lunedì 8 marzo 2021

L’UOMO MOBILE

di Sandro Serreri

 



Ah, uomo che cerchi la via e non la trovi! Allora, smetti di cercarla! La via esiste, ma non per chi la vuol percorrere al solo scopo di trovar fissa dimora. I millenni, le culture, le civiltà, non ti hanno raccontato di uomini, tribù, popoli nomadi, sempre in cammino? Ma tu non sai ascoltare, non sai leggere! Ecco perché cerchi, ma non trovi.

Se osservi attentamente il tuo corpo, noterai e scoprirai che sei fatto per stare in piedi e per camminare. Il tuo scheletro, tutti i tuoi nervi e muscoli sono modellati e assemblati perché tu possa stare in posizione eretta e deambulare. Questo tuo corpo è fatto perché tu possa anche velocizzare il tuo passo, la tua andatura, e insieme perché tu possa correre, salire pendii, scalare montagne. In tutta questa mobilità il tuo corpo manifesta, esprime, agilità, forza, dominio. Per tutto questo, solo il corpo umano può dire di saper camminare.

Pertanto, solo l’uomo che risponde a questo suo connaturale dinamismo completa la sua capacità di far esperienza e imparare. L’uomo che cammina si muove nella dimensione spazio-temporale della vita e del mondo. Muovendosi cambia paesaggio e orizzonte nello scorrere del tempo. Camminando l’uomo si costringe a soddisfare la sua brama di conoscenza vincendo contro le opposte forze dell’immobilità e della quiete rassicuranti.

Un uomo può nascere, vivere e morire nello stesso quartiere senza scomodare né sé stesso né nessun altro. Questo, però, vuol dire che non ha permesso alle sue gambe di agire, di trasportarlo oltre.

Gli esploratori hanno camminato, viaggiato, per tutti noi. Questi hanno rappresentato molto bene, dove l’uomo possa arrivare quando decide di alzarsi in piedi e camminare. Nella storia le tribù, i popoli, hanno lasciato la terra dei loro padri, degli avi, per altre terre, percorrendo grandi distanze, guadando fiumi, superando montagne, attraversando pianure, navigando mari. Nei loro viaggi questi uomini hanno dato vita a nuove culture e civiltà esercitando l’arte dell’incontro, del dialogo, degli scambi, delle unioni, delle integrazioni. Oggi l’intera umanità null’altro è che il risultato di tutto questo camminare, viaggiare.

Senza l’uomo che cammina, viaggia, esplora, non avremmo avuto l’attuale varietà delle culture, delle civiltà, delle lingue, delle società, delle religioni, degli usi e costumi. Anche nel nostro tormentato tempo gli uomini non cessano di camminare, viaggiare, di cercare altre terre, altre case.

Nonostante l’urbanizzazione e l’industrializzazione, che snaturano l’uomo fatto per camminare, milioni e milioni di uomini si muovono nel tempo lasciando spazi alla conquista di altri spazi. Si tratta dell’inarrestabile fenomeno umano dei flussi migratori. Nessuno, niente, può fermare e impedire che l’uomo cammini. La mobilità umana è naturale, appartiene all’Essere dell’uomo in quanto uomo.

Oggi, poi, è sempre più facile spostarsi, percorrere grandi distanze grazie ai moderni mezzi di trasporto. È stato l’uomo a inventarli, progettarli e realizzarli rispondendo così alla forte esigenza di muoversi, di viaggiare.

Una complessa molteplicità di società continua ad assistere allo spettacolo delle migrazioni; migrazioni che comportano cambiamenti, trasformazioni, in uscita e in entrata. Tutti questi uomini camminando portano identità, culture, religioni, tradizioni, insieme a sogni, aspirazioni, progetti.

Questi incontreranno e dialogheranno con altri uomini. Dai contatti, relazioni, messa in comune nasceranno nuove culture, nuove società, nuove organizzazioni economiche e politiche, che saranno migliori rispetto a quelle che le hanno generate.

Tutto questo si deve al fatto che l’uomo sa camminare, viaggiare, cercare, guardare e vedere oltre. Il bipede che cammina e corre, che sale su un treno, una nave o un aereo, che non ha paura di attraversare l’ignoto, troverà sempre una nuova terra, una nuova casa, un lavoro, una nuova famiglia. I loro figli un giorno andranno oltre la via, il quartiere, il rassicurante quotidiano orizzonte. A loro non importerà se dovranno soffrire, adattarsi, integrarsi, dar vita a qualcosa di completamente nuovo, diverso.

Dunque, se l’uomo continuerà a camminare, allora possiamo esser certi che il sacro spirito del nomade non verrà meno e con questo la forte convinzione che il futuro prossimo si costruisce anche con i quotidiani passi degli uomini che camminano.

Perciò, non fermeremo nessun uomo nel suo cammino, nel suo viaggio.


8 marzo 2021

Nessun commento:

Posta un commento