venerdì 10 aprile 2015

A Enzo e Michele

di Vincenzo D'Alessio  & G.C. “F. Guarini”

Cari Enzo Di Micco di Prima Tivvù e Michele Luongo di Via Cialdini,

vi scrivo così mi sconsacro un po’ e anche se siete molto impegnati più forte vi scriverò! Sto parafrasando la bellissima canzone del cantautore Lucio DALLA per dirvi che a breve metteremo anche noi “i sacchi di sabbia vicino alle finestre”.
L’Italia è ammalata da quando hanno tolto dalle scuole l’insegnamento dell’Educazione Civica e hanno deriso i Profeti che con cartello e fischietto si umiliavano nelle piazze davanti al Papa, nelle feste civili e religiose, proponendo lo slogan: “È colpa tua se i figli non ti obbediscono hanno troppi soldi in tasca!” 
Molti allora sorridevano, erano gli anni Settanta della corsa al benessere ma anche delle violenze sociali.
Il professore Giovanni Luongo, avellinese, a modo suo è stato un profeta. Del malessere che viviamo oggi è stato profeta anche Pier Paolo Pasolini nei suoi scritti e nella produzione cinematografica: i giovani non leggono quindi non possono comprendere la sua filosofia antesignana. La violenza della Polizia, non solo nella nostra penisola, su civili e studenti, le catastrofiche guerre di potere per la vendita di armi e petrolio, lo sfruttamento dei più deboli a vantaggio di pochissimi, tutto assume un significato se si ascoltano gli uomini di cultura attraverso la loro testimonianza mentre vivono.
Il Potere ha sempre cercato di ostacolare la diffusione della Cultura: bruciare libri, abbattere monumenti antichi, colpire i divulgatori di idee, uccidere quanti cercano di far luce sulle stragi, sulle morte eccellenti, sulle bugie propinate alla gente attraverso i canali telecomandati.
Oggi assistiamo alla violenza gratuita per sfogare la rabbia che le persone di tutte le età portano dentro: la forza distruttiva che vorrebbe consumare i ruoli occulti del potere e sostituirli con il recupero dell’onestà, della dignità, della Civiltà. Nella nostra penisola il Potere è tramandato silenziosamente di padre in figlio nei ruoli dello Stato e nei gangli istituzionali: è giunto il tempo di passare questa energia nelle mani della gente nuova venuta dalla povertà.
Pacifica convivenza: impossibile da esercitarsi in ogni epoca. Disponibilità all’aiuto dei meno abbienti: che cosa orribile ! Condivisione del dolore che si vive quotidianamente negli ospedali, per le strade, nel buio delle lunghe notti al gelo, nella fame costante, nel desiderio di una tranquillità consentanea all’età raggiunta, nella sicurezza sulle strade e nelle case dove si abita.

Caro Enzo e Michele siamo dunque degli sconfitti?

Noi che abbiamo creduto nella Pace: “mettete dei fiori nei vostri cannoni”; che abbiamo donato il poco per la costruzione di piccoli presidi medici in Perù; che abbiamo organizzato serate di raccolta fondi per il Bangladesh e per il terremoto in Messico; che abbiamo illuminato le notti con la Fiaccola della Pace raccogliendo fondi da destinare alle famiglie povere vicino a noi. Siamo stati dei poveri illusi e oggi veniamo ripagati con queste conseguenze?
I figli che hanno avuto i soldi in tasca dai loro papà, come testimoniava il professore Giovanni Luongo, oggi sfrecciano nelle loro Audi di lusso, nei suv sempre più potenti. Non si fermano agli Stop, ai semafori, sulle autostrade sorpassano sulla destra per dimostrare la loro prepotenza. Hanno imparato a mostrare “il medio” sostituendo le corna del passato. Dimostrano la loro inciviltà!
I danni ambientali, i danni morali, la scomparsa del dialogo e l’affermazione dell’egoismo sfrenato nei giovani, chiamato anche “Movida”, sono frutto di questi furbi che umiliano i meno abbienti inoculando in loro il germe della “rabbia” che quando emerge diventa violenza pura.
La scuola statale, che in passato seminava nelle varie fasce di età il rispetto verso le generazioni precedenti, ha perso la sua forza a causa delle inutili riforme volute dai governi che si sono avvicendati e che hanno tolto agli insegnanti il ruolo di educatori. Mario Lodi, il maestro elementare, anche lui profeta aveva annunciato questi falsi cambiamenti nel bel volume: Il paese sbagliato (Einaudi, 1970) chiedendo: “Come allora c’è bisogno di ricostruire moralmente una società, recuperando i valori abbandonati.”
Miei cari amici abbiamo bisogno di recuperare a tutti i costi i valori corrosi dal benessere e dal cattivo esempio dei pochi. I giovani devono conoscere i limiti della propria Storia perché mentre navigano nelle notti inutili a bordo delle auto di famiglia il giorno piomberà loro incontro come il falco sulla lepre trasportandoli nel malessere che verrà.

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