lunedì 20 aprile 2020

Suggerimenti kolbiani

Carissimo/a,
il Signore ti dia pace!



Ti raggiungo con questa nuova occasione di condivisione: non le personali riflessioni a partire dalla Parola (come in precedenza), ma alcuni spunti attraverso gli Scritti di S. Massimiliano Kolbe in riferimento alla vocazione comune alla santità ed alla rinascita pasquale.

Pur seguendo con fedeltà l’ispirazione della grazia divina, i santi non cessano di essere persone simili a noi, e di solito le loro azioni e le loro parole portano in sé le impronte caratteristiche del loro ambiente, del loro paese, della loro patria. [cfr. SK 1010] 

Anch’essi erano soggetti alle tentazioni, anch’essi cadevano e si rialzavano, anch’essi si sentivano oppressi dalla tristezza, indeboliti e paralizzati dallo scoraggiamento. Tuttavia, memori delle parole del Salvatore: “Senza di me non potete far nulla” (Gv 15,5), e di quelle di s. Paolo: “Tutto posso in colui che mi dà la forza” (Fil 4,13), non confidavano in se stessi, ma, ponendo tutta la loro fiducia in Dio, dopo ogni caduta si umiliavano, si pentivano sinceramente, purificavano l’anima nel sacramento della penitenza e poi si mettevano all’opera con un fervore ancora maggiore. In questo modo le cadute servivano ad essi quali gradini verso una perfezione sempre maggiore e diventavano sempre più leggeri. 
Allorché s. Scolastica chiese al fratello s. Benedetto che cosa fosse necessario per raggiungere la santità, ottenne questa risposta: “Bisogna volere”. [cfr. SK 1001] 

L’amore di Gesù ci attrae verso la croce e ci stimola a ricambiarlo con amore incondizionato.  
Con l’occasione dunque, ti rinnovo anche il mio augurio pasquale, con la speranza cristiana (= certa) che la “cinquantina di Pentecoste” sia vittoriosa sulla “quarantena virale” (oltre che quaresimale)!
Ti abbraccio, ogni bene e benedizione nel Signore,


fra’ Paolo Maria

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