lunedì 1 settembre 2014

Sarò breve


di Marco Bottoni

Sarò breve.
Sarò breve.

Sarò breve.
Disse Pipino.

Sarò Franco.
Disse Battiato.

Io sono lo stato.
Disse Luigi XIV appena incoronato.

Che io sia stato.
Disse il congiuntivo passato.

Dove passa il mio cavallo non crescerà più un filo d’erba.
Disse Attila.
Bravo, e io che cosa mangio?
Disse il cavallo.


Tempo di merda!
Disse Noè.

‘Sto gran figlio di puttana del Figliuol Prodigo!
Disse il Vitello Grasso.

Avanti un altro!
Disse il primo in lista per l’esecuzione capitale.

La miglior vendetta è il perdono.
Disse il padre spirituale.
La miglior cosa è il condono.
Disse l’evasore fiscale.

Sono sempre i milioni quelli che se ne vanno.
Disse l’imprenditore fallito.




Sarò sincero: i Cretesi sono bugiardi. Disse Epimenide di Creta.
Questa non l’ho capita in duemilacinquecento anni, e non la capirò mai. Disse il Cretese.
Cretino.
No, Cretese.
Ma Cretese cretino.
Vabbè.
Vabbè.

Si, si, si, si, sis   sssieda.
Disse il balbuziente.

Mi son rotto di essere sotto.
Disse il sottotenente.

Parenti, sergenti!
Disse la Figlia del Capitano.

Apriti, sesamo!
Disse alla roccia Alì Babà.
Apriti, cazzo!
Disse al suo paracadute il parà.

Anche per oggi non si vola.
Disse lo struzzo.
Mi sono lanciato!
Disse il razzo.
Mi sono scatenato!
Disse il pazzo.
Mi sono rotto!
Disse il…

Chi la fa… pulisca!
Disse l’addetta ai bagni pubblici.

L’ultimo chiuda la porta!
Disse il comandante del sommergibile.

Basta! Mi sono stancato di mia moglie!
Disse il cannibale.
Non importa. Finisci le patate.
Disse l’altro cannibale.



Ci sono ancora cannibali in queste zone?
Chiese l’esploratore.
No. L’ultimo ce lo siamo mangiati noi la settimana scorsa.
Disse l’indigeno.

La matematica non è un pignone!
Disse Fausto Coppi.

Oggi a me, domani a te!
Disse il realista.
Oggi a me, domani ancora a me!
Disse il pessimista.
Meglio un uovo oggi che una gallina domani.
Disse l’opportunista.
Meglio un uovo oggi e  una gallina domani.
Disse l’egoista.
Meglio un uovo oggi.
Disse la gallina.

Ho peccato, disse l’arbitro. Con un rigore fasullo ho fatto vincere la squadra di San Siro.
Non merito il Paradiso, San Pietro.
Entra pure, disse il Santo. Tanto io non sono San Pietro. Sono San Siro.

Cazzo! Mi ha morso una vipera!
Disse il turista inviperito.

Se l’Arcivescovo di Costantinopoli si disarcivescovocostantinopolizzasse, ti arcivescovocostantinopolizzeresti tu?
Disse il balbuziente. Guarito.

Sarò Franco.
Disse Battiato.

Sarò Primo.
Disse Carnera.

Sarò Costante.
Disse Girardengo.

Sul Serio.
Disse l’aeroporto di Bergamo Orio.

Sarò Bravo.
Disse il Griso

Disse il rabbino.
Sarò breve e circonciso.

(pausa)

Sarà, ma a me sembra che stiamo leggendo un sacco di cazzate!
Disse il primo attore.

Pare anche a me.
Disse il secondo attore. Ma perché le avrà scritte, sto’ scemo di scrittore?

Aspetta, aspetta, non è finita.
Ecco, qui ce n’è un’altra.

(pausa)


Dilla tu.
No, dilla tu.


Sarò breve.
Disse la vita.

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