mercoledì 3 febbraio 2021

Ecco i vincitori del concorso Narrapoetando 2021!

La giuria del concorso Narrapoetando 2021 sezione Narrativa/Saggio (i risultati della sezione Poesia in Farapoesia) ha designato i seguenti vincitori (pubblicazione premio a cura di Fara Editore) e segnalato alcune opere meritevoli. Grazie di cuore alla giuria e a tutti i partecipanti e complimenti vivissimi ai vincitori!

I class. ex aequo


Next stop di Raffaela Fazio (Roma)



Raffaela Fazio, nata ad Arezzo nel 1971, ha trascorso dieci anni all’estero prima di stabilirsi a Roma, dove lavora come traduttrice. Ha due figli, Juliette e David. Le sue passioni sono, oltre alle lingue, l’iconografia cristiana e la poesia. In questi campi, ha al suo attivo diverse pubblicazioni. Ecco alcune videopoesie.


«I racconti attingono alla quotidianità più asettica e grigia, ci presentano vite segnate dall’insoddisfazione, mentre in loro s’agita un passato e un turbamento irrisolto che finisce per provocare una frattura nel reale. Un passato spesso misterioso, ancestrale, come è quello dell’infanzia, o di un tempo felice, riemerge con prepotenza fino a creare labirinti o meravigliose via di fuga. Attraverso una scrittura misurata, i racconti ben architettati rivelano la magia inascoltata del mondo.»  (Valerio Ragazzini)


«Lo spazio perfetto. Notevole la descrizione del senso della perfezione con il bianco assoluto e l'assenza di donne e uomini, la misoginia come valore ed esigenza per salvarsi dal dolore di una vita troppo piena di morte e vita, inopportune entrambi. I muri simboli delle relazioni umane vissute come vincoli e non opportunità. Ogni racconto sempre onirico e sospeso tra la realtà e l’immaginazione resta disgiunto dall'altro ma inanellato con gli altri in una corona celebrativa di ogni età e tempo dell’uomo dall’infanzia fino alla morte. Superbo il “Tommaso sentiti Ulisse! Ulisse!” de Le colonne d’Ercole in cui Tommaso è ognuno di noi.» (Stefania Zanetti)


«In ogni racconto breve c’è una grande attenzione alla sintesi e alla costruzione dell'effetto finale, segno di una strategia che si rivelerà efficace ogni volta. La tecnica del racconto breve è qui ben interpretata e c’è un equilibrio di contenuti tra le storie in successione. In alcune storie viene mostrato coraggio nella sperimentazione, nel tentativo di portare il lettore al limite della sua capacità di immaginazione senza mai far perdere il filo della narrazione. Questi sono i tentativi che uno scrittore fa un attimo prima di spiccare il volo su lavori più corposi e strutturati.» (Angelo Leva)



Il regno di Olinto 

di Sonia Gardini (Savignano s. Rubicone, FC)



Sonia Gardini, nata a Savignano s/Rubicone nel 1948, è vissuta a Sant’Angelo di Gatteo. Dopo la laurea, si è trasferita a Brescia dove ha operato quale insegnante di Materie letterarie e, poi, di sostegno nella scuola media. Nel 2006 ha pubblicato con Fara Editore una raccolta poetica dal titolo Dove allunata? e nel maggio del 2020 la raccolta Haiku III al Narrapoetando.


«Il ricordo vivido, a tratti crudo, della numerosa famiglia di “Olinto ad Baracaun, che in dialetto romagnolo significava uomo scherzoso” e delle figure che le ruotano intorno, è anche la memoria di un’Italia (o Romagna) del dopoguerra, dove le formule magiche e le filastrocche si fondono nella tenacia del quotidiano, contro la miseria, il fascismo, l’ignoranza. Olinto, infatti, è anche Ernesto, che significa combattente. Il lettore è conquistato dalla freschezza dei ricordi del “regno di Olinto”, ma l’attenzione e il sentimento di ricongiungimento verso gli altri, continua nel tempo, continua nel viaggio:  “Gli altri, non più possibili nemici, ma esseri presenti ai quali mi legava un sodalizio di cui non sapevo l’origine.”» (Elisabetta Randi)


«La passione e l’amore per la storia della famiglia sono i messaggi più forti di questa raccolta. Viene alla mente la storia pluriraccontata dei Cavallini-Sgarbi nella Ferrara di un tempo ma in generale vengono alla mente i bei racconti di famiglie normali. In tanti momenti è facile immedesimarsi nelle storie singole, si ha l’impressione di avere avuto quella esperienza. E in questo il racconto è credibile, veritiero.La scrittura è sublime, bellissima, scorrevole. Ma che bello!» (Angelo Leva)



Geosmina 

di Alberto Fraccacreta (Urbino)



Alberto Fraccacreta è assegnista di ricerca in Letteratura italiana contemporanea presso l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. Collabora con vari quotidiani nazionali. Di recente pubblicazione per Transeuropa il volume di poesie Sine macula.


«Chi è Delia? La domanda che si pone il lettore, la stessa dello scrittore, non trova risposta concreta: “Delia è oltre”, “sembra indicibile”, “si pensa a lei infinitamente”. Tutto il romanzo è permeato da uno sguardo che va aldilà del racconto (oltre); le storie, tutte diverse tra loro, sono accomunate da un unico filo conduttore, quello della dicotomia sogno/ realtà. “Non riesco a ricomporre i limiti tra il reale e l’immaginato, tanto le vicende si sono sovrapposte in un sandwich di istantanee vissute e no, e il mazzo di carte della memoria si è rimescolato a dovere.”» (Elisabetta Randi)


Delia è la nuova Beatrice di Dante, la nuova Laura di Petrarca. Un mondo di letteratura inonda le pagine come in un saggio in forma di narrazione alla Claudio Magris. I testi, infilati negli anni, hanno forse un po’ troppe ripetizioni di argomenti e personaggi, oppure sono punti di contatto per riallacciare tensioni e riannodare pensieri? (Francesco Di Sibio)


«La vastità della cultura artistica, pittorica, storica dell’autore è fuori dall'ordinario così come la sua capacità narrativa eppure se non si è attrezzati di  competenze che accolgano il tutto ( ed io non ne sono depositaria purtroppo), il carico di bravura descrittiva e la bella penna che  traccia un viaggio affascinante tra le più belle e artistiche città italiane le sue argute considerazioni lambiscono la mente ma leggere restano come pensieri ad evaporare. "Evaporai io stesso prima che le cose evaporassero " (l’Istante).» (Stefania Zanetti)


«Questi racconti non hanno un carattere facile, sono difficili da penetrare perché bisogna dotarsi prima di un bagaglio di conoscenze non comune. Ma poi se si diventa simpatici, i racconti si aprono e svelano delle perle nascoste. Sono a tratti articoli di viaggio di Montale, in altre sono parti di poesia da leggere e rileggere, spesso sono vini da meditazione da gustare soli, tranquilli, in silenzio e con grande concentrazione. Alla fine, irrefrenabile, nasce il desiderio di conoscerne l’autore.» (Angelo Leva)


II class.


I sorrisi fraintesi dei ballerini 

di Giuseppe Carlo Airaghi (Lainate, MI)



Giuseppe Carlo Airaghi è nato a Legnano (MI)nel 1966. Vive a Lainate (MI). È impiegato presso un’azienda di servizi. In passato ha lavorato come geometra, animatore di villaggi turistici, venditore di prodotti siderurgici, cantante di musica blues. Nel 2019 ha pubblicato con Italic Pequod la raccolta di poesie I quaderni dell’aspettativa. Nel 2020 con Fara Quello che ancora restava da dire, II class. al concorso Faraexcelsior.


«Questo racconto è un progetto studiato nei minimi particolari, pensato sugli effetti, curato nei passaggi tra i dieci movimenti. La scrittura è attenta e non usa termini fuori dal parlato comune. Ne viene fuori un racconto senza intoppi dove l'attenzione di chi legge è tutta concentrata sulle vicende narrate. Si nota una abilità certa, segno di una esperienza lunga nello scrivere.» (Angelo Leva)


«Una scacchiera su cui si muovono personaggi e storie, vite e isterie dell’umanità contemporanea, quella fatta di inurbamento, girovagare per il mondo inseguendo la carriera, tentare di capire come e quando la propria famiglia ha cambiato senso di marcia o ha deragliato dai binari. Un percorso a tappe incrociate, che lega il lettore allo scorrere degli ambienti e delle sensazioni, scaraventandolo verso un finale da decifrare.» (Francesco Di Sibio)



III class.


Non fatemi leggere ai bambini 

di Claudia Zironi (BO)



Claudia Zironi, bolognese, opera dal 2012 nel mondo della diffusione culturale con l’associazione Versante Ripido (www.versanteripido.it) dedicata alla poesia della quale è uno dei fondatori e Presidente. Collabora anche con altre realtà associative rivolte alla cultura, all’arte e al sociale. Fa parte della redazione della rivista Le Voci della Luna. Ha fatto e fa parte di giurie di premi di poesia a rilevanza nazionale. È alla sesta pubblicazione poetica in Italia. Nel 2019 è uscita, per i tipi di Marco Saya Edizioni, l’antologia a cura di Sonia Caporossi “Claudia Zironi – Diradare l’ombra – antologia di critica e testi – 2012-2019”. Fresco di stampa Not bad (Arcipelago Itaca 2020). Altre notizie si possono trovare nel sito claudiazironi.wordpress.com


«Si fa così a diventare grandi, si fanno gli esperimenti. E che esperimenti! Catturano subito, perché non perdono tempo a introdurre al tema, perché si vede che sono rifiniti e soprattutto, meraviglia delle meraviglie, perché l'autore ha messo un’attenzione alla parola, al termine da usare, che è maniacale ma riuscita. Questi sono racconti scritti da un poeta o da uno psicanalista o da un esegeta biblico.» (Angelo Leva)


«Mentre leggevo ogni racconto subivo la crudezza dell’insofferenza  o della schietta irriverenza dell’autore (La Maschera) e a dir la verità mi sentivo appesantita ma “Di Dio un pensiero lontano” mi ha risollevata per la sua potenza descrittiva capace di tratteggiare ogni parola  sospesa nell’aria e nel vento del mare che si posa a terra  greve di un senso materno doloroso. Le Paure sociali “Io non sono una delinquente – vi ricordate? si necessita sempre una specifica – ma loro… Loro mi fanno paura”. Un’affermazione che soffre in tutti noi e che viene raccontata con una fredda narrativa a sottolineare l’incapacità sociale di gestire le nostre paure. Ogni racconto è forte e provocatorio e ci presenta eventi dolorosi e vite difficili e distorsioni di pensiero… un'esposizione tetra e preoccupata che guarda al futuro senza speranza.» (Stefania Zanetti)


Opere votate e segnalare


Post su Dante di Andrea Accardi (Palermo)



Andrea Accardi è nato a Cagliari nel luglio del 1984 ma è cresciuto a Palermo. Si è laureato in Letterature e filologie europee all'Università di Pisa nel 2008, e sempre a Pisa ha conseguito nel 2012 un dottorato in Letteratura francese studiando il dramma di Maurice Maeterlinck. Attualmente insegna Lettere nelle scuole medie a Palermo. Fa parte della redazione del sito letterario Poetarum silva. Nel 2019 ha pubblicato presso Ladolfi Frattura composta di un luogo e nel 2020, sempre con Ladolfi, Frattura composta di un nome.


«Un aiuto a leggere la Commedia di Dante con dotte diatribe o riletture, che rimandano ai quasi infiniti approcci da poter utilizzare per accostarci ai versi. Un succulento invito a riprendere in mano i tomi delle tre cantiche, dopo averli magari abbandonati, estenuati, alla fine degli studi. Non ci sono più impegni scolastici da onorare, si può leggere per pura passione, ecco la novità. È il tempo adatto per riandare alle radici delle nostre parole-storie-geografie poetico-letterarie; quale anno migliore se non il 2021, settimo centenario della morte del più italiano tra gli italiani?» (Francesco Di Sibio)  


«L’analisi esegetica è dotta. È interessante il continuo rimando ad Auerbach così come l’esercizio equilibrato di logica comparativa storico-letteraria. Esercizio che è la forza di questi scritti, portando però con sé il rischio che un eccesso di teoria nasconda il piacere del testo dantesco. Così per fortuna non è, il punto di partenza del saggio, alla maniera di Auerbach, è proprio il modo in cui Dante ci parla, ancora oggi, della nostra umanità contraddittoria, sempre in conflitto con sé stessa, dalla complicità con i dannati alla nostalgia della finitezza terrena che pervade il Paradiso. Anche la critica a Croce si muove a partire dalla bellezza complessiva del poema, anche delle sue parti secondarie e sottovalutate. Interessante il rimando finale a un’opera recentissima di riscrittura della cantica infernale.» (Angelo Leva)



Brevi infinite intermittenze 

nella diradata imminenza dell’Apocalisse 

di Roberto Morpurgo (Bulgarograsso, CO)



Laureato in filosofia, Roberto Morpurgo ha pubblicato fra l’altro Pregiudizi della libertà I (aforismi, Joker 2006), L’azzurro del mare (poesie, Joker, 2007), El Djablo (racconti, Puntoacapo 2009), Pregiudizi della libertà I-II (aforismi, Puntoacapo 2010). Ha diretto per la scena e per la radio i suoi atti unici Tubor e L’Autoritratto (edito poi in volume da Falsopiano nel 2013 e poi ripubblicato per gli stessi tipi in Tre atti unici, 2018). Al teatro Tordinona di Roma ha allestito e diretto le sue pièces L’Isola (2008), Bogey (2009), L’Appello (2010), Pioggerellina nella stanza (2011), L’Intervista (2012). Ha vinto il concorso La vita in prosa 2012 con il racconto Muette, con il libro Pregiudizi della libertà I-II il Premio Città di Como 2015 e (ex aequo) il Premio Torino in sintesi 2016. Monte Conero è inserito come finalista nell’antologia Racconti Marchigiani (Historica Edizioni 2016). Nel 2018 ha realizzato per il Museo Tattile Omero di Ancona due spettacoli tratti da L’Autoritratto (andati in scena a Fabriano e in Ancona nella sala sperimentale del Teatro delle Muse). Con Fara ha pubblicato in antologia (La forza delle parole 2012 e Scelte vincenti 2013) diverse prose a cavallo tra saggio e racconto, Lodola – insonnie e sortilegi (2017) e Ondinotte (2020).


«La raccolta di brani, alcuni lunghi altri brevi, ci aprono le porte nel mondo ambiguo dell’autore, un mondo fatto di giochi di specchi dove si invertono le parti e le maschere sono più vere di chi le indossa per nascondersi. In una parola, il tema dell’identità ritorna ogni volta più stravolto nella prosa ricca e mai banale dell’autore, attraverso racconti e parabole.» (Valerio Ragazzini) 


Dieci zampe di uno scampo sottovuoto 

di Alessandro Lanucara (Reggio Calabria)



Sono nato a Reggio Calabria, il 4 gennaio 1971. Vivo tuttora nella mia città natale, dove ho svolto i miei studi, conseguendo la maturità classica. Ultimamente mi dedico con continuità alla scrittura. Ho pubblicato sia raccolte poetiche che singoli testi, in versi e prosa, all’interno di varie antologie. Vegano e animalista, corro la mezza maratona, riuscendo ad evitare, con gran spirito di sacrificio, d’oltrepassare il traguardo fuori tempo massimo.


«Prosa aristocratica e sordida, potrebbe essere un manoscritto perduto e ritrovato sotto le macerie di un antichissimo monastero costruito alla fine del mondo, o i ricordi di un ubriacone abituato a incidere i frammenti della sua vita sul bancone del bar. Sembra schiudersi nella prosa di questi racconti tutta la sapienza del mondo, altissima e triviale al contempo, testimonianza di una mente sovraccarica e randagia.» (Valerio Ragazzini)


«Ogni riga chiede meditazione, impegno, studio, attenzione, ma alla fine premia lo sforzo. Dunque un limite è una richezza ma anche il contrario. A tratti la ricerca e la celebrazione del maestro richiama le note intense del male oscuro bertiano ma è indubbiamente di pregio e godibile il misto di narrazione, prosa e poesia.» (Angelo Leva)



Ri(n) fabulando… 

di William Protti (Santarcangelo di Romagna, RN)



William Protti è nato il 13-11-1965 a San Marino. Vive a Santarcangelo di Romagna. Appassionato di fumetti, ha ideato varie strisce e tavole a livello locale. Ha disegnato la copertina di Poesie in soffitta e l’illustrazione a corredo del racconto conclusivo de Le Favole dello zio Oliviero (Ed. La Sfera Celeste, Riccione). Sua la traduzione visiva di Filastrocche piccole così (Danilo Montanari Editore, Ravenna). L’impegno in ambito culturale e artistico lo ha portato a collaborare all’impaginazione di alcuni libri, tra cui spicca Terre Splendenti. La Via Crucis di Giulio Liverani (Ed. Il Ponte, Rimini). Fra il 2015 e il 2016, con i racconti “Un giorno di follia” e “La minaccia”, è stato premiato dai concorsi Rapida.mente e Pubblica con noi 2016 indetti da Fara con la quale ha pubblicato i romanzi Kronin (2017) e Vera, vincitori del concorso Narrabilando.

«Rivisitare le fiabe è un lavoro difficile ma l'autore ci è riuscito bene e in maniera geniale. Riesce a mantenere la freschezza del racconto, la curiosità del lettore e anche la struttura della proposta così come un lettore di fiabe si aspetta. I racconti che ne vengono fuori sono didattici ovvero raggiungono lo scopo della fiaba in maniera da insegnare passo passo sempre qualcosa. Questa rivisitazione del cantastorie è un lavoro fatto bene.” (Angelo Leva)

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