lunedì 23 gennaio 2017

Una serie di sguardi



Sandro Serreri, La porta socchiusa, racconti
di Giovanni Antonini*

Il buio è sintomo di non conoscenza, e perciò l’uomo ha paura del buio. Ma contemporaneamente è presente nell’uomo un desiderio di provare, di sperimentare, di sapere: è l’istinto dell’uomo e in alcun modo può essere represso. Sandro Serreri nel suo libro La porta socchiusa, con grande disinvoltura ha scelto di giocare con questo comportamento umano, di creare suspense, di lasciare volontariamente reticenze durante il racconto al fine di  provocare qualcosa nel lettore, suscitare una volontà di sapere, creare curiosità nel suo animo. Riga dopo riga scopri un dettaglio, un indizio maggiore, trovi un altro pezzo del puzzle della storia e provi attentamente a pensare al dopo, a ciò che può succedere… peccato che rimani sempre spiazzato, non puoi assolutamente immaginare il continuo del racconto e soprattutto, mai e poi mai, riuscirai a scoprire il finale, che ti lascerà perplesso, sbalordito, senza più alcuna sicurezza. Un continuo giocare con le parole, con le reazioni dei personaggi, e in particolare con le emozioni, gli stati d’animo. Protagonisti che riflettono, che cercano di trovare un senso nella loro vita, provando a superare ogni problema che possa stagliarsi nella loro esistenza: “Tra l’altro io avevo bisogno del giorno come il giorno aveva bisogno di me, nel senso che c’era in questo incontro e nella sua fusione un reciproco scambio di sangue e ossigeno senza i quali nessuna vita è possibile e vera.”
È proprio uno scrittore il protagonista della storia “Caffè per due” (dal quale è tratto il brano precedente) che per me è il racconto più elusivo e avvolgente, rispecchiando in pieno l’affascinante stile dell’autore. Racconti che nella loro brevità riescono a colmare esaustivamente il tuo interesse, non limitandosi solamente a trattenerti per il tempo della lettura, ma riuscendo a spingerti oltre, portandoti a riflettere su alcune esperienze quotidiane. Serreri riesce ad indagare la psicologia del personaggio anche se il racconto è in prima persona. Ha notevole padronanza di linguaggio e riesce con semplicità a immergere la storia nei tuoi pensieri, nelle tue immaginazioni. Ora serve solamente la tua volontà, prendere il libro in mano e gettarti in una piacevole lettura, dalla quale rimarrai sorpreso e felicemente spiazzato!




*Giovanni Antonini frequenta il quarto anno al Liceo classico “Giulio Cesare” di Rimini. Ha svolto uno stage presso FaraEditore nell'ambito del percorso Alternanza Scuola Lavoro. Ama leggere racconti, avventure, saggi di critica. È innamorato del calcio e degli sport in genere! La lettura lo rilassa e crede fortemente nell’aspetto educativo della cultura.

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