martedì 6 aprile 2021

È UNA BUGIA, MA…

 


di Sandro Serreri


    Al calar del giorno si ritrovano tutti tra le fronde degli alberi, con gran strepito di assordanti cinguettii. Dopo un’intera giornata trascorsa a volare liberi nel cielo, a pigolare qua e là, ora stanchi stanno appollaiati a raccontarsi le avventure vissute, gli scampati percoli, gl’incontri fatti. Hanno tanto da dirsi ma, improvvisamente, tutti tacciono, si ammutoliscono. Di colpo, a unisono, non hanno più nulla da narrare. Tutti d’accordo, si lasciano addormentare dalla notte che li sorprende col suo abito nero e il suo pallore lunare. Immobili, ora stanno immersi nell’acqua dei sogni, cullati da una brezza pigramente soave.

    Forse, assomiglia a tutto questo il ritorno degli uomini nelle loro case. I più vi ritornano molto stanchi, delusi e amareggiati. Lavori umilianti e poco redditizi li hanno disumanizzati. Tanti hanno sulle spalle il peso di una giornata magra nonostante le fatiche affrontate e vinte. Quando si oltrepassa la soglia di casa, chiusa la porta, ancora un ultimo sforzo: quello di abbracciare una donna, un bambino, di raccontare a tavola qualche buona bugia per non rendere troppo amari i bocconi. Così, alla fine, si chiacchiera di tutto e di niente. Dentro questo tutto e niente, la narrazione di un lavoro cercato e non trovato, di un brutto voto a scuola, di bollette con la mora. Poi, dopo gli ultimi mezzi sguardi e mezzi sorrisi, ecco il silenzio della: buona notte!

    Tirata ben su la coperta, baciata una fronte, spenta la luce, tutti noi, nelle nostre case, lasciamo che il buio faccia quel che deve fare, che la luna sonnecchi sui tetti, che qualche randagio miagoli, che il sonno ci rapisca. Non per tutti i sogni son d’oro, per i più i muscoli sono indolenziti, il respiro ansioso, la cigolante ricerca della più comoda posizione. Il riposo notturno lascia a desiderare, se la giornata è stata grigia, con problemi in più da risolvere, con colleghi non solidali e amici, con parenti irritanti e conti che continuano a non quadrare.

    Eppure, a una certa ora, la luna se ne va, chi sa dove? portandosi dietro tutte le stelle. Fuori, il camion della spazzatura sta passando col suo solito fastidioso fracasso. Dentro, pur sotto le lenzuola, si ode la caffettiera gorgheggiare, si sente il buon profumo del caffè. Il bambino chiama la mamma perché non trova il libro da infilare nello zaino. La TV in cucina dà gli ultimi noiosi, ripetuti aggiornamenti. Al di là dei vetri, gli uccelli son già in volo nel cielo primaverile, son già nella veranda alla ricerca delle briciole della cena di ieri. Prima di uscire, lei ha già acceso lavatrice e lavastoviglie. Il bambino è già in auto, pronto, quando lui, come tanti altri vicini, esce, sale, lo guarda e gli sorride.

    “Pa’, oggi come andrà?”. “Benone!”. È una bugia, ma…

   

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