età, dimenticata dall’INPS, ma con tanta Fede e cieca fiducia nella Provvidenza, procede imperterrita nella vita, tra sgambetti e cadute varie. Ascolta chi vuole parlare, aiuta con le parole le persone sofferenti che s’offrono per raccontarsi; cerca di sollevare dalle pressioni emotive attraverso metodi naturali: ha un diploma in naturopatia che mette a disposizione di chi ha bisogno. Scrive, pubblica articoli sui giornali e ogni tanto libri, ma soprattutto legge. A detta di altri, crea ponti, incontri e amicizie; organizza serate rilassanti e meditative. Quando sta con gli altri, sta bene e le piace essere attorniata da persone con le quali chiacchierare a tutti i livelli. Con le radici ben salde in terreni vangati e concimati, vola con la fantasia verso spazi siderali e scientificamente stimolanti, ma il corpo la avvisa spesso del suo decadimento. Qualcuno l'ha definita una chioccia e lei lo ritiene il complimento più bello! La famiglia è il gioiello più prezioso che ama esibire. Ci prova, a sopravvivere ancora, con l’aiuto del Signore. “Sulle tracce delle donne medicina” è inserito in Scrivere per il futuro ai tempi delle nuvole informatiche (Fara 2012).

16.15 Il tenero peso dell'ombra: poesieSandra Vergamini è nata a Torino nel 1964. Nel 1978 si è trasferita con la famiglia in provincia di Lucca dove tuttora risiede. Ha pubblicato tre raccolte di poesie: La voce dei sogni, Maria Pacini Fazzi Editore, Lucca, 2005 (Premio Carver 2006); La sete del vero, Edizioni del Leone, Venezia, 2008 (Premio Fiera di Casalguidi 2008); e Il tenero peso dell'ombra, Edizioni Lepisma, Roma, 2011. Sue poesie sono state lette nelle trasmissioni radiofoniche di RadioRai “Zapping” e “Con parole mie”, e inserite in diversi blog di poesia tra cui Rainews24. Di lei hanno scritto, tra gli altri, Dante Maffia, Giorgio Linguaglossa, Paolo Ruffilli, Matteo Fantuzzi, Giuseppe Panella.


16.30 Precetti di Nuovo Umanesimo: provocazioni intellettuali per l'attualitàFabio Cecchi è nato a Cesena nel 1991. Risiede a Igea Marina ed è studente universitario di ramo umanistico. Nella variegata sfera delle “attività in seconda” si alternano la composizione pianistica, il volontariato, il calcetto amatoriale, lettura e scrittura. Ignoto e convinto hardiologo (seguace della poetica di Thomas Hardy), nel vasto mar letterario si è sospinto in particolare sull’ottocento meno considerato (Guerrini, Prati, Graf, Cena…). Da questi e non solo attinge nella lenta formazione, tra slanci sociali e squarci intimisti, di un corpus poetico di - sempre relativo - valore.


16.45  Avvolti nella più piccola preghieraEnrica Paola Musio è nata a Santarcangelo di Romagna. Adora la natura, il cinema, la letteratura femminile, la storia dell'antico Egitto, l'enigmistica, la televisione, il teatro… Ha pubblicato con Fara due libri poetici – Dediche sillabiche (2006) e Senza saperlo nemmeno (2010) – e la silloge “Sarà da poeti il futuro” inserita in Antologia Pubblica (2005). Scrive le Pillole di Enrica (microrecensioni) su narrabilando, e frequenta vari corsi e incontri sulla poesia. Nel 2011 è stata intervistata per la trasmissione Anima d'autore di IcaroTV. È attiva su facebook.



17.00 La croce e la storia / il foglio e la matita: Raccontare l'avventurosa opera di Dio attraverso i comics e il graphic memoir Roberto Battestini è nato a Pescara nel 1966. È sposato e ha otto figli. Si dedica dal 1994 al fumetto come autore, curatore di mostre e sceneggiatore. Laureato in lingue, docente e poliglotta, traduce testi specialistici e fumetti dal 1986. Partecipa a mostre in Italia e all’estero. Vincitore del premio Fumo di China nuovo autore nel 1999 e a Forte dei Marmi nel 1996, primo premio Arena! di Bologna nel 2007, primo premio SatirOffida 2008, Primo premio Fede a Strisce a Rimini nel 2009 e nel 2010. Nel 2009 Bottero pubblica la sua autobiografia a fumetti: Fratelli. Per la casa editrice Ave di Roma realizza la collana “Salmetti a fumetti” e “Versetti a fumetti” e ha pubblicato nel 2011 Francesco l’amico di Dio e Beato Karol, vita parole e sorrisi di Giovanni Paolo II. Dal 2007 realizza il progetto Catecomics con le Edizioni Dehoniane di Bologna, ultimi volumi:Apocalisse e I profeti. Con Fratelli e disegni avellaniti è inserito in Scrivere per il futuro ai tempi delle nuvole informatiche (Fara 2012). A giugno 2012 espone i suoi quadri nella mostra personale IN ITINERE. OPERE 2007-2012 presso il Circolo Aternino in Corso Manthonè a Pescara. Web: www.battestini.it

17.45 Dibattito e tempo libero fino a cena (per chi vuole, vespri alle ore 18.00)

19.30 Cena

21.00 Di attesa in attesa - Alfonsina Zanatta è laureata in Materie letterarie ed ha approfondito la poesia contemporanea. Ad essa e al suo rapporto con il trascendente ha dedicato alcuni contributi per recenti saggi, oltre che interventi radiofonici. Appartiene alla Fraternità della Trasfigurazione. Fraternità Della Trasfigurazione è una comunità religiosa femminile della diocesi di Vercelli, di recente istituzione. Attraverso la liturgia e le varie iniziative nella basilica di sant’Andrea in Vercelli, propone spazi di interiorità, bellezza, relazione e preghiera. L'ultimo libro pubblicato (assieme a Piermario Ferrari) è Il respiro della terra. Poesia, pensiero, preghiera (Paoline Edizioni 2012).

21.45 Lasciami correre - Guido Passini è nato a Bologna nel 1978. Ammalato di fibrosi cistica, scopre una grande passione per la poesia e cura Senza Fiato (Fara 2008). Membro dell’Associazione Culturale Poliedrica di Forlì dal 2008. Le poesie La Vita tra le mani e Feriscimi compaiono nell’antologia Sentieri edita da Lulù.com per il blog di poesia ParolArte nel gennaio 2009, nello stesso anno pubblica con Fara la sua prima raccolta autonoma, Io, Lei e la Romagna. La poesia Ti mostrerò compare sull’Antologia I poeti romagnoli d’oggi e Federico Fellini (Il Ponte Vecchio, 2009). La poesia Italia son cresciuto compare nell’Antologia Il segreto delle fragole 2010 (LietoColle). Con Due preghiere è inserito ne La poesia, il sacro, il sublime (a c. di Adele Desideri, Fara 2010). È inserito anche in Salvezza e impegno, ne Il valore del tempo nella scrittura e in Scrivere per il futuro ai tempi delle nuvole informatiche (Fara 2010, 11 e 12). Ha ultimamente curato per Fara Senza fiato 3. Lasciami correre.

22.20 dibattito e riposo

Sabato 9 febbraio 2013

8.00 Colazione

9.00 Dammi un piccolo verso di tanto in tanto: Scrittura e trasformazione interiore in Etty HillesumGianni Criveller è nato a Treviso nel 1961. Da vent’anni opera nella grande area cinese, ovvero Taiwan, Hong Kong, Macao e Repubblica popolare cinese, dove collabora con diverse istituzione accademiche. Professore di teologia e ricercatore, si è specializzato nella storia della ricezione del Cristianesimo in Cina, in particolare circa la missione gesuitica e le differenti strategie missionarie. Ha pubblicato numerosi libri ed articoli, tra cui, recentemente in Italiano: Vita del maestro Ricci, Xitai del Grande Occidente (Brescia, 2010). È missionario del PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere).

9.45 Nella rete delle news: percorsi di poesia e di fedeRoberta Leone è nata a Barletta nel 1979. Dopo la Laurea in Lettere Classiche all’Università di Chieti, dove studia con il grecista Massimo Vetta la favola nella commedia attica antica, nel 2004 si trasferisce a Roma per specializzarsi prima alla Lumsa e poi alla Scuola Vaticana di Paleografia, Diplomatica e Archivistica. Dal 2005 collabora con varie riviste cattoliche e con il quotidiano online Korazym.org, per cui segue le attività e i viaggi di papa Benedetto XVI. L’ingresso nella redazione di Korazym – una tra le prime e più giovani esperienze di giornalismo cattolico online – segna profondamente la sua formazione professionale e la orienta alla carità intellettuale e allo studio dei new media. Dal settembre 2011 cura per Korazym.org la rubrica quotidiana di poesia “Il momento presente”, dedicata alla memoria del Cardinale Francois-Xavier Nguyen Van Thuan. È inserita in Scrivere per il futuro ai tempi delle nuvole informatiche (Fara 2012).

10.00 Fede e passione nell'opera shakespeariana - Elisabetta Sala è nata a Milano nel 1965. Insegna lingua, letteratura e storia inglese nei licei statali. Si occupa in particolare di Rinascimento e Riforma, privilegiando il rapporto tra letteratura e storia. Ha pubblicato un libro sullo scisma di Enrico VIII (L’ira del re è morte: Enrico VIII e lo scisma che divise il mondo, Ares 2008), uno sull’epoca elisabettiana (Elisabetta “la sanguinaria”: la persecuzione di un popolo, la creazione di un mito, Ares 2010), uno sulla posizione umana, politica e religiosa di Shakespeare (L’enigma di Shakespeare: cortigiano o dissidente?, Ares 2011).

10.45 dibattito e breve pausa

11.15 La costruzione del linguaggio poetico: una questione di fede - Davide Valecchi è nato nel 1974 a Firenze, dove vive. Tra i molti interessi della sua vita la poesia contemporanea e la musica sono senza dubbio i principali. Con Fara Editore ha pubblicato la raccolta poetica Magari in un’ora del pomeriggio (2011, vincitrice del concorso FaraExcelsior), mentre la silloge Prima delle nuvole è inserita in Scrivere per il futuro ai tempi delle nuvole informatiche (2012). Come musicista ha fatto parte di numerosi gruppi e progetti di generi diversi: rock, metal, new wave, sperimentazione. I miei progetti attuali sono tre: Downward Design Research, Video Diva, aal . Gestisce il blog davidevalecchi.blogspot.it

11.30 Scrivere svela l'esistenza di una fede: sulla terra equivalse a scrivere nel cuore, lo fece Gesù stessoErmanno Cottini è nato a Torino il 24 marzo 1955, dove vive e lavora; laureato in medicina e chirurgia, svolge attività di medico di famiglia dal 1984. Collabora con la facoltà di medicina con l’incarico di tutor. Scrive poesie e brevi racconti dal 2002. Ha pubblicato la prima raccolta di poesie nel 2006: Echi dal cuore di un geode edizioni Saviolo. Scorto un profilo alato lo seguii per un breve tratto è stato pubblicato da Edizioni nuovi poeti, altre poesie sono incluse in antologie di Aletti, Fara  e Cartman. Ha vinto il premio di poesia “Albano-Greggio-Oldenico” 2008; la sez. racconti brevi del I concorso “Giù la testa. Foggia Sotterranea”; il I premio di narrativa dell’VIII edizione del concorso “Anna Vertua Gentile” di Codogno; il III premio nel 2008 al concorso “Città di Castorano. Scrivere per la musica”. Si è classificato terzo al “Totus Tuus” di Patti e Tindari, secondo al “Racconta la Solidarietà” Salerno 2010 con Un singolare traduttore, ai primi posti del IV premio letterario Emilio Gay “L’equinozio” e del premio per medici scrittori “Medito” 2005, terzo a “Il labirinto” sez. prosa. Fa parte dell’associazione scrittori e poeti Labirintisti. Nel 2011 si è classificato secondo al concorso Insanamente. Ha terminato un romanzo il cui titolo provvisorio è La ventitreesima chiave.

11.45 Necessità di scrivere, necessità di credere Ottavio Rossani (Sellia Marina, 1944) è giornalista, scrittore, poeta, pittore. Inviato del Corriere della Sera per 30 anni, ha scritto di politica, economia, cultura, cronaca. Ha intervistato molti personaggi in Italia e all’estero. Ha viaggiato nei diversi continenti, in particolare in lungo e in largo per l’America Latina. Ha pubblicato le raccolte di poesia: Le deformazioni (1976), Falsi confini (1989), Teatrino delle scomparse (1992), Hogueras (1998), L’ignota battaglia (romanzo in versi, 2005). I saggi: L’industria dei sequestri (1978), Leonardo Sciascia (1990), Le parole dei pentiti (2000), Stato società e briganti nel Risorgimento italiano (2002). Il romanzo: Servitore vostro humilissimo et devotissimo (1995). Per il teatro ha curato regie e scritto diversi testi. Ha esposto ed espone in mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Sue opere figurano in molte collezioni private. Dal 2007 cura un blog dedicato alla poesia sul Corriere on-line (poesia. corriere.it). Scrive articoli, recensioni e saggi, sulle pagine culturali del Corriere della Sera e su altri quotidiani, riviste e siti internet. È presente con “Il diapason della poesia tra passioni e mitofanie” ne La poesia, il sacro, il sublime (Fara 2010) e con il saggio “Sul valore terapeutico della parola poetica” in Salvezza e impegno (Fara 2010).

12.00 dibattito e pausa

12.30 Pranzo

15.00 La scrittura: un esercizio di libertà –  Eros Olivotto nasce ad Ala di Trento nel 1950 e risiede a S. Ambrogio di Valpolicella in provincia di Verona. Esordisce pubblicando poesie e racconti su periodici e riviste letterarie. Nel 1995 esce con il primo romanzo Nonostante tutto (L'Autore Libri, Firenze). Nel 2001 pubblica il secondo romanzo Il tempo minore (Perosini Editore, Zevio, VR). Nel Marzo 2003 pubblica, sempre per Perosini Editore, Sipari, raccolta poetica d'esordio. Nel 2007 viene pubblicata, sempre per i tipi di Perosini, la seconda raccolta di poesie Ogni istante. È inserito in Salvezza e impegno (Fara 2011) e in Scrivere per il futuro ai tempi delle nuvole informatiche (Fara 2012).

caterina 15.15 La fede come cammino verso la veritàCaterina Camporesi è nata a Sogliano al Rubicone (FC) nel 1944. È psicoterapeuta. Già condirettrice de «La Rocca poesia», e redattrice de Le Voci della Luna, è socia di Sinopia e collabora con riviste cartacee e on-line come Fili d’aquilone. Ha pubblicato: Poesie di una psicologa, Sulla porta del tempo, Agli strali del silenzio, Duende (Marsilio, Collana elleffe, Venezia, 2003), Solchi e Nodi (Fara 2008). È presente nelle antologie La coda della Galassia, La linea del Sillaro (Campanotto 2006), Poesia e Natura (Le lettere, Firenze 2007, a c. di Alessio Brandolini, Martha Canfield e Ivano Malcotti), Vicino alle nubi sulla montagna crollata (Campanotto 2008, a c. di Luca Ariano ed Enrico Cerquiglini) e, con Profezia, sogno e poesia in Poeti profeti? (c. di B.F.M. Gianni, Fara 2009). Ha curato e tradotto dallo spagnolo L'Attesa di Pablo Gozalves (Sinopia, 2007). Nel 2011 pubblica con Raffaelli la raccolta Dove il verso si coagula. È inserita anche in Salvezza e impegno, Il valore del tempo nella scrittura e Scrivere per il futuro ai tempi delle nuvole informatiche (Fara 2010, 2011 e 2012). Le è stata dedicata la Lettera in versi n. 41 a cura di Rosa Elisa Giangoia.

15.30 Profeti senza religione: Vite che sono Parole “sregolate”Gianni Giacomelli è monaco benedettino camaldolese nel monastero di Fonte Avellana (PU) dal settembre del 2003. Dall’ottobre del 2011 è priore nello stesso monastero. Ha effettuato studi classici e facoltà di Giurisprudenza. Ha operato in una comunità per disabili. Dopo l’ingresso in monastero ha conseguito il master in teologia cattolica a Strasburgo (Francia) con un memoire sul fenomenologo francese Michel Henry, Per una soteriologia immanente. Appassionato di filosofia e di opera lirica, teatro, poesia e psicanalisi ha partecipato alla kermesse di poesia lo scorso maggio al monastero di Fonte Avellana, del quale spera di fare un centro di accoglienza culturale “plurale”.

16.15  Dibattito e breve pausa

16.40 Per scrivere bisogna credere…Rosa Elisa Giangoia
Insegnante, scrittrice e saggista, ha pubblicato tre romanzi (In compagnia del pensiero, 1994; Fiori di seta, 1998; Il miraggio di Paganini, 2005), un prosimetron (Agiografie floreali, 2004), un saggio di gastronomia letteraria (A convito con Dante, 2006), un’edizione delle Bucoliche di Virgilio con annotazioni in latino (2008), la raccolta poetica Sequenza di dolore (2010) e il volumetto di riflessioni sulla poesia Appunti di poesia (2011). Per l’Assessorato alla Cultura della Regione Liguria ha realizzato con Laura Guglielmi la collana (10 voll.) Liguria terra di poesia (1996-2001) e per la Provincia di Genova, insieme a Margherita Faustini, i volumi antologici Sguardi su Genova (2005) e Notte di Natale (2005). Con Lucina Margherita Bovio ha curato l’antologia di poesie-preghiere Ti prego (2011). Fa parte della redazione della rivista «SATURA» e collabora a molte altre riviste. Ha vinto diversi premi letterari e fa parte di numerose giurie di concorsi. È presente con saggi in varie antologie Fara.
17.00 Il “Dio ammesso” di Giorgio Caproni. Lettura di Res amissaFrancesco Napoli è nato nel 1959, critico letterario, consulente editoriale e giornalista, collabora con diverse testate tra cui «Studi cattolici» e «Gazzetta di Parma». Ha pubblicato numerosi saggi sulla poesia italiana contemporanea in riviste specializzate («Prospettive Settanta», «Otto/Novecento», «clanDestino», «Atelier» e «Poesia» tra le altre) e in volume ha curato per Leonardo editore Milano racconta, Napoli racconta (1993) e Milano visione (1997); per Alfredo Guida editore il volume Viaggio nel Mezzogiorno di Giuseppe Ungaretti (1995); per Jaca Book l’antologia Poesie di Alfonso Gatto (1998) e, sempre per Jaca Book, il volume di conversazioni critiche sui poeti contemporanei Novecento prossimo venturo (2005). L’ultimo suo libro, Poesia presente (2011, Raffaelli editore), articolato saggio-antologia sulla storia della poesia italiana contemporanea dal 1975 a oggi, ha riscosso grande attenzione e innestato un dibattito sulla situazione e sulla condizione della poesia italiana contemporanea.

17.45 Chi scrive (nel web) ha fede? Identità, speranze, storie di chi parla (anche) di religione in internet e nei socialnetworkSimone Sereni è giornalista pubblicista con una laurea in economia sospesa tra la penna e il cassetto. 40 anni, romano, è sposato e ha tre figli. Lavora nella funzione Comunicazione delle Acli nazionali, dove da qualche anno è passato dall'editoria tradizionale al web e ai socialnetwork.  Cura un blog personale, il moralista, e collabora al progetto Vinonuovo.it, un blog collettivo di giornalisti cattolici, che tentano di raccontare la quotidianità della vita dei credenti dentro la vita del Paese.

18.00 L'unica fede è l'amore GiancarlaGallo nasce a Treviso, poi si trasferisce a Verona, dove consegue la maturità presso il Liceo Classico “Scipione Maffei”. Si laurea in Lettere Antiche alla facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Padova e successivamente comincia subito l’attività di insegnante di materie letterarie alle superiori. Dal 1992 è iscritta all’Albo dei giornalisti del Veneto, attività che le consente di scrivere per diverse testate locali e collaborare con radio e Tv private. Da più di vent’anni collabora con il quotidiano “L’Arena di Verona”, seguendo la zona della Valpolicella, dove attualmente risiede. Negli ultimi anni fa da moderatrice a tavole rotonde e seminari, prepara recensioni, presenta conferenze ed eventi culturali, come mostre d’arte, segue e propone temi per l’aumento coscienziale.
 
18.15 Dibattito e tempo libero

19.30 Cena

21.00 Scrittura e codice: Per un ritorno alla sacralità dell'arte - Simone Zanin è nato il 23 aprile 1977 a Pordenone. Ha pubblicato La porta dei miei sogni (Ed. del Leone 1995), Studi (Ed. del Leone 2007) e Ultima notte alla collina di Megiddo (Raffaelli Editore 2012). Ha stampato diversi libri d'artista, in edizione realizzata a mano in tiratura limitata e numerata. È presente con due saggi nei volumi Salvezza e impegno e Il valore del tempo nella scrittura editi da Fara e contenenti gli atti dei convegni 2010 e 2011 tenutisi a Fonte Avellana (PU). Collabora con la rivista «ALI» diretta da Gian Ruggero Manzoni ed è membro del Collage de Pataphysique.


21.15 Fede nelle cose, fede nelle parole: la poesia come vera presenzaDaniele Gigli (Torino, 1978) lavora nella conservazione dei beni culturali come archivista documentalista. Studioso e amante di T.S. Eliot, ha pubblicato le plaquette Fisiognomica (2003) e Presenze (2008). Scrive di poesia e filosofia su «Studi cattolici» e «Il sussidiario».


21.30 La fede come metafora comunicativa: è possibile una fede sociale?Rita Pacilio è nata a Benevento. Sociologo, poeta, scrittore, collaboratore letterario, si occupa di poesia, di critica letteraria e di Vocal jazz. Pubblicazioni: Luna, stelle… e altri pezzi di cielo (Edizioni Scientifiche Italiane 2003, Pref. Felice Casucci); Tu che mi nutri di Amore Immenso (silloge sacra, Nicola Calabria Editore 2005, pref. Padre Domenico Tirone); Nessuno sa che l’urlo arriva al mare (Nicola Calabria Editore 2005, pref. Felice Casucci); Ciliegio Forestiero (LietoColle 2006); Tra sbarre di tulipani (LietoColle 2008); Alle lumache di aprile (LietoColle 2010, pref. A. Rigamonti e postf. G. Linguaglossa); Di ala in ala (Pacilio e Moica, LietoColle 2011, pref. Dante Maffia);  Non camminare scalzo (prosa poetica, Edilet Edilazio Letteraria 2011, pref. Raffaello Utzeri e nota critica Giorgio Linguaglossa).  Discografia: Infedele, Splasc(h)Records. Web: www.ritapacilio.blogspot.com - www.facebook.com/rita.pacilioelapoesia

21.45 Dibattito e riposo


Domenica 10 febbraio 2013

8.00 Colazione

9.00  Rimedi per la seteSebastiano Adernò nel 2010 vince il Premio “Ossi di Seppia” e si classifica terzo al Premio di poesia “Antonio Fogazzaro”. Dopo l'opera prima Per gli anni a venire (Lietocolle 2011) ha pubblicato una raccolta dal titolo Kairos (Fara 2011) e In luogo dei punti (Thauma 2012). Fa parte del collettivo ultranovecento che realizza libri d'artista. È co-autore assieme al filosofo Leonardo Caffo di Luci sulle lucciole per Edizioni Montag. Sono in uscita un romanzo autobiografico Andata e ritorno (storia di una partita in salita) per MJM editore di Milano, e una silloge di poesie dal titolo Ossa per sete (Nuova Magenta Editrice di Varese).



9.15 In me è quell'Assoluto tuo / che mi sfiora e mi travolgeMariangela De Togni è nata a Savona. È suora orsolina. Insegnante, musicista, studiosa di musica antica, membro della Accademia Universale“G. Marconi” di Roma. Ha pubblicato, tra il 1989 e il 2004, undici sillogi poetiche. Tra i titoli delle sue opere: Non seppellite le mie lacrime, Nostalgia, Una Voce è il mio silenzio, Chiostro dei nostri sospiri, Profumo di cedri, Un saio lungo di sospiri, Nel sussurro del vento, Flauto di canna, Nel silenzio della memoria, Cristalli di mare, Fiori di Magnolia. Presente in vari e accreditati studi critici su antologie e riviste letterarie, anche on-line (www.bombacarta.com - www.flannery.it - www.inpurissimoazzurro.it - farapoesia - lastanzadinightingale.blogspot.com ), con il blog mariangela-de.blogspot.com.lamiacontemplazione  ha raccolto prestigiosi riconoscimenti nell’ambito di concorsi letterari. Le è stata dedicata la Lettera in versi n. 21 a cura di Rosa Elisa Giangoia.

RIME  DI  MARE

In un sobbalzo di luminoso canto,
la sera chiese, un giorno, al vento:
«I gabbiani, dove vanno a riposare?»
«Dentro le stelle» rispose il mare.

«E dove, il cuore di chi solo resta,
il pianto di chi crede il suo patire?»
«Nell'immenso, va, dei beati in festa»
il vento ribattè. E l'onda sulle rive

rispumeggiò di oro bianco il viola,
e fu silenzio solo, l'ultima parola.
              

9.35 breve dibattito e pausa (per chi vuole ore 10.00 S. Messa)
 

11.00 Può un evangelista essere ateo? Due riflessioni a proposito dell'incipit di LucaCarlo Broccardo è nato a Piovene Rocchette, nella pedemontana vicentina, dove è vissuto fino agli undici anni (ed è stato il periodo più lungo che io abbia passato nello stesso luogo), ha fatto le superiori a Tencarola, in provincia di Padova, e poi gli studi teologici nel seminario di Padova. È stato ordinato prete nel 1997. Quindi sei anni a Roma per gli studi biblici e ora dal 2003 di nuovo a Padova. Tiene corsi di introduzione alla Scrittura e di Nuovo Testamento in città, ma ogni fine settimana ritorna all'amata pedemontana; dà una mano alle parrocchie della Valdastico, che arrivano ai confini con il Trentino Alto Adige.

11.45 Dibattito e pausa

12.30 Pranzo

15.00 Ezra Pound e gli ultimi frammenti dei Cantos: Una fede nell’uomo e nella poesiaAlessandro Rivali è nato a Genova nell’aprile del 1977. Si è laureato con una tesi di storia militare presso la Facoltà di Lettere moderne dell’Università Statale di Milano. È redattore di «Studi cattolici» e di «Atelier». Lavora all’ufficio stampa delle Edizioni Ares. Sue poesie sono uscite su numerose riviste tra cui «Atelier», «clanDestino», «La Mosca di Milano», «Lo Specchio della Stampa», «Resine», «La clessidra». È inserito in varie antologie tra le quali: Poeti per Milano (viennepierre, Milano, 2002), Quattro poeti (Ares 2003), Lavori di scavo. Antologia dei poeti nati negli anni ’70 (Railibro 2004). Nel 2005 pubblica con Mimesis la prima raccolta: La Riviera del sangue, finalista al premio San Pellegrino, rieditata con nuove poesie da Fara nel 2007. Nel 2010 esce con Jaca Book La caduta di Bisanzio, opera finalista ai premi Dessì e Ponte di Legno e vincitrice del Gozzano.


16.00 Discutere con le stelle - Subhaga Gaetano Failla è nato in Calabria nel 1955, vive in Toscana. Ha fatto parte di gruppi teatrali. Libri di racconti: Logorare i sandali (2002), Il coltello e il pane (2003), La signora Irma e le nuvole (Fara, 2007). Con Fara Editore è inoltre in: 3x2 (con il racconto lungo “Il seminario di Vinastra”), Lo spirito della poesia, Storie e versi, Salvezza e impegno. Sue poesie in: Zen poems e Haiku for lovers (Londra, 2002, 2003). È presente con racconti, poesie, saggistica letteraria e sociologica in diverse antologie, riviste e altre pubblicazioni sia italiane che estere. Ha collaborato con le riviste «Orizzonti» e «Hazy Moon the Zen Review». Collabora con il blog Letteratitudine. Svolge la professione di insegnante.


16.15 Sotto il sole, sopra il cieloAlessandro Ramberti è nato a Santarcangelo di R. nel 1960. Laureato in Lingue Orientali a Venezia, vince una borsa (1984-85) per l’Università Fudan di Shanghai. Nel 1988 consegue, con altra borsa, il Master in Linguistica presso l’Università di California in Los Angeles. Conclude gli studi con il dottorato in Linguistica presso l’Università Roma Tre (1993). Da allora lavora in ambito editoriale. Ha vinto il premio “l’Astrolabio” con pubblicazione dei suoi Racconti su un chicco di riso (Tacchi Editore, Pisa, 1991). La raccolta In cerca (Fara, 2004) ha vinto il premio “Alfonso Gatto” 2005 opera prima e, nel 2006, i premi “Città di Solofra”, “Voce dal Ponte” (Monopoli, BA) e il premio speciale “Città degli Acaja” (Fossano, CN). La seconda raccolta, Pietrisco (Fara, 2006) ha vinto nel 2006 il concorso “Poesi@ & Rete” (Trapani-Palermo) e il premio biennale “Cluvium”. Ha pubblicato come Johan Thor Johansson una puzzle-story morale: La simmetria imperfetta (Fara 1996). Nel 2009 pubblica con L’Arca Felice di Salerno la plaquette Inoltramenti (con un pensiero visivo di Francesco Ramberti). Con lo stesso editore ed illustratore nel 2011 esce Paese in pezzi? I monti e i fiumi reggono (nuova traduzione di 4 poesie di Du Fu). Gli è stata dedicata la Lettera in versi n. 32 a cura di Rosa Elisa Giangoia. A fine 2012 ha pubblcato Sotto il sole (sopra il cielo).


16.30 Gran dibattito finale e partenze

per info: 
tel. 0541-22596