sabato 1 agosto 2015

Monte Guastanella, l’ombra pervasiva e invasiva di Minosse per Massimo Cultraro

intervisa di Anna Rita Fontana al prof. Massimo Cultraro pubblicata in www.siciliajournal.it 31/07/15 

Cultura, primo piano, Società, Turismo, Uomini e Popoli


Santa Elisabetta (AG) – Le attenzioni rivolte al monte Guastanella nel convegno di studi svoltosi a Santa Elisabetta, con oggetto la sua candidatura Unesco, ci hanno permesso di approfondire aspetti del territorio legati al sito, nonché la rilevanza mitologica così ben curata dall’archeologa Rosamaria Rita Lombardo nel saggio L’ultima dimora del re. Una millenaria narrazione siciliana “svela” la tomba di Minosse (Fara Editore). Abbiamo colto l’occasione per saperne di più, rivolgendo alcune domande al prof. Massimo Cultraro, primo ricercatore al CNR dell’Università di Catania, nonché docente di Preistoria egea all’Università di Palermo.

Prof. Cultraro, quale aspetto ritiene più interessante sul mito di Minosse, del quale ha posto in rilievo “l’ombra pervasiva e invasiva” nel monte Guastanella?
“Per me è attraente l’aspetto del trasferimento di un mito cretese, da un’isola specifica del Mediterraneo a cui è legato, a un’altra isola che è la Sicilia, e in particolare a un territorio ben preciso che si circoscrive all’agrigentino. Il fascino è insito anche nel fatto che Minosse esprimeva lo status regale di sovrano che i cretesi riconoscevano al re di Creta, considerato il re dei re in assoluto, e il primo monarca che regnò sui mari. Dal punto di vista archeologico poi la sovrapposizione del mito coincide con la presenza di materiali egeo-micenei, rilevati nella zona in oggetto.”
Quindi è bene sostenere la tesi della Lombardo per attivare quanto prima in loco una campagna di scavi?
“Sicuramente, anche ai fini turistici, e tenendo conto delle risorse geominerarie della zona compresa nella valle del Platani, di cui parla per ultimo Plinio, vissuto alla fine del primo secolo a.C., indicando genericamente un ager agrigentum che ha evidenziato oltre al salgemma e allo zolfo, rilevanti presenze di bitume, come si evince anche da un recente studio di Mattia Sella. Un olio nero importante, usato nella carpenteria, come fonte di illuminazione, nella riparazione di vasi e nella produzione di farmaci. A quanto pare l’isola di Creta fu beneficiata proprio dal bitume siciliano”.
Ingresso-camera-3Le bellezze naturalistiche della montagna lasciano immaginare un mondo sotterraneo, come si evince anche dal saggio dell’archeologa…
“Infatti, noi potremmo trovare sotto le strutture del monte anche la presenza di un sostrato preistorico risalente all’età del bronzo. La presenza umana è inoltre attestata già dal terzo millennio a.C. da alcuni indizi fondamentali, come un paio di tombe a grotticella, piccola cavità scavate nel calcare, appunto dell’età del bronzo.”
E che dire delle ossa di Minosse restituite ai cretesi secondo le fonti storico-mitologiche?
“La storia del trafugamento dei corpi è lunga: si va dalla saga ateniese del corpo di Teseo, procedendo nei secoli fino alla storia moderna e contemporanea, con la mummificazione del corpo di Giuseppe Mazzini, e al trafugamento del corpo di Benito Mussolini. In ogni caso si tratta di testimonianze di una cultura ricca di valori nella storia dell’uomo.”
Qual è a questo punto la linea ottimale da seguire per valorizzare al meglio questo territorio e renderlo produttivo per il turismo?
“Bisogna evitare innanzitutto gli scontri campanilistici, lavorando su un’area intercomunale che raggruppi diverse realtà ed evitando che la Valle dei templi sia l’unica realtà che polarizza l’attenzione. Bisogna coinvolgere anche, a fianco dell’archeologo, l’antropologo e l’etnologo, in un’ottica territoriale più vasta. È d’obbligo riconoscere in proposito il lavoro eccellente della Soprintendenza, in termini di tutela, analisi e catalogazione di riscontro sul terreno di tracce antiche.”
IMG_1604La sinergia tra istituzioni ed enti locali dovrebbe però affiancarsi a un cambiamento della mentalità siciliana…
“Sì, con una maggiore apertura, per ragionare finalmente in chiave moderna e mettere in atto il concetto di museo diffuso, creando quante più postazioni possibili con supporti multimediali ad avanzata tecnologia, nel campo delle strategie del patrimonio culturale. In altre parole, creare una rete informativa che catturi l’attenzione del visitatore e lo porti virtualmente in una prima fase, e dopo in termini reali, nei posti che vuole visitare.”


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